domenica 21 luglio 2019

ELOCUZIONE ARCHITETTONICA E AMORE, di Carlo Sarno



Carlo Sarno
           
ELOCUZIONE ARCHITETTONICA E AMORE



L'elocuzione architettonica è l'espressione delle idee e dei sentimenti fatta artisticamente e scientificamente con forme adatte.
Un uso corretto dell'eloquenza, finalizzato ad un miglioramento della comunicazione e quindi alla facilitazione della trasmissione dei significati riposti nell'opera architettonica, è sinonimo di amore.
Le 'doti' dell'elocuzione sono principalmente: A) la chiarezza; B) l'armonia; C) l'eleganza; queste 'doti' possono scaturire soltanto da una luminosa sorgente di amore.
L'amore per il prossimo unito alla ricerca della verità è il fondamento di una buona elocuzione architettonica, capace di commuovere ed in grado di esprimere buone intenzioni architettoniche, buoni sentimenti e buoni principi.


A) LA CHIAREZZA


La 'chiarezza' dell'elocuzione architettonica consiste nel fare in modo che i pensieri componenti l'Architettura siano compresi subito e pienamente da chi percepisce e fruisce. (L'ambiguità, ossia il doppio senso, è contraria alla chiarezza).
La chiarezza dell'elocuzione architettonica si ottiene usando Purezza, Proprietà di linguaggio, Convenienza.
A1) Purezza
Per 'purezza' dell'Architettura si intende che le forme architettoniche devono appartenere all'uso vivo e buono dell'ambiente/contesto in cui si progetta e costruisce. La purezza è offesa da: barbarismi, arcaismi, neologismi, provincialismi e solecismi.
Barbarismi: sono forme di architetture straniere usate senza bisogno nel proprio contesto;
Arcaismi: sono forme antiche non più usate o usate adesso con diverso significato;
Neologismi: sono forme nuove introdotte nella nostra architettura senza necessità, essendovi già la forma corrispondente; se la forma non vi è il neologismo è buono e conviene usarlo;
Provincialismi: sono forme proprie dell'architettura di qualche provincia in falsa imitazione;
Solecismi: errori di composizione architettonica dovuti a grave improprietà di morfologia e di sintassi.

A2) Proprietà
Per 'proprietà' del linguaggio architettonico si intende che le forme devono 'significare esattamente' il nostro pensiero. Essa si ottiene evitando ciò che la offende e osservando ciò che la favorisce. La proprietà dell'elocuzione architettonica si offende per: difetto, eccesso, contraddizione.
Difetto: quando si adopera per esprimere il pensiero architettonico una forma generica o un sistema formale che non traduce pienamente il concetto, risultando così manchevole;
Eccesso: quando ci si esprime in maniera complicata senza ragione;
Contraddizione: quando si usano forme che indicano idee discordanti.
La proprietà è favorita invece dal buon uso dei sinonimi, dallo studio della nomenclatura e delle etimologie.
Sinonimi: sono forme che hanno un significato fondamentale comune, ma differiscono nei particolari;
Omonimi: sono forme uguali come significanti ma diverse nel significato;
Doppioni: sono forme di due significati, l'uno di uso dotto, l'altro più popolare;
Nomenclatura: il complesso delle forme proprie di una scienza costruttiva, di uno stile o delle parti di un oggetto architettonico;
Etimologia: la scienza che ricerca l'origine ed il vero senso delle forme.
A3) Convenienza
Dote affine alla proprietà, consiste nell'adattare le forme ed i sistemi formali alla materia, al tempo, al luogo, alle persone del componimento architettonico.


B) ARMONIA


L'armonia nell'elocuzione architettonica è quel gradevole aspetto che le forme, unite bellamente in schemi compositivi, danno a chi fruisce ed osserva e vive l'opera. L'amore è la legge dell'armonia.
L'armonia scaturisce da una visione sistemica ed organica dell'Architettura, per cui la parte sta al tutto come il tutto sta alla parte, al pari di un organismo vivente della natura. Una vera architettura organica è armonia delle parti, unità nella diversità.


C) ELEGANZA


L'eleganza dell'elocuzione architettonica consiste in una speciale grazia che rende bella un'opera architettonica. Rifugge dall'artificio, volendo spontaneità e trasparenza. La cura delle doti dell'elocuzione può concorrere ad ottenere l'eleganza, ma essa dipende in massima parte dal 'buon gusto' e dal 'buon senso' dell'architetto come riflesso della 'luce' di Dio. In particolare si acquista eleganza con l'usare nella progettazione naturalezza, varietà, semplicità, verità e soprattutto amore.

In conclusione, solo migliorando se stessi, la propria spiritualità, il proprio amore per la vita e gli altri in maniera veritiera si potrà pervenire ad una armonica elocuzione architettonica adatta ad esprimere i valori migliori dell'umanità.




Fonte : http://www.buildlab.com
Articolo di Carlo Sarno pubblicato il 24/09/2002 su Buildlab, portale di architettura su internet con indirizzo web www.buidlab.com , e curato da Cristina Ribeiro, dal titolo ELOCUZIONE ARCHITETTONICA E AMORE


















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