LE MATRICI ANCESTRALI
DELL'ARCHITETTURA ORGANICA
di Alberto Mei Rossi
Eravamo partiti dalla parafrasi
ideale della spirale equiangola logaritmica per comprendere un processo
evolutivo, che dimostra il fatto dell'assenza di processi ciclici assoluti
nella natura, la recente scomparsa della scienziata Rita Levi Montalcini, è la
messaggera di questo aspetto; il codice genetico muta casualmente, e forse
questa casualità in realtà è la relazione tra organismo ed universo; ma oggi
facciamo un passo indietro, analizziamo i codici della memoria dell'architettura
organica.
LE MATRICI ANCESTRALI
DELL'ARCHITETTURA ORGANICA.
LO SCIAMANO
Mi piace pensare all'architetto
organico come se fosse uno sciamano; potremmo definirlo " lo sciamano di Uras.
Il nome più antico delle Terra,
ritrovato nelle antiche iscrizioni di Mu, è "Uras", che significa "sostanza
grezza da plasmare".
Lo sciamano di Uras plasma la
sostanza assieme allo spirito del Niwashi giapponese, tutto è giardino, il
giardino è la connessione tra uomo e natura; tra uomo natura e casa, tra natura,
uomo e spazio di intersezione evolutiva. Lo sciamano genera cose per l'universo
e l'universo risponde con la natura degli eventi.
Il tessuto della natura, scrive
la storia del progetto ancora prima che questo prenda forma, una città medievale
è quanto di più organico si possa pensare, non potevano fare più di 150 km per
trovare la pietra di costruzione; una delle antiche matrici ancestrali e
appunto il tessuto della città medievale.
LA MEMORIA CELTICA
L'architettura organica si nutre
di memoria ancestrale, e il nome che F.L.W. conferì ai suoi tre laboratori (
TALIESIN I-II-III) ne è la prova.
Taliesin fu un Bardo gallese che
assistette come cronista alla leggendaria battaglia di Badon Hill di cui Re Artù
fu vittorioso, contro i sassoni; fu l'Artù storico e non quello finto ed
esoterico di Glanstonbury, tuttavia, anche l'Artù di Glanstonbury possiede un
significato più elevato rispetto a pseudi-gruppi neo- druidici, che più che
druidi ( in certi disperati casi ) assomigliano ed impiegati statali o
rappresentanti di pastiglie per il mal di testa con l'hobby del bastone e della
tunica.
L'ANTICA SAPIENZA DRUIDICA E LA
SAGGEZZA EBRAICA DEI CODICI
La sapienza Druidica trascende
il tempo e si manifesta in tutte le opere organiche, per indicare il fatto che
il fattore interiore è riferito all'anima dei luoghi; ma il tutto si lega alle
diverse spiritualità in luoghi diversi ed in culture diverse, che in realtà
hanno matrici comuni; se prendiamo la cultura ebraica notiamo forti relazioni
con la necessità di capire cosa è l'anima e come l'uomo è dominato o meno da
forze divine.
La Jechidah ebraica che
trasferisce dal piano istintuale, la Nefesh e la Ruach sul piano delle forze
divine, non è altro che, l'anima del Vetraio, non a caso Carlo Scarpa imparò
l'architettura dai maestri vetrai di Murano, se la metafora regge.
ARTIGIANATO SPIRITUALE e ANIMA
DEI LUOGHI
L'architettura organica è un
fatto di artigianato spirituale e di manifattura divina delle anime. Si parte
dal Nefesh ( che rappresenta l'anima naturale ed è esattamente il soffio
materiale); è il soffio del vetraio che si posa sul vaso, ma non è sufficiente
per poter condurre un progetto organico.
Nefesch risiede nel corpo umano;
nel progetto di architettura, Nefesh, risiede nella casa che ancora dobbiamo
progettare per colui che vuole una casa come estensione della sua anima. Il
soffio del vetraio Ruach, poi attraversa il cannello ed è lo spirito mediano,
colui che comunica la forma. Neshamah è l'anima del progetto che in simbiosi con
l'essere umano getta le matrici profetiche per una nuova casa dedicata
all'individuo ma sopratutto dedicata alle diverse anime dell'individuo. ( e qui
è d'obbligo la citazione di John Ruskin che affermava l'importanza di realizzare
architettura che influisse non solo sul benessere del corpo ma anche sullo
spirito).
LA PRECOGNIZIONE
L'architettura organica rispetto
all'architettura "dell'impiegato statale" è "precognizione"!! La dove si
manifesta qualcosa in funzione di una precognizione di progetto, si esprime
"architettura organica", ragion per cui la maniera o il metodo non sono
sufficienti ( sebbene utili) a determinare il rango. Lo Chajiah, è l'essenza,
ed è il vetraio,oppure il daimon( genio), che per noi, era ed è Taliesin,(
l'ispiratore di Wright) e lo spirito bardico, le due culture si toccano, l'Awen
è il vetraio senza il quale le precedenti energie sono impossibili. Jechidach, è
la realtà divina,..che possiamo definire l'anima del vetraio, sta a voi capire
se occorre partire dall'anima del vetraio o dal soffio del vetraio.
L'architettura è organica, quando l'azione di progetto integra queste anime, e
quando l'insieme si muove verso la Jechidach.
LA SIMBIOSI DELLE ANIME
Il risultato è la fusione tra
anima naturale ed anima divina, l'anima naturale vibra in terra l'anima divina è
in equilibrio tra cielo e terra. Tu che vuoi abitare in una casa che rispecchi
la tua anima, ti troverai in sospensione tra cielo e terra, il tetto non
sembrerà pesare sulla casa ma sarà la terra e sospingerlo verso l'alto, così
accadrà anche alla tua anima, non più controllata da bisogni terreni ma regolata
da forze divine.
La mimesi , non è architettura
organica,ne è solo l'approccio iniziale; non è che se faccio una casa nascosta
tra le piante è organica, è solo sottomissione ed equivoco che può anche mettere
in cattiva luce il progettista relegandolo nella schiera dei bio-architetti o
vegeto-architetti; l' imitazione della natura, è deleteria; l'architettura
organica non imita la natura ma la trascende.
Deve esserci..NON l'imitazione
ma lo spirito della natura, che è il soffio divino che muove l'anima delle
foreste.
Fonte :
scritti, appunti e riflessioni dell'architetto organico Alberto Mei Rossi : e-mail
progetti@codicearchitettura.com
, website www.archiram.com ;
www.archilogis.com ;
www.codicearchitettura.com
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