domenica 21 luglio 2019

Un Convegno a Volterra : "Frank Lloyd Wright e l'Architettura Organica oggi" , di Renzo Marrucci



Un Convegno a Volterra :

"Frank Lloyd Wright e l'Architettura Organica oggi"


di Renzo Marrucci








 
  
E' il tema del convegno sul genio americano dell'architettura organica Frank Lloyd Wright che si è tenuto nei giorni 13 e 14 Ottobre 2007 a Volterra, con vari e interessanti contributi di studiosi, architetti, tecnologi e uomini di cultura nel Centro Studi Santa Maria Maddalena della Cassa di Risparmio di Volterra. Nella sede del Centro Interculturale di Villa Palagione è stata allestita una interessante mostra delle opere del grande architetto. Un’altra mostra della pittrice Carol Bishop sulla "visione romantica dell'architettura di F.L.W.” è stata contemporaneamente ospitata nei sotterranei della Pinacoteca di Palazzo Minucci Solaini. Il convegno di rilievo internazionale è stato arricchito dai contributi di importanti relatori, il nipote Eric Lloyd Wright, Arthur Dyson, Brian Spencer, Aldo Loris Rossi, Mario Galvagni e di altri architetti organici, che hanno svolto i temi e le problematiche sulla ricerca architettonica di oggi ed evidenziato l'importanza dell'architettura organica nel processo di umanizzazione del contesto tecnologico e funzionalista della città di oggi.
Gli interventi si sono succeduti durante l'arco di due giorni mentre l’esposizione si è protratta oltre il calendario previsto, a seguito della pressante richiesta espressa del pubblico e in particolare dei giovani, che hanno avuto la possibilità di avvicinare le opere di F.L.W. messe a disposizione per l'occasione da varie istituzioni americane tra cui l’Archivio della Fondazione F.L.W. a Scottsdale e il Chicago History Museum.
L’esposizione è stata inaugurata alla presenza dell’assessore alla cultura Togoli, del vicepresidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Volterra Ivo Gabellieri, del Console Generale degli Stati Uniti d’America a Firenze Nora Dempsey, di ben tre ex allievi di Wright: Kamal Amin, Giovanni Del Drago e Franco D’Ajala.
Tutto ciò è stato possibile per l’iniziativa di Giuliano Chelazzi, architetto organico fiorentino che ha curato il catalogo della mostra e che da vari anni ha scelto di vivere e lavorare a Volterra, dopo una lunga esperienza di lavoro in alcune città europee. Non c’è voluto molto per capire quale interesse abbia animato il dibattito, aperto allo sviluppo delle nuove tecnologie sul risparmio e la valorizzazione energetica come prospettiva per una architettura organica attenta a studiare mezzi, materiali e le risorse per una sempre maggiore integrazione tra la cultura del territorio e una architettura capace di rispondere alle esigenze di vita e di futuro dell'uomo e dell’ambiente.
L'evento si è caricato di un senso ancora più suggestivo per la cornice storica e organica della realtà territoriale volterrana, confinata ed estraniata da una inadeguata rete stradale che la costringe ad una improbabile quanto assurda lotta al diritto di un futuro possibile per i propri giovani. Lo sfondo ambientale scelto per il convegno su F.L.W. e l’architettura organica oggi, non poteva, anche per questi motivi, essere più attuale e cogente.
Volterra è una città che langue soprattutto per l'ignavia degli uomini,quelli che comandano e quelli che accettano con un’assurda e lenta rassegnazione la perdita di futuro di una città e di un territorio le cui profonde radici invece meritano di vivere e prosperare, anche e soprattutto per il messaggio delle sue profonde qualità organiche, storico-artistiche e ambientali. Qualità unanimamente riconosciute  che impressionarono anche il grande maestro dell’architettura organica americano nel suo viaggio in Toscana, facendogli vivere emozioni e pulsioni da cui ha potuto trarre nuove visioni capaci di alimentare la sua forza di elaborazione organica.
Questa forza della realtà deve tornare nella coscienza del mondo di oggi e non può essere lasciata sola nelle mani dell’indifferenza di un mondo politico ed economico, che è solo capace di pensare sempre e solo a se stesso.
C’è da augurarsi che il prossimo convegno abbia una più ampia risonanza per divulgarne le attese, i lavori e la partecipazione ai contenuti di questo impegno organico oggi più attuale ed importante che mai. 

   

Alcune riflessioni sul convegno di Volterra

E’ giusto che parta proprio da Volterra la spinta di una riflessione sull’architettura organica oggi, per stimolare una coscienza più consapevole e fornire istanze per rianimare una ricerca architettonica ormai schiacciata in Italia e in Europa e nel mondo da pressanti e ottusi poteri che, con la loro arroganza, fanno di tecnologia e politica uno strumento di dominio che inibisce anche l’interpretazione sull’ambiente, necessario allo sviluppo dell’uomo.
A circa sei anni dalla scomparsa di Bruno Zevi, storico e critico dell’architettura e grande sostenitore dell’architettura organica e di F.L.W. tocca a Volterra la celebrazione del 140° di W. come primo appuntamento che si concretizza nella volontà di riprendere le fila sui principali aspetti e contenuti dell'attualità dell’architettura organica sulla città oggi. Proprio in questa occasione, se è stata certamente sentita la mancanza dello sprone positivo di Bruno Zevi, tuttavia, non è mancata la passione e la coscienza della necessità dei principi dell’architettura organica e degli insegnamenti che vengono da lontano attraverso l’esperienza vissuta dai maestri.
La ripresa di una riflessione coraggiosa e aperta sullo stato della città oggi con le sue trasformazioni inorganiche, dettate non più dalle necessità di vita dell'uomo ma semmai da tutto ciò che lo contrasta e lo piega alle esigenze diverse dell'economia e della politica, è oggi più che mai necessaria. Le problematiche ambientali ed energetiche che oggi scaturiscono da una trasformazione sbagliata è contro ogni aspettativa di futuro. 
L'uso sbagliato del territorio, la pessima gestione delle città con la perdita del senso organico che lega l’uomo all’ambiente provoca la morte della città e della sua storia, in primo luogo favorendone la trasformazione negativa, alimentando gli squilibri sociali e generando un forte senso di pericolo e di insicurezza.
Segnali di questo tipo sono emersi dalle relazioni e dai contributi di personaggi impegnati a porre e spiegare gli obiettivi con i quali il cattivo uso del territorio può essere respinto, lottando per l'affermazione dei principi dell'architettura organica fondati sulla profonda convinzione che la vita dell'uomo è il primo impegno da perseguire, nel massimo rispetto dell'ambiente.  Che cioè sia l'uomo a pensare di opporre il principio della vita contro l'avida ottusità con cui il sistema politico, intrecciato a quello economico, traduce l'idea dello spazio e del territorio, secondo la concezione più ristretta e consumistica, a svantaggio della vita e fuori di ogni idea di bellezza evolutiva.
In questo senso la scelta di Volterra rientra nella condizione di realtà portatrice di speranza in quanto luogo ove riflettere che i principi dell'architettura organica hanno un grande ruolo affermativo della vita da svolgere, nella ricostruzione del valore morale ed etico della professione, anche quella dell'architetto. Infatti questa figura professionale oggi non è certo posta nella migliore condizione per combattere contro il pessimo uso che viene fatto del territorio e per le costrizioni che nella città subisce, a detrimento della identità e della speranza di futuro. Dibattito che merita di essere portato avanti con coraggio e passione per offrire un punto di riferimento agli uomini e agli architetti che credono nella missione sociale ed umana del loro status nel senso più alto e nobile.
Renzo Marrucci


       



Fonte :  scritti dell'Autore architetto Renzo Marrucci .  
    

















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