domenica 21 luglio 2019

ARCHITETTURA ORGANICA E SOCIETA' CONTEMPORANEA , di Carmine Sarno e Carlo Sarno



Carmine Sarno & Carlo Sarno
Architetti Organici / Organic Architects


ARCHITETTURA ORGANICA
E
SOCIETA' CONTEMPORANEA

L'Architettura si può definire, in generale, come una specifica attività dell'uomo per la trasformazione della realtà, formata dalla sintesi di vari ambiti disciplinari, quali ad esempio: arte, scienza, tecnologia, etica, psicologia, economia, ecc., finalizzata all'ottimale abitare degli esseri umani in un determinato habitat antropologico, in un singolare sistema socio-culturale e in un unico e irripetibile territorio naturale.
Da ciò si evince chiaramente che il fare dell'Architettura investe sensibilmente e profondamente l'ambiente antropico e naturale che ci circonda, e comporta ampie responsabilità e capacità di comprendere le esigenze strutturali sia dell'individuo che della società contemporanea, progettando possibili itinerari di sviluppo armonico ed ecologico.
Ma, a queste considerazioni generali sull'Architettura, purtroppo occorre aggiungere che non sempre l'arte e la scienza dell'abitare sopra citata hanno dato i frutti e risultati sperati, deludendo aspettative e precludendo a volte irreversibilmente un coerente, buono e giustificato sviluppo urbanistico del territorio.
Questo perché spesso gli attori della trasformazione del territorio hanno inteso l'Architettura o come qualcosa di astratto che scaturisce da freddi indici urbanistici, o come un sistema formale la cui unica preoccupazione e il rispetto di inopportuni stili e geometrie, o ancora peggio, come un insieme inerte, inorganico, di materiali e tecnologie che ha come unico scopo la costruzione di scatole-contenitori per ammassare utenti astratti ritenuti soltanto come numero di abitanti.
Fortunatamente, da sempre la Tradizione della buona Architettura, fondata sul buon senso e sull'amore solidale, intesi come capacità di comprensione delle profonde e particolari esigenze singole e collettive, ha dato origini a sistemi architettonici organici, armonici con il contesto antropico e ambientale, questo sia nel passato che tuttora nel presente e così sarà anche nel futuro.
Nel solco di tale Tradizione, con la “T” maiuscola, si colloca l'Architettura Organica, una architettura che nasce dall'interno all'esterno, dalla sua ragione di essere, dalle sue esigenze funzionali e psicologiche, fisiologiche e spirituali, che intende l'architettura come qualcosa di intensamente umano.
Non quindi una architettura basata su stili ed etichette formali, superficiali o volumetriche, da applicare dall'esterno in maniera fittizia e ingiustificata, soltanto semmai per un aleatorio problema di gusto o di moda, alla ricerca di un inedito architettonico che nulla ha a che vedere con la vera progettazione sistemica architettonica.
L'Architettura Organica, come dice la sua stessa denominazione, coniata da Louis Henry Sullivan e poi in seguito da Frank Lloyd Wright a cavallo fra '800 e '900, è una architettura che concepisce gli spazi come viventi, in continua trasformazione e adattamento alle varie esigenze funzionali, psicologiche e spirituali.
L'Architettura Organica non ripete mai modelli stereotipati, ed oggi potremo dire globalizzati, da collocare ovunque nel mondo venga commissionata un'opera sempre alla stessa maniera, invece, considera l'architettura sempre come il frutto di tre variabili, come diceva Wright : l'uomo, il tempo e lo spazio, tre variabili che non si ripetono mai e che continuamente danno origine ad opere uniche per carattere, collocazione temporale e contesto ambientale.
Pertanto l’Architettura Organica non è uno stile, ma una visione del mondo che rispetta l’uomo e la natura nella sua essenza più profonda.
In tal senso l’Architettura Organica, così come qui la si intende, si pone a fondamento e “madre” di tutte quelle architetture rispettose della natura: architettura sostenibile, arcologia, architettura alternativa, architettura ecologica, bioarchitettura, ecc.. L’Architettura Organica è la radice di tutte queste nuove tendenze “naturalistiche”, la vera filosofia di fondo, lega il rispetto della natura alla crescita dell’individuo come persona e parte della civiltà, aiuta a non cadere in settorialismi che snaturano l’architettura dalla sua essenza profonda di lievito positivo per la civiltà umana.
Il progetto organico, inteso come integrale armonia tra le parti, è sempre ecosistemico ed alla ricerca di un ottimale e armonico rapporto tra la città, l'architettura, il paesaggio e l'uomo nel rispetto della biodiversità, del sociale e dello sviluppo sostenibile.
L’Architettura Organica pone a fondamento del suo operare la dignità dell’essere umano, l'amore solidale, considera un uomo libero, creativo, responsabile che ha diritto ad uno spazio a scala umana che lo aiuti a crescere, a manifestare le sue potenzialità, nel rispetto della natura e della sua spiritualità.
L’uomo come persona individuale unica e preziosa, così come annunciato nel Vangelo di Gesù Cristo, torna al centro dell’architettura. Scrive Wright: “All’architettura non occorre monumentalità, se non quella che è insita nella bellezza naturale“. E ancora: “L'architettura Organica è creata dall'amore per la natura umana”.
Seguono ora elencati alcuni principi fondamentali dell'Architettura Organica:
 1)  l'Architettura Organica è spazio per la vita libera, creativa, gioiosa e sociale dell'uomo  e si sviluppa in continuità organica dall'interno all'esterno "ab intra ad extra" in armonia con le condizioni del proprio essere, con la natura e con Dio;
 2) lo spazio organico è flessibile e in movimento, in evoluzione sintropica, come la vita all'interno di esso ;
 3) il processo generativo organico crea un locus unico, sociale  e irripetibile;
 4) il dialogo creativo con l'ambiente naturale e antropico circostante genera uno spazio ecorganico e sinergetico;
 5)  la composizione organica è unità nella diversità conservando l'armonia tra le parti; 
 6)  l'integrità organica è armonia della verità come bellezza della molteplicità equilibrata nella biodiversità;
 7) la bellezza organica è rappresentazione armonica della finalità;
 8) il buon vivere, la fraternità e la felicità dell'abitare  sono il fine dello spazio organico sistemico;
9) l'Architettura Organica è sempre nuova perché è senza stile, unica e irripetibile, in quanto legata  all’uomo, al luogo e al tempo;
10) l'Architettura Organica nasce sempre dalla vita intesa come integrità, libertà, fraternità, armonia, bellezza, gioia e amore .

 
Le radici storiche dell'Architettura Organica si possono ritrovare nella: Architettura della Natura, Architettura Primitiva, Architettura popolare spontanea, Urbanistica Medievale, Architettura Orientale tradizionale, Architettura Liberty-Floreale, Architettura Libera Democratica.

 
Ora è opportuna una sintetica e doverosa panoramica mondiale dell'Architettura Organica, citando alcuni architetti organici emblematici che hanno incarnato questo modo di concepire e progettare l'abitare.
Frank Lloyd Wright (1867-1959, fondatore dell'architettura organica negli Stati Uniti - "forma e funzione sono uno") prima, poi Bruce Goff (1904-1982) e Paolo Soleri (1919), sono stati gli architetti che hanno teorizzato i principi fondamentali dell’architettura organica, una architettura creativa e irripetibile per l'uomo , che non ha stile ma solo processi poetici generativi comuni. Precursori famosi , Louis Henry Sullivan (1856-1924) e Antoni Gaudì (1852-1926) .
In particolare l'italiano Paolo Soleri ha fondato negli Stati Uniti  l'arcologia (architettura  + ecologia), cioè l'architettura organica in maniera ecosistemica. Importante per lo sviluppo dell'architettura organica Richard Neutra (1892-1970), John Lautner (1911-1994 architettura organico-sperimentale), Euine Fay Jones (1921-2004), Gunnar Birkerts (1925 architettura come processo organico).
Attualmente in America l'architettura organica ha come punto di riferimento: Taliesin, the Frank Lloyd Wright School of Architecture, fondata nel 1932, The Bruce Goff Chair of Creative Architecture - University of Oklahoma, SFIA - San Francisco Institute of Architecture, le associazioni di Taliesin Fellows e Friends of Kebyar. Come architetti organici ricordiamo: Douglas Cardinal, Arthur Dyson, Bart Prince, Robert Green, Joseph Henry Wythe, James Hubbell and Drew Hubbell, James Walter Schildroth, Kendrick-Bangs Kellogg, Robert Oshatz, Chayo Frank, Barry Peterson, Tom Arlin Dean, William Bruder, Edwin Hansen, Ruth & Rick Meghiddo e Nelson Brackin, attuale Presidente di FoK.  In Canada John Kay. Molto importanti sono anche l'originale architettura organica di John MacLane Johansen (1916) e David Pearson (1940), famoso critico internazionale della nuova architettura organica.
In Australia abbiamo attualmente in primo piano l’architettura ecologica organica di Glenn Murcutt e Gregory Burgess.
In Europa abbiamo l'espressionismo organico di Hans Poelzig (1869-1936), Hugo Haring (1882-1958), Hans Scharoun (1893-1972), e l'antroposofia in architettura di Rudolf Steiner (1861-1925). In Finlandia Alvar Aalto (1898-1976)  maestro dell'architettura organica  europea e Reima Pietila (1923-1993). In Austria Friedensreich Hundertwasser (1928-2000) artista-architetto maestro della libertà del pensiero organico.
In Europa abbiamo l'architettura organica e sociale di  Ralph Erskine (1914-2005) e Lucien Kroll (1927). Importante è anche Imre Makovecz (1935) e tutto il gruppo dei nuovi architetti organici ungheresi.  In Francia Roger Taillibert (1926), Françoise e Philippe-Alain Riou. 
In Italia l'architettura organica ha come esponenti storici: Giovanni Michelucci (1891-1991, maestro dell'architettura organica e sociale italiana), Pier Luigi Nervi (1891-1979, maestro dell'architettura organica strutturale), Luigi Piccinato (1899-1983, maestro dell'urbanistica organica italiana), Bruno Zevi (1918-2000, critico e promotore di fama internazionale  dell'architettura organica e sociale italiana, fondatore dell'APAO nel 1945, prima associazione italiana per l'architettura organica), Carlo Scarpa (1906-1978), Giulio De Luca (1912-2004), Antonio Sarno (1921-2003), Marcello D'Olivo (1921-1991), Leonardo Ricci (1918-1994), Luigi Pellegrin (1925-2001), Mario Galvagni (1928, architettura organica come ecologia della forma), Aldo Loris Rossi (1933, esplosione centrifuga organica dello spazio architettonico), Gaetano Pesce (1939, alfiere del diritto alla diversità innovativa organica ), Giuliano Chelazzi (1942, fondatore degli Amici di Frank Lloyd Wright). Si ricordano anche Massimo Pica Ciamarra (1937) e Riccardo Dalisi (1931) per la loro apertura progettuale verso problematiche organiche.
Attualmente in Italia abbiamo fra gli altri: Sarno Architetti, fondato da Carmine Sarno (1958) e Carlo Sarno (1959), che promuovono l'Architettura Organica e Sociale Italiana; Giovanni D'Ambrosio (1959, allievo di Pellegrin), Stefano Andi (1954), promotore dell'architettura organica vivente (antroposofica), Alberto Mei Rossi (1968). Come gruppi e associazioni di architettura organica in Italia si ricordano: ADAO – Amici dell'Architettura Organica e l'associazione Amici di Frank Lloyd Wright.

 
Approfondiamo ora più in particolare l'articolarsi della concezione organica nella società contemporanea.
L’architettura organica crea uno spazio che si modella intorno ai suoi abitanti. Essa mostra tutta la sua efficacia nella sua capacità di trasformarsi infinitamente sui bisogni e le emozioni spaziali degli individui. Alfiera del valore della diversità è un’architettura della libertà e del cambiamento, prodotti dagli abitanti che interagiscono con essa in un dialogo spaziale che è a fondamento del nostro essere nel mondo.
L’architettura organica non produce forme stereotipe, ma sensazioni spaziali, luoghi particolari che prendono forma dalle singolari menti dei suoi fruitori che contribuiscono a renderla sempre più stupefacente. Inteso in questo modo, organico non è lo spazio che si reifica in qualche forma naturale sia animale che vegetale, non è lo spazio che segue il cosiddetto processo di crescita naturale; lo spazio organico è uno spazio che contiene ed asseconda un solo essere particolare, l’uomo. Quindi esistono tanti spazi organici quanti sono i modi particolari di vivere di tutti noi. L’architettura organica è la manifestazione spaziale del nostro diversificato, individuale modo di essere nel mondo. E’ la nostra terza pelle. Attraverso i nostri abiti, la nostra seconda pelle, esprimiamo noi stessi. L’architettura ci permette di esternare il nostro modo di vivere, il nostro concetto del mondo, quello che abbiamo capito con gli avvenimenti della nostra singolare ed unica vita e di confrontarlo con gli altri e di arricchirci reciprocamente approfondendo il mistero profondo del senso della nostra esistenza. I nostri concetti esistenziali si trasformano nel tempo e l’architettura organica ci segue nel nostro cammino riflettendo il nostro spazio mentale con i suoi bisogni ed i suoi sogni.
L’evoluzione temporale del nostro cervello condiziona lo sforzo che l’architettura organica deve fare per seguire la vivente complessità del nostro pensiero. E’ all’uomo Marcel Duchamp che l’architettura organica si rivolge; infatti egli affermava: “io amo più vivere, respirare, che lavorare. Dunque, se volete, la mia arte sarà di vivere: ogni secondo, ogni respirazione è un’opera che non è scritta da nessuna parte, che non è né visuale né cerebrale. E’ una sorta di euforia costante”. E’ la vita del “marchand du sel” (mercante di sale). Architettura del qui ed ora è un' “opera aperta” secondo l’asserzione di Umberto Eco.
L’architettura organica è un architettura che sfida il tempo attraverso il continuo cambiamento, la continua evoluzione del proprio spazio. Annullare quelli che sono gli stili compositivi che bloccano l’architettura rendendola un contenitore consumato e abitato da persone che non comunicano più con esso; l’architettura organica è un’opera aperta che manifesta la propria vitalità ed efficacia attraverso il mutamento. Non è un’architettura di facciata, ma un’architettura che ha la capacità di frantumarla continuamente per rigenerarsi e non invecchiare mai. E’ un’opera la cui interpretazione non è univoca ma cangiante in quanto legata al qui ed ora, è un’opera sempre contemporanea.
Peter Cook distingue tra l’architettura e la semplice costruzione affermando che l’architettura vive dell’infinita possibilità di interpretare le necessità fondamentali in qualche modo speciale che le accentui o le condizioni, così che assumano una maggior rilevanza. Un ambiente costituito da sagge risposte a problemi necessari sarebbe intollerabile. Questo si può verificare indagando le cause del fallimento delle New Towns: qui la maggior parte degli edifici e degli alloggi è giustificabile per se stessa in risposta a certe esigenze, ma l’intero ambiente è cupo.
L’architettura del passato utilizzò un linguaggio statico; l’architettura dell’immediato passato ha dovuto inventare un linguaggio che assorbisse il dinamismo ed il mutamento; è ragionevole predire che l’architettura del futuro possa dare realmente una forma concreta a questo dinamismo. Perché il linguaggio dell’architettura è così limitato?
L’esplosione vitale che si manifesta repentinamente in ogni cambiamento della nostra vita di oggi è la possibilità e la libertà di esprimersi senza compromessi, l’euforia di essere diverso anche da quello che ero ieri, la prospettiva di poter cambiare la mia vita dall’oggi al domani in una sequenza infinita di reincarnazioni ma in questa vita, cercando uno spazio che si trasforma a seconda delle esigenze emozionali e che possa anche essere da stimolo per una ricerca di infinito piacere di essere. L’architettura organica oggi è più che mai attuale con la sua capacità di evolversi a seconda delle esigenze funzionali-emozionali, con la sua capacità di integrare qualsiasi nuova esigenza spaziale in un continuum spazio-temporale che riesce ad eufemizzare ed a inglobare il nuovo. L’architettura organica non ha paura di citare immagini figurative e riconoscibili prese dalla strada e dalla cultura popolare, né di creare nuove tipologie; cerca di comunicare sorpresa, scoperta, ottimismo, stimolo, originalità. Essa si caratterizza per la rottura dell’unità e per la frammentazione. L’uso di innumerevoli forme, frammentate, addirittura incerte, con il riferimento costante al corpo umano, con i materiali messi in contrasto ed esaltati nella loro natura, con i colori, mette in discussione la neutralità formale del design classico e la superficialità decorativa di numerose produzioni contemporanee.
Come dice Gaetano Pesce: “Ritengo che è la morte a renderci uguali, e che essere vivi significa anche essere differenti, e come ognuno di noi ha questo diritto, ritengo che gli oggetti stessi che ci circondano nel piccolo arco della nostra vita devono poter godere di questa prerogativa. L’architettura, l’arredamento sono stati pianificati e concepiti come prodotti per soddisfare la sempre più socialmente vasta necessità di massa. E la nostra vita ha perduto sensibilmente in spontaneità, sostituita fino alla nausea da tutto ciò che impedisce la libera ed individuale autodeterminazione del gusto. Un tempo affermavo che la serie industriale è una conquista indiscutibile, una evoluzione essenziale ed insostituibile. Oggi quei valori non mi sono più sufficienti, oggi voglio più ricchezza nella produzione industriale, ritrovare cioè la spontaneità dell’oggetto in copia unica. Io credo che il richiamo degli oggetti deve essere più legato al singolo individuo che non al rito di una precisa fase esistenziale o di una precisa minoranza di persone. Il non standard ci avvicina al mondo personale di ognuno di noi. I rapporti per essere veramente emozionali devono essere esclusivi, sia fra le persone sia con gli oggetti, altrimenti è frustrante. Allargare il senso delle cose significa introdurre nel processo del prodotto o del progetto delle valenze che non sono state mai utilizzate, come l’aspetto femminile del nostro cervello, che è in grado di portare valori mai utilizzati prima. Un altro aspetto della realtà di oggi è quello della femminilità intesa non come uomo-donna, ma come metà del nostro cervello che per l’educazione ricevuta, che ha sempre esaltato i valori maschili (dogmaticità, ideologia, rigidità ecc.) è stata repressa e che oggi sta mettendosi in discussione in nome della complessità e della multidisciplinarità. Invece di usare esclusivamente la parte dogmatica del cervello, bisogna nello stesso grado usare l’incoerenza, la non rigidità. Da cinquemila anni l’architettura è un architettura maschile, ma non maschile perché fatta da uomini, maschile perché fatta dalla metà razionale del cervello, che per secoli è stata riconosciuta come la metà più importante. L’altra era un po’ debole, femminile, ed è sempre stata messa da parte. Allora ci ha portato ad usare tecnologie completamente ostili all’individuo o alle persone, ci ha portato a creare spazi estremamente dogmatici, freddi, ostili, fragili perché duri. Tutti valori che sono passati perché legati più ad una concezione maschile del mondo. Oggi ci si apre verso una sensualità, un piacere. Il punto che l’architettura non è una faccenda di forme, ma di processi profondi in grado di generare un modo nuovo di vedere lo spazio come una serie diversificata”.
L’architettura organica unisce in modo armonico le due strutture antropologiche del pensiero attribuendo allo spazio costruito un valore di completezza sia grammaticale che sintattica nell’articolazione e definizione dell’ambiente e raggiunge una completezza e profondità di significato senza pari; si pone tra la sfera ed il labirinto; tra due modi di pensare e vedere il mondo che Jhon Gray ha definito marziano e venusiano. Difatti i marziani (gli uomini) danno importanza soprattutto al potere, alla competenza, all’efficienza e ai risultati. Vivono mettendosi continuamente alla prova e tentando di sviluppare la loro abilità. Definiscono il proprio senso di sé in base alla capacità di raggiungere risultati. Si sentono realizzati soprattutto attraverso il successo. Perfino l’abbigliamento maschile è ideato per riflettere le loro abilità e le loro competenze. Poliziotti, soldati, uomini d’affari, scienziati, tassisti, tecnici e cuochi, tutti indossano uniformi o almeno cappelli che sono l’espressione visiva del loro potere e della loro competenza. Non si interessano di psicologia. Sono molto più interessati alle attività all’aperto, come la caccia, la pesca e le gare automobilistiche. Sono interessati ai telegiornali, al tempo agli sport e si interessano il meno possibile di romanzi e di conversazione. A loro interessano più gli oggetti e le cose che le persone. Mentre le donne sognano l’avventura romantica, gli uomini fantasticano di macchine veloci, computer rapidissimi e strumenti tecnologici sempre più all’avanguardia. Raggiungere obiettivi è molto importante per gli uomini. Le venusiane (le donne) hanno valori diversi. Per loro sono importanti soprattutto l’amore, la comunicazione, la bellezza e i rapporti interpersonali. Dedicano molto tempo ad aiutarsi e vezzeggiarsi l’un l’altra. Il loro senso del sé si definisce attraverso i sentimenti e la qualità dei rapporti interpersonali. Si sentono realizzate tramite la partecipazione e la relazione. Più che di costruire autostrade e grattacieli, alle donne interessa vivere in armonia e in reciproca cooperazione. Le relazioni sono più importanti del lavoro e della tecnologia. Non portano uniformi come gli uomini. Al contrario, amano cambiare vestiti ogni giorno, a seconda dei sentimenti che provano. Per loro, l’espressione di sé e soprattutto quella dei propri sentimenti è di importanza capitale. Se sono di umore mutevole, arrivano a cambiare d’abito anche parecchie volte al giorno. La comunicazione è di importanza primaria. Rendere gli altri partecipi dei propri sentimenti è ben più significativo che conseguire obiettivi e successi. In sostanza, più che gli obiettivi le donne privilegiano le relazioni; a loro interessa soprattutto esprimere la propria bontà, il proprio amore e la propria sollecitudine. Due uomini vanno a colazione insieme per discutere un progetto o una questione di lavoro; hanno un problema da risolvere. Per le donne, una colazione è un’opportunità per approfondire un rapporto, per dare e ricevere sostegno e aiuto. Le conversazioni che le donne avviano in un ristorante possono essere molto aperte e intime, quasi come il dialogo che si instaura fra terapeuta e paziente. Tutte studiano psicologia e sono ottime ascoltatrici. Le donne sono molto interessate alla crescita personale, alla spiritualità e a tutto quello che comporta il crescere ed il migliorare. Il loro mondo immaginario è coperto di parchi, di centri commerciali, di giardini e di ristoranti. Le donne sono molto intuitive, una qualità che hanno sviluppato nel corso dei secoli nello sforzo costante di anticipare i bisogni degli altri. Dimostrare attenzione alle necessità e ai sentimenti altrui è per loro motivo d’orgoglio. E’ segno di grande amore offrire aiuto e assistenza non richiesti a un’altra donne, non c’è nulla di offensivo nell’offrire aiuto e l’averne bisogno non è segno di debolezza.
L’architettura organica non è interessata alla monumentalità, all’architettura come simbolo politico; essa è più incline alla vita privata, metafisica. Per dirla assieme a Ettore Sottsass “i problemi di cui mi interesso non sono grandi problemi, ma sono molto intimi e quindi molto pieni di significato. Per esempio, i momenti quando io sono nudo a letto quando vado a dormire, pensando a tutte le cose che devo fare l’indomani. Forse mia moglie ce l’ha con me. Forse è felice. Forse io non mi sento bene. Forse mia madre sta morendo. Questi sono i problemi che mi interessano; la solitudine dell’individuo in mezzo al cosmo. Un altro problema che io ho con l’architettura istituzionale è che la maggior parte di essa cerca di mettersi in mostra. In un articolo del Time magazine, hanno dichiarato che la buona architettura è l’architettura che attrae turisti. Io non sono interessato a questo tipo di architettura pubblica. Il mio scopo è capire la vita, e il potenziale per creare una positiva vita pubblica, e come l’architettura possa partecipare a questo fine. Lo spettacolo della vita pubblica non è molto bello oggi. Consiste solo nella relazione tra il capitale e la gente. Io so che probabilmente è stato sempre così, ma a me piacerebbe vedere se la vita pubblica può offrire di più. Per esempio la maggior parte dei grattacieli non sono architettura ma giusto edifici. Sono tutti uguali. Sono solo masse di pietra e vetro. E all’interno tutto quello che abbiamo sono queste persone che svolgono il loro lavoro alle loro scrivanie. Il direttore può avere un ufficio nell’angolo con due finestre; e questa è tutta la gerarchia che questo tipo di edificio può offrire. Tali edifici sono come grandi cataloghi che si ergono nel cielo e sono tutti uguali. Oggi tutti vogliono dissolvere i muri, averli tutti di vetro. Ma tu non puoi appendere un quadro su un muro di vetro. Tu non puoi cambiare il colore. Quando tu hai 19 anni tu vorresti essere circondato da un certo colore, quando ne hai 80 potresti cambiare la tua mente e decidere diversamente. Ma in una casa di vetro non vi è opportunità di fare ciò. E’ un modo di partecipare alla vita. Non è vivere in bianco e nero. I colori sono molto importanti: essi sono un elemento della vita e offrono un mezzo di espressione. Io posso svegliarmi al mattino e decidere di indossare una camicia rossa. Perché? Forse incontrerò una ragazza oggi. Vi è un momento di design quando io scelgo la mia camicia rossa, ma quel momento riguarda la mia interazione con il mondo esterno. Se io faccio tutto in bianco e nero io non ho tutte queste possibilità. Sembra che noi stiamo cercando di evitare i misteri. Ognuno vuole essere conforme. Non vogliamo pensare, e con gli standards, noi non dobbiamo pensare.”
E John Lautner crede che nessuna cosa nella nostra esistenza ha il potenziale di migliorare la qualità della vita come l’architettura. Egli dice: “ La cosa più appropriata che puoi fare per migliorare la tua vita è vivere in una grande architettura”. Egli crede che l’architettura può contribuire alle vite umane non solo fisicamente ma anche emozionalmente. Lo spazio senza tempo che Lautner crea continuamente rivitalizza ed esalta le vite dei suoi proprietari. Lautner si concentra sui sentimenti del cliente riguardanti lo spazio ed il riparo e cerca di incorporare queste emozioni nei suoi progetti. I suoi edifici e spazi cercano di portare fuori i sentimenti di riparo e di gioia dalle persone che li abitano. Il riparo è il caldo, avvolgente, nutriente dei sentimenti che sono così assenti negli edifici d’oggi.
Hundertwasser afferma che se l’abitazione è la terza pelle dell’uomo (la prima pelle è il derma, la seconda l’abbigliamento) essa deve crescere come un organismo. L’architettura deve essere una vivente, organica unità che si va evolvendo e costantemente cambia. L’abitante deve avere la libertà di sporgersi dalla sua finestra e fino a dove le sue braccia gli consentono di raggiungere, di trasformare l’esterno del suo spazio vitale. E gli deve essere permesso di prendere un lungo pennello e di dipingere ogni cosa rosa, così che da lontano, dalla strada, ognuno può vedere: là vive un uomo che si distingue dai propri vicini. Gli deve anche essere permesso di tagliare i muri e fare tutti i tipi di cambiamenti, anche se questo disturba l’armonia architettonica della così chiamata opera d’arte.
L’architetto spesso non ha una relazione profonda con l’edificio. Anche il più grande genio architettonico non può prevedere che tipi di persone abiteranno la sua opera. Le così chiamate dimensioni e proporzioni in architettura sono una frode criminale, specialmente quando le misure sono basate su valori medi di un umanità ideale. Il muratore non ha relazione con l’edificio. Se per esempio volesse variare solo leggermente la costruzione di un muro in accordo con i suoi propri concetti morali ed estetici, se ne avesse, perderebbe il suo lavoro. E poi non se ne cura in quanto non abiterà l’edificio. L’abitante stesso non ha relazione con la struttura. Egli non l’ha costruita; vi si muove solo all’interno. I suoi bisogni umani, il suo spazio umano, sono probabilmente completamente differenti. E così rimane la situazione anche quando l’architetto ed il muratore cercano di costruire in accordo con le istruzioni del futuro abitante e dell’imprenditore.
Oggi l’architettura è criminalmente sterile. Sfortunatamente tutta l’attività costruttiva finisce nel momento in cui dovrebbe essere più febbrile, quando l’uomo inizia a muoversi ed a vivere dentro di essa. Noi siamo oltraggiosamente derubati della nostra umanità a causa di leggi che con prepotenza ci forzano a non fare alcun cambiamento o addizioni alle nostre facciate, all’esplodere della vita interna verso l’esterno, sia come colore, come strutture o murature.
La vera architettura viene fuori da una normale attività costruttiva che è l’organico sviluppo di un riparo attorno ad un gruppo di persone. Tale crescita dell’edificio è come la crescita di un bambino o di un uomo. L’assoluta completezza della costruzione di un edificio è tollerabile solo nei monumenti e in architetture non abitate. Tutti gli occupanti devono essere liberi di creare la loro pelle esterna, essi devono essere liberi di determinare e trasformare il guscio esterno del loro domicilio affacciantesi sulla strada.
L’Urban planning è oggi soggetto ad una legislazione troppo serrata. Un City planner deve avere il coraggio di cercare la pluralità, particolarmente quando questa implica romanticismo ed il così chiamato “Kitsch”. L’assenza del kitsch rende la nostra vita insostenibile. La modernità non è ciò che è rivoluzionario, ma è il ritorno alla pienezza dell’umano, allo standard umano, ai sogni dell’individuo. Un edificio economico non significa contenere i costi dei materiali, dell’impiantistica, del lotto di terreno e della sostenibilità; bisogna evitare i costi sociali aggiuntivi di uno spazio non organico che si materializzano in: vandalismo, costi ospedalieri, fuga dalle città, abusi di autostima e di dignità umana, soppressione della creatività dell’individuo. La casa è lo specchio riflesso dell’uomo.
L’architettura organica si muove attraverso continue relazioni e rimandi spaziali in un continuum associativo di diverse dimensioni dei luoghi che dialogano quasi alla maniera della prosa spontanea di Jack Kerouac di “on the road” dove l’oggetto è posto di fronte alla mente con il tempo fondamentale nella purezza del discorso, il linguaggio è un flusso imperturbato della mente di segrete parole-idea personali; niente punti a separare strutture-frasi già rese enigmatiche da ingannevoli punti e timide virgole di solito inutili, ma il vigoroso trattino a separare il respiro retorico; niente selettività di espressione ma seguire la libera deviazione della mente nell’illimitato mare del pensiero; niente pause per pensare alla parola giusta ma l’accumulo infantile di un concentrato di parole finché non si ottiene soddisfazione, che si rivelerà come un grande ritmo; scrivere permettendo all’inconscio di far entrare il proprio linguaggio non inibito, interessante, necessario e dunque moderno.
Il flusso consequenziale di spazi proprio dell’architettura organica si avvicina alla tecnica del “flusso di coscienza” di James Joice che consiste nella libera rappresentazione dei pensieri di una persone così come compaiono nella mente. Con “Ulisse” lo scrittore abbandona le convenzioni della prosa narrativa. Cerca un mezzo più preciso e più fedele per catturare i pensieri e le emozioni dei suoi personaggi; quindi ricorre ad una lingua sorprendentemente ricca e complessa, costruisce un mosaico complesso di stili e di forme, godendo nel giocare coi linguaggi e nel parodiare quasi tutti gli stili, dagli autori del passato, della letteratura popolare, dei manuali scientifici, dei quotidiani. La prosa diventa musica ed il monologo interiore intende cogliere – rinunciando alla mediazione delle convenzioni tipiche della scrittura – il pensiero grezzo così come fuoriesce dalla coscienza nel suo stadio pre-orale e, quindi, genuino e spontaneo.
Ma l’architettura organica mostra tutto il suo potenziale nella sua visione della città. Paolo Soleri nel suo progetto visionario di Mesa City prevedeva di contenere un milione di persone in uno spazio della taglia di Manhattan. Studiando i trasporti, i servizi di una città come questa, si rese subito conto delle implicazioni di complessità e miniaturizzazione necessarie per la sopravvivenza del sistema urbano stesso. Prendiamo un cervello umano, per esempio. Se fosse bidimensionale potrebbe coprire un’area di venti o più miglia quadrate. Vi è così tanta attività in esso che avrebbe bisogno di migliaia di miglia di connettori per funzionare. Ma il cervello umano, come si è evoluto, è un esempio di enorme complessità che viene fuori proprio dalla sua capacità di ripiegarsi su stesso, tridimensionalmente, e la nozione di miniaturizzazione è intrinseca a questo processo. Così come stava progettando Mesa City in mezzo al paesaggio, e allo stesso modo stavano costruendo città come Phoenix e Los Angeles, era come prendere il cervello e dire: noi vogliamo che questo cervello sia più vicino alla natura quindi spieghiamolo e stendiamolo nel paesaggio. Ma facendo ciò, noi distruggiamo il cervello e la natura, distruggiamo la città e la natura automaticamente. Così Soleri capì che doveva progettare in maniera implosiva e vedere ciò che sarebbe successo in termini di ricchezza della vita. Questo è l’Urban Effect, l’effetto di miniaturizzazione del nostro habitat. E’ l’impulso della realtà che organizza se stessa in un intenso, collegato, intrecciato, interattivo set di elementi che improvvisamente crea la vita e forse la coscienza dove prima era solo muto minerale. L’Urban Effect non comprende solo le città. Infatti è qualcosa che dal principio della vita diventa un presenza importante. E’ un urgente bisogno verso una condizione che è più intensa, più ricca e meno segregata.
Dovrebbe essere autoevidente che l’espansione suburbana che abbiamo oggi, con la loro domanda in termini di produzione e consumo, sono distruttive per l’ambiente. Più grande è la mia casa più la riempirò di cose. E più grande è la mia casa e più sarà isolata dalla casa vicina. Così la logica delle connessione umana non è solo mentale o sociale ma anche fisica, connettendo i bisogni fisici, centri commerciali,servizi, spazzatura, acqua, fognature. Noi dovremmo forse come ambientalisti accettare la nozione che abbiamo bisogno di avvicinarci, concentrarci. Il fatto è che se noi eliminiamo tutte le città ciò che rimane non è molto. Anche se siamo scettici sulle città, noi dobbiamo riconoscere che la città è ancora il luogo dove le cose stanno accadendo in scala e qualità. Ora le città sono strutture di centinaia di chilometri quadrati. Così gigantesche che non possono funzionare in termini di gravità e termodinamica, e così negano quello che dovrebbero essere, vitali, intense, piene di gioia. Noi dobbiamo prendere la città e ripiegarla su se stessa, farla tridimensionale, così che miniaturizziamo il suo landscape eliminando il problema del suo gigantismo. A questo punto possiamo usare lo spazio e il tempo che sono molto preziosi nel miglior modo che possiamo. Questo è veramente efficiente e dove arriva la frugalità si produce meno inquinamento e distruzione.
Giovanni Michelucci pensa ad una “città variabile” come un organismo vivente, capace di rinnovarsi nel tempo e nello spazio; come un’opera d’arte corale che si disgrega e si ricostruisce in una perenne trasformazione; in un seguito di forme tutte compenetrate l’una nell’altra; una città che non vuole essere il frutto di una ricerca astratta o di un gusto particolare ma rappresentare la sintesi dei tanti interessi dei cittadini i quali come obbedendo ad una legge naturale e insopprimibile di equilibrio, precisano via via il loro limite, la loro condizione o natura, senza sacrificare nulla della loro individualità.
Leonardo Ricci pensa ad una “città-Terra” come un organismo, come un’unica composizione continua sul territorio, dove qualsiasi separazione tra spazio architettonico e spazio urbano viene annullata. La strada è anche casa e la casa strada. E la casa ha messo le gambe e si è spostata alla montagna e la montagna è anche casa. Ed è entrata nel mare e le barche si ormeggiano alle porte. Non si può separare una cosa dall’altra. Le costruzioni risalgono le valli lungo i fiumi che vanno alla foce, la traversano come ponti sospesi, si impennano verso il cielo come un picco di montagna, si adagiano sul pendio come un campo di grano, si condensano come sequoie giganti: La città è libera. E gli uomini hanno trovato le ragioni del loro stare insieme in pace. E la morte non fa più paura. Ora non solo la città ma anche il quartiere, anche il vicinato, anche la famiglia è diventata tutta la terra. E nessuno sa chi è stato l’architetto. Un architetto è partito dalla terra desertica, ha iniziato una costruzione e quello dopo è partito da quella costruzione ed ha continuato a costruire. Si è incastrato in esse e le ha superate con un ponte. E un altro le ha aggirate e riannodate al fiume. E dal fiume un altro architetto le ha spinte fino al mare. E in quel punto quella costruzione è libera e vibrata come un’ala….Questa nuova città-terra nella quale la separazione tra città e campagna non esisterà, nella quale le attività primarie, secondarie, terziarie tendono a fondersi, nella quale gli atti umani non saranno più alienati dal contesto in cui viviamo, dove il significato della nostra giornata e gli atti che ne derivano acquistino una nuova unità e soprattutto una continuità da molto tempo perduta, dove l’uomo infine, drogato oggi da mille paradisi artificiali, possa ritrovare il senso della propria esistenza, che si basa fondamentalmente sui bisogni elementari.
Lucien Kroll pensa ad una città incrementale, una città vivente. Quando gli domandarono di scrivere un articolo sulla natura delle città egli scrisse: “nulla”. Egli afferma che la modernità è antinaturale per nascita. Le città antiche erano nate come una sinfonia a parecchie voci senza libretto musicale, come l’improvvisazione dei gruppi di free jazz, dove ciascuno conosceva tanto bene il movimento e la direzione che dominavano istintivamente, non intelligentemente i cambiamenti di temi; esprimevano la democrazia e la liberazione dei negri.
Le città sono nate a caso per circostanze e per bisogni, un incrocio di cammini, un fiume, le pendici di una montagna, hanno fatto cristallizzare la città, poi sono cresciute spontaneamente a caso tra le iniziative e le negoziazioni continue tra i nuovi elementi ed il loro contesto, la loro geometria era quella del sito, dell’esistente, della collaborazione tra il nuovo ed il vecchio, non è una macchina, è un organismo vivente, naturale la città. Ciascuna situazione ha trovato una forma prodotta dalle vecchie vicine e dalle nuove venute, è sempre un dialogo, non un egotismo di imporre una macchina su un’altra macchina. Il cardo ed il decumano, le griglie erano inventate per il desiderio del potere non dell’umanità. L’acropoli di Atene è un immagine di un disordine vivente, senza regole d’allineamento, una crescita con aggiunte viventi successive, pacifiche.
I piani regolatori del Rinascimento sono molto belli, ma sono armi di guerra; quel disegno grazioso serviva ad uccidere quanti più nemici era possibile. Il calcolo ha inventato l’industria e poi l’urbanistica ha disegnato i quartieri di case popolari, docili, e hanno realizzato la città a sua immagine. La casa popolare è un oggetto ripetuto molte volte, dopo due secoli tutta l’urbanistica aveva pianificato e tutto lo sviluppo anarchico naturale era sparito. Evidentemente la natura e la sua libertà erano interdetti; la città è diventata un oggetto fabbricato, obbediente al potere, le valli sono state colmate, i fiumi canalizzati, le strade rettificate, la parallela imposta ovunque. L’urbanistica è diventata militare e l’architettura un oggetto alienato; e si sono costruiti edifici da demolire.
La rivolta ecologica è come ritrovare una innocenza pre-industriale nei nostri comportamenti. Gli ecologi affermano che il grande colpevole è l’urbanistica e che essa deve evitare la produzione di CO2 attraverso la tecnologia. Una casa con un tetto fotovoltaico è stupida, è sempre una casa stupida, non è ecologica. Ci sono due modi per risolvere le situazioni: la razionalista e l’incrementalista.
La prima è moderna, il general problem solving, dove tutto è un problema e trova la sua soluzione; ma per esempio la casa non è un problema, una casa è un ecologia, non è possibile renderla intelligente meccanicamente, soltanto con calcoli artificiali che arrivano fatalmente ad una stupidità teorica che aumenta l’alienazione generale. (ad es. nel complesso programma di calcolo strutturale SAP alla fine del libro delle istruzioni si afferma: “ quello che un ingegnere può schizzare su una busta da lettere è incomparabile, insostituibile, nella grandezza della sua intuizione, rispetto alle pur infinite possibilità di calcolo del programma stesso”). Così il razionalismo ha distrutto il pianeta mentre l’incrementalismo organico prova a salvarlo.
Incrementalismo significa per esempio che io imparo a parlare una lingua non dai libri, ma parlando. La natura è stata schiavizzata perché si vuole che sia identica; la natura non fa le cose identiche, tappeti erbosi rasoterra; il ruolo del paesaggista è diventato quello del poliziotto, traccia le strade diritte, volumi parallelepipedi, sceglie le specie per impostarle senza miscelarle, con accurata pulizia etnica; appena un albero disubbidisce o cresce una pianta locale selvaggia, li mutila o li estirpa; rari sono i giardinieri che lasciano il giardino crearsi da sé. Il paesaggista-giardiniere dovrebbe lasciare fare alla natura e sorvegliando aiutare il paesaggio ad essere se stesso. L’olandese del nord dell’Olanda lo lascia fare e l’aiuta con altri materiali per moltiplicare le situazioni differenti (Nord, Sud, Est, Ovest, pioggia, sole ecc.) per favorire la diversità. Un esempio per eludere l’alienazione architettonica moderna è l’ospedale di S. Maria della Scala a Siena; dopo aver inghiottito un vecchio sentiero di capre e anche la cappella di S. Caterina da Siena, ha creato un agglomerato di tutti gli usi e poi si è trasformato in un ospedale; e così è diventato un conglomerato. Un agglomerato sono oggetti messi insieme; una conglomerato è una serie di oggetti che hanno relazioni empatiche. Un buon architetto che disegna bella architettura è perfetto, può morire soddisfatto; ma ha distrutto il pianeta. Un edificio non è un edificio omogeneo, non può essere, è un’azione plurale, non c’è bisogno di avere il programma.
I programmisti sono perfetti, straordinari, tutto è definito per metri quadrati, soggetti, azioni.(Assurdità degli standard urbanistici; vani ad abitanti, mc/ab, altezze, distanze, ecc.).
L’architettura oggi deve essere un processo generativo organico senza programma, senza obbligazione. Incrementalismo è una formula matematica aperta che significa aggiungere ad una quantità un’altra quantità, piccole quantità infinitesimali e vedere che succede; non è una scienza esatta, è un comportamento della materia. Nelle relazioni umane la corrente razionalista raggiunge tutte le informazioni necessarie, e poi crede che ha tutte le informazioni; è matta! Le informazioni sono infinite, e sono viventi; le informazioni quando sono insieme vivono e cambiano; ma la razionalità non vuole sapere ciò.
L’incrementalismo raggiunge le informazioni sapendo che sono viventi, e ciò significa agire consapevolmente come la natura. L’uomo è l’interesse più importante e l’apporto umano alla natura si chiama: partecipazione. Così l’incrementalismo organico fa partecipare gli uomini che sanno abitare per istinto con politici, scienziati, tecnologi, artisti e costruttori che ne capiscono le esigenze e fanno un modello vivente che è possibile tradurre in architettura trasformando organicamente la realtà. Bisogna apprendere a vivere e fare architettura architettando tutti insieme, passo a passo con amore…!

 
Carmine Sarno e Carlo Sarno





   
SARNO ARCHITETTI
Carmine Sarno & Carlo Sarno
Architetti Organici / Organic Architects
Organic Architecture and Contemporary Society
(traduzione in lingua inglese con Google traduttore)
 
The architecture can be defined, in general, as a specific human activity for the transformation of reality, formed by the synthesis of various disciplines, such as: art, science, technology, ethics, psychology, economics, etc.., purpose of optimal living human beings in a given habitat anthropology, in a unique socio-cultural system and a unique and irreplaceable natural area.
From this it is clear that doing architecture and deeply invested significantly anthropogenic and natural environment that surrounds us, and involves large responsibilities and ability to understand the structural requirements of both the individual and contemporary society, possible routes of development planning harmonious and environmentally friendly.
But to these general considerations on Architecture, unfortunately not always necessary to add that the art and science of living have given the above-mentioned fruits and expected results, disappointing expectations and sometimes irreversibly precluding a consistent, well justified and urban development the territory.
This is because often the actors of the transformation of the territory have understood the architecture or as something abstract urban indices that flows from cold, or as a formal system whose only concern and respect for inappropriate styles and shapes, or even worse, as a with an inert, inorganic materials and technology that has the sole purpose of building boxes-containers to bulk users only considered abstract as the number of inhabitants.
Fortunately, the tradition has always been of good architecture, based on common sense of solidarity and love, meaning and deep understanding of the special needs individual and collective, has given rise to organic architectural systems, harmonious with the environment and anthropogenic environmental this is in the past that are still present and so will be in the future.
In keeping with this tradition, with the "T" capitalized, it places the Organic Architecture, an architecture that arises from the inside out, its reason for being, its functional needs and psychological, physiological and spiritual, which means architecture as something intensely human.
Not, therefore, an architecture based on formal styles and labels, surface or volume, to be applied from the outside in a fictitious and unjustified, if anything, only for a random problem of taste and fashion, looking for a brand new architecture that has nothing to do architectural design with true systemic.
The Organic Architecture, says his own name, coined by Louis Henry Sullivan and then later by Frank Lloyd Wright midway between 800 and 900, is an architecture that conceives space as a living, constantly changing and adapting to various functional needs, psychological and spiritual.
The Organic Architecture never repeats stereotyped models, and today we can say globalized, to be placed anywhere in the world is always a work commissioned in the same way, however, always consider the architecture as the result of three variables, as Wright said: l 'man, time and space, three variables that are never repeated and who continues to give rise to unique works of art by nature, timing and environmental context.
Therefore, the Organic Architecture is not a style but a worldview that respects people and nature in its deepest essence.
In this sense, the Organic Architecture, as it is understood here, is placed at the foundation and "mother" of all those buildings are respectful of nature, sustainable architecture, arcology, an alternative architecture, green architecture, green architecture, etc. .. The Organic Architecture is the root of all these trends "natural", the true underlying philosophy, respect for nature binds to the growth of the individual as a person and part of civilization, it helps to not fall into sectoral and distort the architecture its deep essence of yeast positive for the human civilization.
The organic project, intended as a complete harmony between the parties, ecosystem and is always looking for a good and harmonious relationship between the city, architecture, landscape and man in respect of biodiversity, social and sustainable development.
The Organic Architecture lays the foundation of his work against human dignity, love, solidarity, considered a free man, creative manager who has the right to a space on a human scale to help him grow, to show its potential , with respect for nature and his spirituality.
Man as an individual person's unique and precious, as announced in the Gospel of Jesus Christ, returns to the center of the architecture. Wright writes: "monumental architecture is not necessary, except that which is inherent in the natural beauty." And again: "The Organic architecture is created by love for human nature."
Here are some basics now listed Organic Architecture:
1) the Organic Architecture is space for the free , creative , joyous and social life of the man and  is developed with love verity and freedom in organic continuity from the inside to the outside "ab intra ad extra", from the interior life that flows in space to outdoor environment, in harmony with the conditions of its being, with the nature and with God ;
2) the organic space  is flexible and in motion , in evolution , as the life to the inside of it ;
3) the organic generative process  creates a unique , social  and unrepeatable locus ;
4) the creative dialogue with the natural and anthropic surrounding environment generates a ecorganic and synergetic space ;
5) the organic composition is syntropy and unity in the diversity , conserving the harmony among the parts ;
6) organic integrity is harmony of the truth like beauty of the well-balanced variety in the biodiversity ;
7) the organic beauty is harmonic representation of the finality ;
8) the good living , the fraternity and the happiness of living are the aim of the systemic organic space ;
9) the Organic Architecture is always new because it is without style, unique and unrepeatable , being tied to the Man, to the Site and to the Time ;
10) the Organic Architecture is born always from the life understanding like integrity , freedom , fraternity , harmony , beauty , joy and love.
 

The historical roots can be found in Organic Architecture: Architecture of Nature, Architecture primitive, spontaneous popular Architecture, Urban Medieval, Oriental Traditional Architecture, Architecture-Art Nouveau Floral Architecture Free Democratic.


It is now appropriate and necessary a brief overview of World Organic Architecture, citing architects organic emblematic who embodied this way of conceiving and designing the living.
Frank Lloyd Wright (1867-1959, founder of organic architecture in the United States - "form and function are one") first, then Bruce Goff (1904-1982) and Paolo Soleri (1919), were the architects who have theorized the fundamental principles of organic architecture, an architecture creative and unique to humans, not only has style but poetic generative processes common. Famous precursors, Louis Henry Sullivan (1856-1924) and Antoni Gaudi (1852-1926).
In particular, the Italian architect Paolo Soleri founded in the United States arcology (architecture + ecology), that the ecosystem in an organic architecture. Important for the development of organic architecture Richard Neutra (1892-1970), John Lautner (1911-1994 organic architecture-experimental), Fay Jones Euine (1921-2004), Gunnar Birkerts (1925 architecture as organic process).
Currently in America the organic architecture as a point of reference: Taliesin, the Frank Lloyd Wright School of Architecture, founded in 1932, The Bruce Goff Chair of Creative Architecture - University of Oklahoma, breather - San Francisco Institute of Architecture, associations Taliesin Fellows and Friends of Kebyar. As organic architects include: Douglas Cardinal, Arthur Dyson, Bart Prince, Robert Green, Joseph Henry Wythe, James and Drew Hubbell Hubbell, James Walter Schildroth, Kendrick Bangs Kellogg-Robert Oshatz, Frank Chay, Barry Peterson, Arlin Tom Dean, William Bruder, Edwin Hansen, Ruth & Rick Nelson Brackin and Megiddo, currently Chairman of Fok. In Canada, John Kay. Very important are also the original organic architecture of John MacLane Johansen (1916) and David Pearson (1940), internationally known critic of the new organic architecture.
In Australia we have now at the forefront of ecological architecture organic Glenn Murcutt and Gregory Burgess.
In Europe we have an organic expression of Hans Poelzig (1869-1936), Hugo Haring (1882-1958), Hans Scharoun (1893-1972), in architecture and the anthroposophy of Rudolf Steiner (1861-1925). In Finland, Alvar Aalto (1898-1976) master of the European organic and Reima Pietila (1923-1993). In Austria Friedensreich Hundertwasser (1928-2000) Master artist-architect of the organic freedom of thought.
In Europe we have an organic architecture and social life of Ralph Erskine (1914-2005) and Lucien Kroll (1927). It is also important Makovecz Imre (1935) and the whole group of new organic Hungarian architects. Taillibert In France, Roger (1926), Françoise and Philippe-Alain Riou.
In Italy the organic architecture has as historical figures: Giovanni Michelucci (1891-1991, master of Italian organic and social), Pier Luigi Nervi (1891-1979, master of organic structural), Piccinato Louis (1899-1983 , master of urban organic Italian), Bruno Zevi (1918-2000, critic and promoter of organic and internationally renowned Italian social, founder dell'APAO in 1945, the first Italian Association for Organic Architecture), Carlo Scarpa ( 1906-1978), Giulio De Luca (1912-2004), Anthony Sarno (1921-2003), Marcello D'Olivo (1921-1991), Leonardo Ricci (1918-1994), Louis Pellegrin (1925-2001), Mario Galvagni (1928, Ecology of organic architecture as a form), Aldo Loris Rossi (1933, organic centrifugal explosion of architectural space), Gaetano Pesce (1939, standard-bearer of the right to be different innovative organic), Julian Chelazzi (1942, founder of the Friends of Frank Lloyd Wright). They also remind Ciamarra Massimo Pica (1937) and Richard Dalisi (1931) for their design awareness towards organic issues.
Currently in Italy we have among others: Sarno Architects, founded by Carmine Sarno (1958) and Carlo Sarno (1959), which promote the Italian Social and Organic Architecture, John D'Ambrosio (1959, pupil of Pellegrin), Stephen Andi ( 1954), promoter of organic living (anthroposophical), Mei Alberto Rossi (1968). As groups and associations of organic architecture in Italy include: Adao - Organic Architecture and Friends Association Friends of Frank Lloyd Wright.


Deepen now more particularly the articulation of the organic concept in contemporary society.
The organic architecture creates a space that is shaped around its inhabitants. It shows all its power in its ability to turn infinitely on space needs and emotions of individuals. Pioneers of the value of diversity is an architecture of freedom and change, produced by the inhabitants who interact with it in a box space that is the foundation of our being in the world.
The organic architecture does not produce stereotyped forms, but spatial sensations, particular places that take shape from the unique minds of its users that help to make it even more amazing. Understood in this way, organic space that is not reified in some natural form of both animal and vegetable, is not the space that follows the so-called natural growth process, the space is a space that contains organic and satisfies one particular being, man. So there are as many spaces as there are organic ways of living of all of us special. The organic architecture is the spatial manifestation of our diverse, individual way of being in the world. And 'our third skin. Through our clothes, our second skin, we express ourselves. The architecture allows us to externalize our way of life, our conception of the world, what we understand with the singular and unique events in our life and compare it with others and enrich each other deepening the mystery of the deep meaning of our existence. Our existential concepts are transformed over time and the organic architecture follows us on our journey reflecting our mental space with his needs and dreams.
The time evolution of the brain affects the effort that organic architecture should do to follow the living complexity of our thought. And 'man Marcel Duchamp that organic architecture is targeted, because he stated: "I love to live, breathe, that working. So, if you will, my art will live: every second, every breath is a work that is not written anywhere, which is neither visual nor cerebral. It 'a kind of euphoria constant. " And 'the life of the "marchand du sel" (salt merchant). Architecture of the here and now is an '"open work" according to the statement by Umberto Eco.
The organic architecture is an architecture that defies time through constant change, the continuing evolution of its space. Cancel those who are the compositional styles that block architecture making it a container consumed and inhabited by people who no longer communicate with it; organic architecture is an open work that shows its vitality and effectiveness through the change. It is an architecture of the facade, but an architecture that has the ability to crush continuously regenerate and never age. It 'a work whose interpretation is not unique but changing as it is linked to the here and now, work is always contemporary.
Peter Cook distinguishes between architecture and mere building stating that the architecture lives of infinite possibility of interpreting the basic needs in some special way that accentuates or conditions, so that takes on greater significance. An eco-wise you need answers to problems would be intolerable. This can occur investigating the causes of the failure of the New Towns: here most of the buildings and housing is justifiable for itself in response to certain requirements, but the whole atmosphere is gloomy.
The architecture of the past used a static language, the architecture of the immediate past had to invent a language to absorb the dynamism and change, it is reasonable to predict that the architecture of the future can really give a concrete form to this dynamism. Because the language of architecture is so limited?
The explosion of life that occurs suddenly in any change in our life today is the ability and freedom to express themselves without compromise, the euphoria of being different also from what I was yesterday, the prospect of being able to change my life by ' today tomorrow in an infinite sequence of incarnations but in this life, looking for a space that is transformed according to the emotional needs and that can also be a stimulus for a search for the infinite pleasure of being. The organic architecture is now more than ever with its ability to evolve depending on the functional-emotional needs, with its ability to integrate any new demand for space in a space-time continuum that manages to capture the new and eufemizzare. The organic architecture is not afraid to sue and recognizable figurative images taken from the street and popular culture, or create new types; tries to convey surprise, discovery, optimism, encouragement, originality. It is characterized by the rupture of unity and fragmentation. The use of many forms, fragmented, uncertain even with the constant reference to the human body, in contrast with the materials provided and enhanced in their nature, the colors, calls into question the neutrality of formal classical design decorative and superficial many contemporary productions.
Gaetano Pesce says: "I think that is death to make us equal, and that being alive is to be different, and how each of us has that right, I think that the objects that surround us in the small arc of our lives should enjoy this privilege. The architecture, the furnishings have been planned and designed as a product to meet the growing need for more socially broad mass. And our life has lost considerably in spontaneity, replaced ad nauseum by everything that prevents the free self-determination and individual taste. At one time I said that the series is a breakthrough industrial indisputable, evolution essential and irreplaceable. Today those values are no longer enough to me, today I want more wealth in industrial production, finding that the spontaneity of the object as a single copy. I believe that the reference objects must be bound to a single individual who is not the rite of a precise stage of life or a definite minority of people. The non-standard brings us closer to the personal world of each one of us. Reports to be really emotional to be exclusive, both among people and with objects, otherwise it is frustrating. Expanding the meaning of things is in the process of introducing product or project of the values that have never been used as the feminine aspect of our brain, which is capable of carrying values never used before. Another aspect of the reality today is that of femininity understood not as a man-woman, but as half of our brain for the upbringing, which has always exalted the male values (assertiveness, ideology, rigidity, etc..) Has been suppressed and that today is challenging in the name of the complexity and multidisciplinarity. Instead of using only the dogmatic part of the brain, you can use the same incoherence, not rigidity. For five thousand years, the architecture is an architecture masculine, but not because men made by men, because men made from the middle of the rational brain, which for centuries has been recognized as the most important half. The other was a bit 'weak, feminine, and has always been put aside. Then led us to use technology to individual or completely hostile to people, led us to create spaces very dogmatic, cold, hostile, fragile because hard. All values that are passed over because they are linked to a conception of the male world. Today we open ourselves to a sensuality, a delight. The point that architecture is not a matter of form, but of profound processes that can generate a new way of seeing space as a diverse set. "
The organic architecture combines harmoniously the two anthropological structures of thought to the space constructed by attributing a value of completeness and syntactic grammar in the articulation and definition of the environment and reach a comprehensive and unparalleled depth of meaning, is placed between the sphere and the labyrinth between two ways of thinking and seeing the world Jhon Gray called Mars and Venus. In fact the Martians (men) give particular importance to power, knowledge, efficiency and results. They live constantly test and trying to develop their skills. Define their own sense of self based on the ability to achieve results. They feel made mainly through the success. Even men's clothing is designed to reflect their abilities and their skills. Policemen, soldiers, businessmen, scientists, drivers, technicians and cooks, all wearing hats that are uniform or at least the visual expression of their power and their jurisdiction. Not interested in psychology. They are much more interested in outdoor activities such as hunting, fishing and motor racing. I am interested in news, sports, and while it can affect the least of novels and conversation. They involve multiple objects and things that people. While women dream of romance, men fantasize about fast cars, fast computers and technological equipment keeps getting better. Achieving goals is very important for men. The Venusian (women) have different values. Important to them most of all love, communication, beauty and relationships. Devote much time to help and cherish each other. Their sense of self is defined through the feelings and the quality of interpersonal relationships. They feel realized through the participation and the relationship. Rather than building highways and skyscrapers, for women interested in living in harmony and mutual cooperation. The relationships are more important than work and technology. They do not wear uniforms as the men. On the contrary, they love to change clothes every day, depending on their feelings. For them, self-expression, and especially that of their feelings is of paramount importance. If you are moody, also come to change clothes several times a day. Communication is of primary importance. Bringing others into one's own feelings is much more significant goals and achieve success. In essence, rather than targets women prefer relationships; they particularly interested in expressing their goodness, their love and their care. Two men went to lunch together to discuss a project or an issue of labor have a problem to solve. For women, a breakfast is an opportunity to deepen a relationship, to give and receive support and help. The women start conversations in a restaurant can be very open and intimate, almost like the dialogue established between therapist and patient. All study psychology and are great listeners. Women are very interested in personal growth, spirituality and everything that involves the growing and improving. Their imaginary world is covered with parks, shopping centers, gardens and restaurants. Women are very intuitive, a quality that have developed over the centuries In a continuing effort to anticipate the needs of others. Demonstrate attention to the needs and feelings of others is a source of pride for them. It 'a sign of love to offer help and assistance not required to another women, there is nothing offensive in offering help and need it is not a sign of weakness.
The organic architecture is not interested in monumentality, architecture as a political symbol, it is more prone to privacy, metaphysics. To put it together with Ettore Sottsass "I am interested in the problems that are not big problems, but they are very intimate and so very full of meaning. For example, the moments when I am naked in bed when I go to sleep, thinking about all the things I have to do tomorrow. Maybe my wife is upset with me. Maybe he is happy. Maybe I do not feel well. Maybe my mother is dying. These are the issues that interest me, the loneliness of the individual in the midst of the cosmos. Another problem I have with the institutional architecture is that most of it trying to show off. In an article in Time magazine, said that good architecture is the architecture that attracts tourists. I'm not interested in this type of public architecture. My goal is to understand life, and the potential to create a positive public life, and how architecture can participate in this order. The spectacle of public life is not very nice today. It consists only in the relationship between capital and people. I know that probably was not always so, but I'd like to see if the public life can offer more. For example, most high-rise buildings are not architecture but fair. They're all alike. They are just masses of stone and glass. And in all we have are these people doing their work at their desks. The director may have a corner office with two windows, and this is the whole hierarchy that can offer this type of building. These catalogs are like great buildings that rise into the sky and they are all equal. Today everyone wants to dissolve the walls, all of them of glass. But you can not hang a picture on a wall of glass. You can not change the color. When you have 19 years you would like to be surrounded by a certain color, when you 80 you may change your mind and decide otherwise. But in a glass house there is opportunity to do so. It 'a way to participate in life. Not live in black and white. The colors are very important: they are an element of life and offer a means of expression. I can wake up in the morning and decide to wear a red shirt. Why? Maybe meet a girl today. There is a moment of design when I choose my red shirt, but that time about my interaction with the outside world. If I do everything in black and white I do not have all these possibilities. It seems that we're trying to avoid the mysteries. Everyone wants to be compliant. We do not want to think, and with the standards, we must not think. "
And John Lautner believes that nothing in our lives has the potential to improve the quality of life as the architecture. He says: "The proper thing you can do to improve your life is to live in a great architecture." He believes that architecture can contribute to the lives not only physically but also emotionally. The timeless space that creates Lautner constantly revitalizes and enhances the lives of its owners. Lautner is focused on the customer's feelings about space and shelter, and tries to incorporate these emotions into his projects. Its buildings and spaces seek to bring out the feeling of shelter and joy by the people who inhabit them. The shelter is the warm, embracing, nourishing feelings that are so absent in today's buildings.
Hundertwasser says that if the house is the third man's skin (the first skin is the dermis, the second clothing), it must grow as an organization. The architecture must be a living, organic unity that is constantly evolving and changing. The citizen must have the freedom to lean out his window and up to where his arms allow him to reach, to transform the exterior of your living space. And he should be allowed to take a long brush and paint everything pink, so that from afar, from the street, everyone can see: there lives a man who stands out from its neighbors. He must also be allowed to cut the walls and do all kinds of changes, even if it disturbs the architectural harmony of the so-called work of art.
The architect often has a profound relationship with the building. Even the greatest architectural genius can not predict what kind of people inhabit his work. The so-called size and proportions in architecture are a criminal fraud, especially when the measures are based on average values of an ideal humanity. The builder has no relation to the building. If, for example, would vary only slightly the construction of a wall in accordance with its own moral and aesthetic concepts, if he would lose his job. And then he does not care because they do not inhabit the building. The resident has the same relationship to the structure. He has not built, we move indoors. His human needs, its human space, are probably completely different. And so the situation remains even when the architect and the builder trying to build in accordance with the instructions of the future citizen and the entrepreneur.
Today, architecture is criminally sterile. Unfortunately all the construction activity ends when they should be more hectic, when man begins to move and live in it. We are outrageously robbed of our humanity because of laws that arrogantly force us not to make any changes or additions to our facades, the explosion of life inside out, both as a color, such as structures or walls.
The real architecture is out of a normal building activity which is the organic development of a shelter around a group of people. This growth of the building is like the growth of a child or a man. The absolute completeness of the construction of a building is tolerable only in monuments and uninhabited architecture.
All occupants must be free to create their outer skin, they should be free to determine and make the outer shell of their home on the waterfront overlooking the street.
The Urban Planning is now subject to a legislation too tight. A City planner must have the courage to seek the plurality, particularly when it involves romance and the so-called "Kitsch". The absence of kitsch makes our lives unbearable. Modernity is not what is revolutionary, but it is a return to the fullness of humanity, the human standard, the dreams of the individual. A building does not mean economic cut the costs of materials, plant, the plot of land and sustainability, we must avoid the social costs of an additional space which is materializing in the workforce: vandalism, hospital costs, fleeing the city, abuse self-esteem and human dignity, suppression of individual creativity. The house is a mirror reflection of man.
The organic architecture is moving through space for more reports and references in a continuum of different sizes associated sites that interact almost in the style of spontaneous prose of Jack Kerouac's "On the Road" where the object is placed in front of the mind with the crucial time in the purity of speech, language is undisturbed flow of the mind of personal secret idea-words, nothing points to separate structures-sentences already made enigmatic by deceptive points and timid usually needless commas, but the vigorous dash to separate the breathing rhetoric, no selectivity of expression but following free deviation of the mind in the unlimited sea of thought, no pauses to think about the right word but the child of a concentrated accumulation of words until you get satisfaction, which will be revealed as a great rhythm ; writing allowing the unconscious to bring in their own language uninhibited interesting necessary and so modern.
The flow of organic consequential spaces right approaches to the technique of "stream of consciousness" by James Joyce, which is the representation of the free thoughts of a person as they appear in the mind. In "Ulysses," the writer abandons the conventions of narrative prose. Search for more precise half and more faithful to capture the thoughts and emotions of his characters, then resorts to a language surprisingly rich and complex constructs a complex mosaic of styles and shapes, enjoying playing with language and parody in almost all styles, the authors of the past, the popular literature of scientific textbooks, newspapers. The prose becomes music and would like to take interior monologue - waiving the mediation of the typical conventions of writing - as well as the thought comes out of the raw consciousness in his pre-oral stage and, therefore, genuine and spontaneous.
But the organic architecture shows its full potential in his vision of the city. Paolo Soleri's visionary project in the City of Mesa planned to hold a million people in a space the size of Manhattan. Studying the transport, the services of a city like this, he realized the implications of complexity and miniaturization necessary for the survival of the urban system itself. We take a human brain, for example. If he could cover two-dimensional area of twenty square miles or more. There is so much activity in it that would need thousands of miles of connectors to operate. But the human brain, how it evolved, is an example of enormous complexity that comes out of his own ability to fold back on itself, three-dimensionally, and the concept of miniaturization is intrinsic to this process. Mesa City was planning as well as in the middle of the landscape, and in the same way they were building cities like Phoenix and Los Angeles, was taken as the brain and say we want this brain is closer to nature and therefore spieghiamolo stendiamolo in the landscape. But in doing so, we destroy the brain and the nature, we destroy the city and nature automatically. Soleri So she knew she had a plan in implosive and see what would happen in terms of richness of life. This is the Urban Effect, the effect of miniaturization of our habitat. And 'the pulse of reality, which organizes itself in a strong, connected, intertwined, interactive set of elements that suddenly creates the life and consciousness where perhaps the first was just dumb mineral. The Urban Effect does not include only the city. In fact it is something that the principle of life has become a major presence. And 'an urgent need to a condition that is more intense, richer and less segregated.
It should be self-evident that the suburban sprawl we have today, with their application in terms of production and consumption, are destructive to the environment. The larger the longer fill my house of things. And my house is the largest and most will be isolated from the neighboring house. So the logic of human connection is not only physical but also mental or social, connecting the physical needs, shopping centers, services, garbage, water, sewer. Perhaps we should accept the notion that as environmentalists we need to approach, to focus on. The fact is that if we eliminate all the cities that remains is not much. Although we are skeptical about the city, we must recognize that the city is still the place where things are happening in scale and quality. Now the cities are structures of hundreds of square kilometers. So huge that can not operate in terms of gravity and thermodynamics, and so deny what they should be, vital, intense, full of joy. We must take the city and fold in on itself, make it three dimensional, so that its miniature landscape by eliminating the problem of her gigantism. At this point we can use the space and time are very precious in the best way we can. This is very efficient and where it comes frugality produces less pollution and destruction.
Giovanni Michelucci think of a "city variable" as a living organism, capable of punching through time and space, as a choral work of art that breaks down and rebuilt in a constantly changing; a result of all forms penetrated the 'one another, a city that wants to be the result of a research abstract or represent a particular taste, but the synthesis of the many interests of citizens, who in obedience to a law as a natural and irrepressible balance, gradually specify their limit, their condition or nature, without sacrificing any of their individuality.
Leonardo Ricci thinks of a "city-Earth" as a body composition as a single continuous territory, where any separation between architectural space and urban space is canceled. The street is also home to the house and street. And the house has the legs and moved to the mountain and the mountain is also home. And entered the sea and the boats moored at the gates. One can not separate one from the other. The buildings date back to the valleys along the rivers that go to the mouth, such as crossing the suspension bridges, shoots up into the sky like a mountain peak, lie on a slope like a wheat field, condense as giant sequoias: The city is free . And men have found the reasons for their being together in peace. And death is no longer afraid. Now not only the city but also the neighborhood, even the neighborhood, the family has become all the earth. And no one knows who was the architect. An architect is started from the desert land, a building has begun and the next is started from the construction and continued to build. It is stuck in them and has exceeded by a bridge. And another has circumvented the resume and the river. And another architect from the river has driven to the sea. And at that point the construction is free and vibrated like a wing .... This new city-land in which the separation between town and country will not exist, in which the primary activities, secondary, tertiary tend to merge, in which human actions will no longer be alienated from the context in which we live, where the meaning of our day and the actions that result from taking in a new unity and continuity especially long lost, where the man finally drugged today by thousands of artificial paradises, may recover the meaning of their existence, which is based primarily on basic needs.
Lucien Kroll thinks incremental to a city, a living city. When asked to write an article on the nature of the city he wrote: "nothing." He argues that modernity is unnatural birth. Ancient cities were created as a symphony in several voices without musical libretto, such as free jazz improvisation groups, where everyone knew so well and the direction of the movement that dominated instinctively, not intelligently changing themes, democracy and expressed the the liberation of blacks.
The cities were created at random circumstances and needs, a crossing of paths, a river, the slopes of a mountain, they did crystallize the city, then rose spontaneously at random from the initiatives and negotiations continued with the new elements and their context, their geometry was that of the site, the existing one, the collaboration between the new and the old, not a machine, is a living organism, natural city. Each situation has found a form produced by the old and new come close, it is always a dialogue, not egotism to impose a machine on another machine. The thistle and the decumanus, the grids were invented for the non-human desire for power. The Acropolis of Athens is a living image of a mess, no rules of alignment, growth with subsequent additions living, peaceful.
The zoning of the Renaissance are very beautiful, but they are weapons of war, that picture pretty used to kill as many enemies as possible. The calculation has invented the industry and then designed the urban neighborhoods of housing, docile, and have made the city in his image. The house is a popular subject repeated many times, after two centuries all had planned urban development and everything was gone anarchic nature. Clearly the nature and freedom were banned, the city has become a manufactured object, obedient to power, the valleys have been filled, channelized rivers, roads and ground, the parallel sets everywhere. The military and urban architecture has become an object alienated, and have built buildings to be demolished.
The label shall be paid as a return to a pre-industrial innocence in our behavior. Ecologists say the biggest culprit is the planning and that it must avoid the production of CO2 through technology. A home with a photovoltaic roof is stupid, stupid is always a house, not ecological. There are two ways to resolve the situation: the rationalist and incrementalist.
The first is modern, general problem solving, where everything is a problem and find its solution, but the house is not such a problem, a home is an ecology, you can not make intelligent mechanical, artificial stones that come only with inevitably to a theoretical stupidity that increases the general alienation. (Eg. In the complex structural analysis program SAP at the end of the book of instructions it says: "what an engineer can sketch on an envelope is incomparable, irreplaceable, in the greatness of his insight, even compared to the infinite possibilities of calculating the program "). So rationalism has destroyed the planet while trying to save organic incrementalism.
Incrementalism means for example that I learn to speak a language other than from books, but talking about. Nature has been enslaved because they want it to be identical, nature does the same things, turf ground level, the role of the landscape has become one of the policeman, traces the straight streets, rectangular volumes, choose the species to set them without mixing, accurate with ethnic cleansing, just a tree, or disobeys a local plant grows wild, they mutilate them, or weeding, rare are the gardeners who leave the garden created by itself. The landscape-gardener should let nature take its course and watching the landscape to be helping himself. The Dutch North Holland lets you make and helps with other materials to increase the number of different situations (North, South, East, West, rain, sun, etc..) To promote diversity. An example of modern architecture to avoid the alienation is the hospital of S. Maria della Scala in Siena, after swallowing an old goat path and the chapel of St. Catherine of Siena, has created a place of all uses and then became a hospital, and so has become a conglomerate. A cluster objects are put together, a conglomerate is a series of objects that have empathic relationships. A good architect who designs beautiful architecture is perfect, can die happy, but has destroyed the planet. A building is a building basis, can not be, it is plural action, there is no need for the program.
The programs are perfect, amazing, everything is defined by surface, subjects, actions. (Absurdity of urban standards, rooms for residents, mc / ab, heights, distances, etc..).
The architecture of today's workforce must be a generative process without program, without obligation. Incrementalism is a mathematical formula to open that means adding a quantity another quantity, infinitesimally small amounts and see what happens, is not an exact science, is a behavior of matter. In human relations the current rationalist reaches all the necessary information, and then believe that all the information, it is crazy! The information is endless, and they are living, and information when they are together they live and change, but do not want to know what rationality.
The information reaches incrementalism knowing they are living, and what it means to act knowingly as nature. Man is the most important and interesting contribution to the human nature is called: participation. So the organic incrementalism is the participation by men who know by instinct to live with politicians, scientists, technologists, artists and builders who understand the needs and make a living model that can be translated into architecture organically transforming reality.
We must learn to live and making architecture plotting together, step by step ... with love!
Carmine Sarno & Carlo Sarno






Fonte :
" ARCHITETTURA ORGANICA E SOCIETA' CONTEMPORANEA " : Relazione dello studio Sarno Architetti, autori Carmine Sarno e Carlo Sarno, presentata al Convegno Nazionale di Architettura "La cultura della città dall'800 ai nostri giorni e nuovi orientamenti per un'Architettura in armonia con il territorio" svoltosi il 21 ottobre 2011 al Monastero Santa Croce a Bocca di Magra - La Spezia, Italia. 




















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