domenica 21 luglio 2019

ARCHITETTURA E AMORE. Ipotesi per una teoria sovrastorica della progettazione , di Carlo Sarno




Carlo Sarno


ARCHITETTURA  E  AMORE
Ipotesi per una teoria sovrastorica della progettazione

 



            
Bruno Zevi (1918-2000, critico e promotore di fama internazionale  dell'architettura organica e sociale italiana), in primo piano sotto gli occhiali il libro di Carlo Sarno : "Architettura e Amore" (1988).
Bruno Zevi (1918-2000, international famous critic and promoter of Italian organic and social architecture), in the foreground, under the glasses the book of Carlo Sarno : "Architecture and Love" (1988) .
La Foto è tratta dalla copertina del volume anni'90 dell'opera TUTTOZEVI della Mancosu Editore, 2001, Roma.


Sommario :
INTRODUZIONE

ARCHITETTURA E AMORE
 

Architettura tra paganesimo e cristianesimo
 

Il principio dell'Amore in Architettura
 

Capitalismo e Amore

 
ARCHITETTURA CATEGORIALE
 

Teoria sovrastorica
 

Teoria categoriale
 

Topologia categoriale

MATERIA , ENERGIA , UOMO
 

Materia ed Energia
 

 Uomo e Architettura energetica
 

Teoria dei Pulsori

 LA STILISTICA ARCHITETTONICA
 

Fondamenti di Stilistica Architettonica
 

Elocuzione e Amore
 

Linguaggio figurato e figure retoriche




 
CONCLUSIONI

 

BIBLIOGRAFIA










Introduzione
Nella temperie della cultura architettonica contemporanea , allorché si oscilla in una giungla di "stili" e "mode" all'insegna di un gusto effimero e condizionato , urge una squilla sinceramente innovativa non degli aspetti superficiali , bensì dell'atteggiamento profondo dell'architetto e del suo comportamento progettuale .
Solo una trasformazione della coscienza architettonica può provocare un'attività libera e contrapposta al sistema capitalistico . La Via da intraprendere in Architettura è quella dell'Amore , sicuramente più economica e proficua di qualsiasi altra strada . Non progettare in funzione del denaro e del profitto ma , superando tutti i vincoli esistenti , mirare alla crescita cristiana della collettività , ad una Architettura fondata sulla Carità .
Per far questo occorrono a livello concettuale " teorie sovrastoriche " e teorie categoriali " , a livello operativo-tecnologico la conoscenza scientifica dei rapporti tra " materia " ed " energia " intesi architettonicamente ; inoltre , è opportuno rivisitare olisticamente la " stilistica " dell'architettura .
In questo breve studio ho voluto sintetizzare quelle che per me costituiscono le componenti più rilevanti per la ristrutturazione di un pensiero architettonico basato sull'amore cristiano e sulla scienza .  Spero , malgrado la compattezza dell'esposizione e la disorganicità metodologica , di essere riuscito nell'intento : la vera architettura è semplicemente carità .
Un ringraziamento va all'insegnamento del prof. Rolando Scarano , per me un "padre" culturale ; al pensiero architettonico di mio padre , mio fratello e dei miei familiari ; all'umanità delle imprese di costruzioni che ho avuto la fortuna di contattare nella mia professione ; ai committenti che con i loro problemi rappresentano la vita dell'architettura ; all'Architettura che è una "donna silenziosa" e , infine , a Dio cui sono profondamente riconoscente per aver aperto il mio cuore alla comprensione delle vere sofferenze e gioie dell'uomo .
Carlo Sarno ,  1988




 


ARCHITETTURA E AMORE
 
Architettura tra paganesimo e cristianesimo
 
Il principio dell'Amore in Architettura
 
Capitalismo e Amore





Architettura tra paganesimo e cristianesimo

Fino ad oggi , duemila anni dopo Cristo , non è stata ancora ben definita una chiara distinzione tra Paganesimo e Cristianesimo .
La confusione sorse già nei primi secoli di vita del Cristianesimo , allorché forme pagane venivano riutilizzate allegoricamente dal cristiano . Da allora , ancora si attende uno specifico modo di fare cristiano distinto dalle altre convenzioni : classiche , orientali , ecc...
Quali le cause ? Si parla di linguaggio classico dell'architettura , di un linguaggio moderno dell'architettura : esiste un linguaggio cristiano dell'architettura ?
E se esiste , perché dopo duemila anni non è stato ancora ben delineato e teorizzato ? Forse perché una maniera cristiana già preesisteva nel fare architettura , o perché essendo qualcosa di nuovo ed originale sfugge ad sistematica determinazione e dimostrazione ?  E se trasformazione ed innovazione è avvenuta in architettura con il cristianesimo , si è manifestata tale differenza prima nel tempio o nella casa d'abitazione , nel sacro o nel profano ? Può il cristianesimo mutare un'attività umana ? Queste sono solo alcune delle molteplici domande che la questione di una architettura oscillante tra paganesimo e cristianesimo pone . Urge , pertanto , una risposta .
Il problema è molto complesso , si pensi a questa ulteriore domanda : perché oggi sempre più spesso gruppi di volontari vanno nel "Terzo Mondo" ad aiutare i popoli cosiddetti "primitivi" e tornano con una esperienza di amore e partecipazione che non trovano in questa nostra civiltà ? Ma la nostra non dovrebbe essere una civiltà cristiana progredita con duemila anni di esperienza e di attività nel senso cristiano ? Forse che il cristianesimo ha soltanto aggravato lo stato di vita dell'uomo producendo una civiltà alienata e meccanizzata di stampo materialista ?
No , questo non è vero , l'abisso tra l'occidentale progredito ed il primitivo lo ha creato il capitalismo ; il cristianesimo sta solo subendo un formidabile attacco da parte di forze sovversive e destabilizzanti .  Il mondo materiale tenta di staccarsi dallo spirituale creando una frattura insormontabile . Il soffocamento della " Verità " del cristianesimo è aggravato da errori di interpretazione e trasmissione del messaggio cristiano . La Chiesa cristiana attende un nuovo impulso vitale capace di superare la dicotomia tra spirito e materia nell'individuo e nella società contemporanea .
Oggi la dicotomia al centro dell'interesse culturale non è più come per il primo ottocento tra " classico " e " romantico " o come per il primo novecento tra " astrazione " ed " empatia " , bensì il rapporto tra " pagano " e " cristiano " : la doppia anima dell'occidente .
Comunque torniamo alla specificità semantica dell'architettura .
L'architettura rientra tra le attività umane atte a trasformare l'ambiente fisico in funzione delle necessità dell'esistenza . Si distingue da queste attività per l'utilizzo di un sistema semiotico ( per la maggior parte visivo ) tramite cui consente l'espressione di idee e valori .
Da ciò se ne deduce che una " architettura cristiana " si differenzierà sicuramente da architetture con altre connotazioni ideologiche .  Viene da chiedersi : perché spesso non è facile distinguere in architettura tra forme e funzioni pagane e cristiane ?  Una risposta abbastanza esauriente potrebbe essere la seguente : perché di solito ci troviamo a confronto con una realtà sociale e con degli individui che ancora lottano nella propria coscienza tra un atteggiamento pagano ed un comportamento cristiano .
Gli antichi greci e romani , per esempio , concepivano la " natura " , come animata dagli dei , incontrollabile , in cui l'uomo resta chiuso in sé stesso .
I cristiani , al contrario , credono che la " natura " sia finita , comprensibile con l'intelligenza , e vedono l'uomo come un essere teso all'infinito e tempio del Dio vivente .  Con il Cristianesimo cambia la prospettiva della scienza : ogni magia è eliminata e lo studio della realtà è possibile ed alla portata dell'uomo .  E' un peccato che la Chiesa si sia macchiata di un grave errore di interpretazione nella diatriba con Galileo !  Il Cristianesimo provocò un profondo rinnovamento della coscienza dell'uomo e dei suoi sentimenti : la carità , la pietà , la fede , la speranza , l'umiltà generosa , il pentimento , l'amore .   Il cristiano crede nell'uguaglianza tra gli uomini e nella necessità di un cambiamento dell'ordine sociale , crede nella solidarietà e nella sua attività è sorretto da uno slancio continuo verso il meglio .  L'uomo , imitando il Cristo , trasforma la realtà in vista della realizzazione e costruzione dell'universo di Dio in un contesto escatologico e sovrastorico .
Sarebbe molto interessante e proficuo per questo discorso approfondire la dualità tra la casa innestata nella tradizione orientale e greco-romana ( dal carattere introverso ) e la casa medievale cristiana intesa come un complesso produttivo estroverso .  Oppure perché spesso risulta che l'amore è maggiore nei quartieri miseri , dove esistono più connessioni , ed è minore nei quartieri di lusso dove prevale la separazione .  O ancora la differenza tra l'abitazione primitiva , la casa greco-romana , la casa medievale , la casa d'affitto odierna , in riferimento all'ipotesi di una caratterizzata architettura cristiana  .  E molte , molte ancora sono le questioni che dovrebbero essere riviste e rivisitate criticamente in questa nuova ottica .  Per il momento accontentiamoci di prefigurare soltanto un nuovo modo di concepire ed immaginare l'Architettura in riferimento al rivoluzionario avvento dell'amore cristiano .







Il principio dell'amore in architettura

L'unico vero progresso in architettura è soltanto quello legato all'attuazione del principio dell'amore .   La perfezione dell'architettura conferma l'amore dell'uomo .  Non più diatriba se l'architettura è scienza o arte . L'architettura vera è amore , realizzazione d'amore .
Per introdurre il discorso sul rapporto esistente tra l'amore e l'architettura , giungono a proposito alcune frasi emblematiche del grande architetto F. L. Wright , tratte dal suo famoso libro " Testamento " : "...La vita è pienezza d'amore quando è normale rispetto all'essere umano , e ciò tanto nel campo delle idee , o nella natura degli edifici , quanto nel comportamento , ...se intendete praticare il culto della vita nel disordine del mondo contemporaneo , rammentate la profezia dell'Uomo per eccellenza : " Il Regno di Dio è dentro di voi " . Potrete raggiungere il Dio che è dentro di voi attraverso il culto della Natura , attraverso la semplice rivelazione della vostra stessa natura , ... L'architetto artista sarà un uomo ispirato dall'amore per la natura della Natura , e conoscerà che non l'uomo è fatto per l'architettura ma l'architettura per l'uomo . Non vedrà mai nel mestiere dell'architetto un affare , ma sempre una religione , fondamentale per il benessere e la cultura dell'umanità , come al suo primo livello è sempre stata " .
Risulta palese da questa breve citazione la centralità del concetto di amore nel pensiero di F. L. Wright e la sua interrelazione con l'architettura .  Ed è facile , al pari dell'esempio di Wright , nello sfogliare i trattati dei maestri dell'architettura di tutti i tempi , trovare frasi e pensieri connessi con il principio dell'amore .
Ma che si intende con l'espressione : il principio dell'amore ? Semplicemente questo : l'amore cristiano , l'amare Dio sopra ogni cosa ed amare il prossimo come noi stessi .  Questo è tutto , ma l'applicare questo principio è ben più impegnativo di quanto si possa pensare .
L'amore cristiano è un principio attivo , si fonda sul fare , sull'azione , sulla trasformazione : " Fate dunque agli altri tutto ciò che vorreste facciano a voi " .  Non più , quindi , un'architettura schizofrenica frutto dell'ambizione e della presunzione di architetti e committenti , bensì un'architettura che emerga spontaneamente dalle " vere " necessità della vita fisica e spirituale .
L'architetto faccia dunque agli altri tutti i progetti come se fossero fatti per lui : questa la norma . Non pensare più agli altri come a degli esseri astratti , ma vedere nel prossimo la propria persona e cogliere nella soddisfazione degli altri la propria felicità .  La carità è la virtù che conduce gli uomini all'amore verso Dio e verso il prossimo e che si realizza con opere di assistenza morale e materiale . Una " buona " progettazione , una " buona " architettura è carità .  La vera carità cristiana non solo rende saggio e giusto colui che la pratica , ma fa di lui un " lievito " , un fermento di trasformazione e di progresso della società .  Una vera Architettura è lievito per la civiltà . La carità rende partecipe l'architetto della vita divina , lo proietta in una dimensione sovrastorica sebbene ancorato ai bisogni della collettività .
A proposito della carità S. Paolo scrisse : " La carità è magnanima , è benigna la carità , non è invidiosa la carità , non si vanta , non si gonfia , non manca di rispetto , non crea il suo interesse , non si adira , non tiene conto del male ricevuto , non gode dell'ingiustizia , ma si compiace della verità ; tutto scusa , tutto crede , tutto spera , tutto sopporta " .  Questi sono gli attributi che dovrebbe avere una buona e armoniosa architettura !  Un buon architetto si sforza di vedere Dio nei suoi fratelli e di amarli ed aiutarli di conseguenza .
Nel pensiero cristiano l'amore è l'essenza di Dio che si manifesta anche nella creazione .  Anche per l'architettura intesa come creazione poetica l'essenza dell'architetto si manifesta nel suo amore .  Tutte le opere d'arte nascono da un intenso sentimento di amore .  L'Architettura intesa come amore è " luce " .  Il principio dell'amore illumina tutte le buone opere dell'umanità .
F. L. Wright scrisse che per lui la luce " ...è al di sopra dell'istinto . La fantasia dell'uomo , attraverso quest'interiore luce , nasce , concepisce , crea .  Lo spirito ne è illuminato , e nella misura in cui la sua propria luce è quella luce e procede da lui , intanto essa a sua volta , illumina la specie .  Affermazioni di essa nella vita  e nel lavoro umano , sono per l'uomo la vera felicità... Nulla di più alto esiste nella coscienza umana dell'irradiare di questa luce interiore .  La chiamiamo bellezza... La bellezza non è che il risplendere della luce dell'uomo... la Luce è l'essenza dell'esistere umano... Non esiste il male perché l'ombra stessa appartiene alla luce... Luce interiore e non luce esteriore perché ' il Regno di Dio è dentro di voi '...  " .   Parole profetiche e potenti queste di Wright che fanno vibrare profondamente le corde dell'animo umano al pari della forza espressiva della sua democratica e libera architettura .
Il principio dell'amore si realizza nelle opere di architettura al pari di ogni altra attività : soltanto in una caritatevole architettura può manifestarsi armoniosamente una vita caritatevole .  Una casa , una città può determinare e suggerire comportamenti superficiali , egoistici , viziati  oppure , al contrario , può suscitare partecipazione , amore , carità , operosità .
I fattori per la realizzazione di una civiltà fondata sull'amore cristiano sono molteplici , e l'architettura in tale progetto non ha certamente un ruolo secondario .   Oggi l'architettura e l'umanità sono abbastanza mature per tentare l'impresa della costruzione del Regno di Dio , un Universo le cui fondamenta sono costituite dall'amore reciproco e quindi dalla carità .   Un'architettura sorretta dal principio dell'amore risulta difficile perché richiede un impegno morale e spirituale contrastante con il vuoto interesse materiale .  Comunque , gli esempi in tale direzione non mancano e le ultime generazioni di architetti hanno sempre più volto il loro sguardo al problema della costruzione di una architettura basata sulla partecipazione ed interconnessione .
Ma molte sono ancora le difficoltà per l'affermazione del principio dell'amore in architettura , sia per via dei progettisti che del tipo di committenza .  L'importante è , in questo cammino , di non perdere di vista la Luce che segnala la giusta direzione e la corretta attività : non c'è speranza progettuale e fede nelle proprie idee senza il principio dell'amore .  La " vera " Architettura è profondamente e sinceramente nient'altro che carità e presenza di Dio .   Un'opera di carità è anche un'opera di architettura .






Capitalismo e Amore

L'architettura giunta ormai alle soglie del duemila , deve scegliere tra il capitalismo e l'amore .  L'amore è inteso qui in maniera cristiana , come nel capitolo precedente .  Il capitalismo è invece un termine introdotto dalla critica marxista ed indica una società dove il denaro compra il lavoro degli uomini che debbono far funzionare i mezzi di produzione e di cui non sono proprietari che poche persone .  I detentori dei mezzi di produzione e di scambio , sfruttando i lavoratori , creano un plus-valore di cui una parte rilevante viene trasformata in capitale addizionale in vista di un nuovo plus-valore .  E' chiaro quindi che il capitalismo è un sistema che si fonda su un meccanismo ciclico con nessuna finalità non strumentale al di fuori della " ricerca del guadagno " .  Tale meccanismo abbrutisce lo stato di esistenza dell'uomo rendendolo un oggetto nella produzione .
In architettura si è pervenuti con la rivoluzione industriale a definire la casa come una " macchina da abitare " , un luogo privo di qualsiasi romanticismo ; eppure l'uomo non è soltanto forza-lavoro , macchina della produzione , è anche e specialmente un essere spirituale che ama , sorride , soffre , contempla .
Il tumore capitalistico ha chiuso in una morsa d'acciaio le metropoli contemporanee sebbene all'esterno tutto appaia organizzato , traumi psichici sempre più frequenti colpiscono i cittadini . Sull'altare del progresso tecnologico e del profitto economico si sacrificano quotidianamente i valori profondi dell'uomo .  Il denaro deve moltiplicare denaro : questa la legge del capitale . Il tempo della produzione capitalistica , ritmato ed incessante , si contrappone al lento tempo dell'amore , eterno benché mutevole .  Nasce così la dissociazione psicotemporale dell'individuo che , benché efficiente nel proprio lavoro , sogna lidi lontani ed incontri fantastici . Da tale dicotomia nasce anche la possibilità della persona passiva socialmente , che accetta la perdita di una parte della propria vita pur di avere la sussistenza materiale e la possibilità di realizzare qualche piccolo desiderio .
Ma perché subire questo scollamento tra azione-lavoro e azione-libera ? Fortunatamente la situazione non è così tragica come si può pensare . Molti sono riusciti , superando enormi difficoltà , a recuperare un equilibrio ed un'armonia tra la vita lavorativa e la vita desiderata . Resta comunque che il sistema capitalistico e l'uomo , frutto della rivoluzione industriale , soffrono di schizofrenia , risultando carenti in altruismo e amore .
L'apparente progresso del capitalismo rinchiude praticamente l'uomo in un meccanismo ciclico senza senso .  Al contrario , l'amore cristiano dà all'individuo una direzione assiale significativa ed effettivamente progressista .  Spesso capita che la dimensione sovrastorica dell'amore cristiano conviva con la ciclicità capitalistica ( apparentemente storica ) : in effetti non si ha ancora una chiara coscienza del tempo sovrastorico cristiano e del suo carattere rivoluzionario nel momento del suo ingresso nel tempo storico della produzione capitalistica . Speriamo che col tempo e con l'esperienza si illumini tale problema .
In tale contesto il marxismo si pone come un programma di liberazione che considera il lavoro umano come un processo fondamentalmente diverso da tutti gli altri processi della natura . Soltanto che oggi , per il marxismo , il lavoro si è separato dall'uomo così come l'uomo è separato dai suoi prodotti : occorre quindi ribaltare la filosofia della produzione per la produzione per fa sì che il lavoro sia per l'uomo e non l'uomo per il lavoro .  Nella teoria marxiana il concetto di prassi è centrale , ovvero l'aderenza alla realtà socio-economica per comprenderne le regole e ricondurre le forze naturali e sociali sotto il controllo dell'uomo , in modo tale da sostituire ad un Regno della Necessità il Regno della Libertà .
In un solo punto marxismo e capitalismo trovano una convergenza fondamentale in contrasto con la coscienza cristiana .
I primi due sostengono che non è la coscienza degli uomini a determinare il loro essere , bensì è il loro essere sociali che determina la loro coscienza .
Il cristiano , invece , sostiene che l'essere dell'uomo è intrinsecamente libero e non soggetto a niente ( semmai soltanto minimamente per la parte superficiale della sua persona ) .  L'essenza spirituale dell'uomo vive una propria realtà sovrastorica che soltanto quando vuole penetra nella realtà storica e si lascia subordinare alle leggi contingenti .  Il tempo della pratica sociale è un tempo storico , il tempo della coscienza dell'uomo è un tempo sovrastorico .
Oggi occorre che l'uomo ricongiunga i due tempi ( storico e sovrastorico ) in un tutto equilibrato ed armonico , in maniera tale che i valori spirituali guidino e si concretizzino nel lavoro quotidiano dell'uomo . Tutto questo parzialmente già accade , ci vuole solo una maggiore consapevolezza e tenacia . L'amore cristiano è un qualcosa di reale che si può manifestare anche nel fare architettura ed in una civiltà capitalistica .
Agli architetti un arduo compito attende , ma già l'uomo in diverse occasioni ha dato prova del suo grande amore e dei suoi alti sentimenti .





 
ARCHITETTURA CATEGORIALE
 
Teoria sovrastorica
 
Teoria categoriale
 
Topologia categoriale






Teoria sovrastorica

La Teoria Sovrastorica è un sistema concettuale di carattere sovrastrutturale rispetto alla disciplina architettonica . In altri termini , la teoria architettonica corrisponde ad una sezione applicativa della più vasta teoria sovrastorica . Chiunque opera nel campo dell'architettura si trova a dover fare i conti , consapevolmente o inconsapevolmente , con la struttura del sistema sovrastorico .  Ma , cosa si intende per sovrastorico ? Ed in che senso si può parlare di " teoria sovrastorica dell'architettura " ?
Nell'uomo tutti i sistemi naturali interagiscono con i sistemi spirituali . Da tale interrelazione ne emerge che tutte le strutture , della natura e non , dipendono da una struttura archetipa metaepocale . La struttura archetipa si differenzia nelle specificità pur conservando la sua unicità .  La struttura archetipa , per ora ancora scientificamente sconosciuta , è l'Amore di Dio .
La teoria sovrastorica consente un primo approccio sistematico alla struttura originaria e creativa dell'Amore ; essa si fonda su una diversa concezione del " tempo " , capace di sintetizzare tempo globale e tempo locale , assoluto e relativo .
Essere nel " tempo sovrastorico " significa essere nell'intuizione della possibilità di più ordini funzionali .  " ...Il tempo sovrastorico getta un ponte tra l'assoluto e il relativo , pone l'uomo in una posizione intenzionale sovraepocale che lo libera dalle remore storiche e dai condizionamenti epocali , che gli consente di ritrovare la sua volontà di essere , che gli rende possibile l'interazione con diversi sistemi di riferimento categoriali e la trasformazione di questi in un metasistema soggettivo che gli dà l'opportunità di realizzare il suo essere nell'esserci " ( dal mio studio intitolato :" Arte Tempo e Simulazione nella prospettiva sovrastorica " , testo a cui si rimanda per ulteriori approfondimenti ) .
Per motivi di chiarezza espositiva e di brevità mi sono avvalso di un diagramma sintetico concettuale che commenterò molto succintamente con alcuni brani tratti dal mio libro sopra citato .




" ... Il tempo sovrastorico è un tempo che connette diversi sistemi epocali , sequenze formali , classi di contenuti , in un metasistema temporale che è sorretto dall'intuizione .
Per intuizione si intende il " vedere dentro " , la capacità di avere una immagine olistica ed esplicativa del problema affrontato in modo subitaneo . L'intuizione originaria si articola principalmente in tre pratiche : temporale , simbolica e semantica .
La pratica temporale è l'insieme degli schemi astratti che la struttura del tempo comporta , e la cronologia è il sistema teorico che connette i diversi schemi .
La pratica simbolica è l'insieme dei segni , simboli astratti , suoni , ecc. che costituiscono linguaggi , codici e lessici ; è il sistema degli elementi minimi del pensiero .
La pratica semantica si riferisce invece al contenuto , ai significati , alla memoria collettiva e individuale come materia prima da plasmare e trasformare .
La convergenza della pratica temporale , simbolica e semantica genera i modelli immaginari . Per modello immaginario si intende un sistema di variabili che determina un grado di realtà strutturalmente stabile . Il modello immaginario è l'embrione genetico di un sistema inferente sovrastorico . Un sistema inferente sovrastorico è lo sfondo mentale strutturato di una azione sovrastorica . In altri termini esso è l'intuizione che prende coscienza della sua globalità , sovrastoricità , libertà espressiva .
A questo punto si è pronti per un ingresso creativo , liberato da remore epocali , nel tempo storico . L'azione sovrastorica entra nel tempo storico solo in quanto proiezione di una attività di tutti i tempi nel tempo .  La contemporaneità sovrastorica riconduce all'eternità e quindi alla metafisica dell'attimo creativo ... " .
Il tempo storico che non viene preceduti dal tempo sovrastorico " ...imprigiona tutte le pratiche in un sistema interattivo unidimensionale : ciò che è al di fuori di esso non ha senso , non significa niente . E' questo il tempo dell'uomo a una dimensione di Marcuse , dell'uomo eterodiretto , dell'esser-ci ipostrutturale di Althusser... il tempo storico è il regno dei comportamenti artificiali e delle azioni indotte .  La singolarità che si ritiene propria della storia non nasce dal tempo storico della collettività ma dal tempo sovrastorico dell'individuo o dal tempo escatologico che si attualizza . La fantasia , l'immaginazione , la libertà , pongono le loro fondamenta nella sovrastoria ... ".
Quindi solo una visione sovrastorica della vita permette un " fare " dell'uomo , nel tempo storico , libero e creativo , altrimenti si cade nella tautologia . Premesso questo , passiamo ora alla seconda parte del diagramma concettuale : " ...il tempo storico è un tempo lineare , progressivo , coincide con il tempo della collettività ed il tempo della produzione... essere nel tempo storico significa essere nel numero . Il tempo storico è sorretto dalla pratica sociale... " .
La pratica sociale è data dall'insieme delle interazioni delle pratiche particolari della collettività : " ...la pratica sociale si articola principalmente in tre pratiche : tecnica , simbolica e ideologica " .  La pratica tecnica si riferisce al corpus tecnologico , allo sviluppo tecnico-sociale , alle possibilità di trasformazione e produzione concrete , ecc... E' una pratica che si impernia sulla utilità , che vede qualsiasi cosa in funzione dell'utile , della economia e della soddisfazione di un bisogno .  La pratica ideologica si incentra sulla cultura , sui prodotti del pensiero : filosofia , politica , ecc... Anche le credenze e le tradizioni rientrano nella pratica ideologica . Rappresenta l'aspirazione dell'uomo al suo superamento e miglioramento .  La pratica simbolica è legata all'idea di modello simbolico , e quindi spazia dal linguaggio fonetico a quello visivo , compresa l'astrazione matematica . Essenziale è anche il concetto di analogia e la sua interazione con la pratica tecnica e ideologica .
L'interazione sistemica delle tre pratiche sopra descritte genera la pratica progettuale .  Per pratica progettuale si intende un sistema teorico-pratico che soddisfa gli obiettivi posti dalla pratica ideologica , tenendo conto delle possibilità tecnologiche , e che analizza le varie alternative e perviene ad una soluzione ottimale mediante metodi e procedure che utilizzano una pratica simbolica attinente al compito progettuale .
Il risultato della pratica progettuale determina il programma che la pratica operativa dovrà realizzare .  La pratica operativa agisce direttamente nella realtà trasformando materie prime naturali , mediante opportune procedure tecniche e mezzi tecnologici , in materie artificiali , ovvero in prodotti dell'attività umana... ".
In sintesi , la procedura dalla sovrastoria alla storia è la seguente .  L'architetto ( e in generale chiunque agisce e trasforma in modo creativo ) parte da una intuizione originaria , eccita le tre pratiche sovrastoriche ( temporale , simbolica e semantica ) e con l'ausilio della scienza cronologica e della memoria semantica plasma il modello immaginario .  Da questo nocciolo si genera il sistema inferente sovrastorico e si giunge all'ingresso creativo nel tempo storico e nella pratica sociale .  La combinazione delle tre principali pratiche storiche ( ideologica , simbolica e tecnica ) determina la pratica progettuale che direzionerà ed organizzerà la pratica operativa nella costruzione del prodotto architettonico finale , congruente con gli obiettivi storici e le premesse sovrastoriche .






Teoria categoriale

La categoria è un modello creativo che attinge la sua vitalità nella sovrastoria . Con la definizione di modello creativo , qui si vuole distinguere la categoria da una semplice applicazione del concetto di modello . Solitamente con il concetto di modello si intende una rappresentazione astratta dei fenomeni , una schematizzazione della realtà .  La categoria , invece , oltre ad assumere tutte le caratteristiche e problematiche che imperversano sul termine " modello " , ha delle connotazioni ben precise e particolari .
Prima di tutto , il pensiero categoriale è costruttivo e non ha pretese di esaustività nella interpretazione della realtà .  La categoria opera da tramite tra le opposizioni di essere e conoscenza , tra le dicotomie esistenti tra la realtà e le sue rappresentazioni . La categoria si fonda sugli aspetti complementari di una medesima totalità che si mostra apparentemente molto diversificata ed irriducibile ad un ordine .  Categorizzare significa determinare le interrelazioni tra gli oggetti e le classi di attributi che consentono la identificazione delle classi stesse . Ovviamente , la categorizzazione è sostenuta da una logica abbastanza rigorosa .
Cercherò ora di illustrare un modo più scientifico e specifico di definire la categoria .  Nella matematica moderna sono oggetto di studio strutture astratte di vario tipo : gruppi , anelli , moduli , spazi topologici , spazi vettoriali , ecc...  Attraverso l'algebra categoriale è possibile studiare tutte queste strutture in un contesto generale ove non interessano singolarmente i particolari gruppi , anelli , spazi , bensì i diversi sistemi di funzioni che connettono strutture simili fra loro : le interconnessioni sistemiche .
La nozione di categoria che qui si assume è quella proposta nel 1945 da Eilenberg e MacLane nell'ambito della topologia algebrica .  Pertanto , intuitivamente , con categoria intenderemo " ...una classe di insiemi aventi struttura simile ( cioè confrontabile ) , insiemi che chiameremo oggetti , e di funzioni le quali conservino la struttura , funzioni che chiameremo rappresentazioni o anche morfismi tra gli oggetti " (Fondamenti della matematica , W. Hatcher , Boringhieri 1973 , pag 380) .
Una definizione più rigorosa è la seguente : per categoria astratta si intende " ...una classe M i cui elementi sono detti morfismi (o anche rappresentazioni) ; su tale classe è definita parzialmente un'operazione binaria detta composizione , operazione che risulta associativa quando è definita " (ibidem , pag.381).
In altri termini , la nozione astratta di categoria è rappresentata da una struttura algebrica "...costituita da una classe base di rappresentazioni con un'operazione di composizione definita parzialmente , operazione che risulta associativa quando è definita e con certe rappresentazioni identiche , le quali intuitivamente esercitano il ruolo di oggetti " (ibidem, pag.381) .
Sarebbe molto interessante inoltrarsi tra le varie formulazioni matematiche che regolano le interazioni categoriali , ma rimandiamo ad altri testi per il dovuto approfondimento .  Qui è necessario soltanto far comprendere l'utilità che la teoria delle categorie può avere ai fini di una buona e corretta architettura .
L'analogia dei termini è molto semplice . La categoria equivale ad un " tipo " architettonico . I funtori , cioè i morfismi fra le categorie , possono paragonarsi alle funzioni in architettura che consentono le trasformazioni tra diverse tipologie .  Lo studio delle categorie presenta affinità con lo studio delle funzioni che determinano le trasformazioni tipologiche . In tal senso il " tipo architettonico " perde il significato cristallino di archetipo ( come tanta critica odierna ha voluto intendere ) per assumere una diversa connotazione : quella di " tipo categoriale " .
Il tipo non diventa più qualcosa di fisso , assoluto e irremovibile , assume invece tutte le caratteristiche e proprietà delle trasformazioni naturali , studiate nella matematica contemporanea , tra categorie .  La possibilità di avvalersi in architettura di una analogia con una teoria matematica consente anche un proficuo utilizzo dei computer : in un prossimo futuro la creazione di programmi categoriali come ausilio per la progettazione .  Qualcosa già si comincia a fare nell'ambito della tecnologia della produzione , ovvero nell'organizzazione dei tempi di produzione e nella programmazione delle categorie di lavoro in cantiere . Un passo è stato fatto , ma la strada per una pratica scientifica dell'architettura è ancora lunga .
Verrà un giorno che , tramite i modelli categoriali , in architettura sarà possibile usufruire della creatività , armonia e libertà in un modo molto più corretto ed ordinato , nella consapevolezza della realizzazione di un mondo di amore che per ora esiste ancora in gran parte nelle categorie del nostro immaginario .





Topologia categoriale

La topologia (dal greco "topos" , luogo ) indica lo studio della proprietà dei luoghi quindi , in senso lato , lo studio dello spazio in funzione dei rapporti di posizione .  Dal punto di vista più strettamente scientifico e matematico , con topologia si intende uno spazio "non-metrico" che può mutare la forma , subire trasformazioni e restare topologicamente identico purché si rispettino determinate relazioni parte-tutto (continuità , prossimità , ecc.).
La " topologia architettonica " si distingue dalla psico-topologia di K. Lewin e dalla topologia matematica in quanto la "regione" dell'archi-topologia può essere soggetta o meno a delle "soglie" di carattere semiotico-dimensionale che deve rispettare pur trasformandosi o aggregandosi topologicamente per conservare un determinato significato architettonico .  In parole povere : un cortile che si dilata fino a divenire esteso come un campo sportivo perde la sua connotazione funzionale e simbolica e si trasforma nel tipo-piazza .  Pertanto ,la topologia architettonica resta semanticamente legata alle due categorie della quantità e qualità .
Le " soglie architettoniche " a cui si accennava prima sono i confini dei " bacini semantici " delle diverse categorie funzionali e simboliche .  I " bacini semantici " operano ed agiscono su di un " campo " , inteso come un territorio dimensionale e simbolico .  Il " campo " , in generale , si può definire come un insieme di elementi interrelato ma non finalizzato , un sistema omogeneo che consente il verificarsi di determinati eventi .
Il " campo " determina l'ambito in cui è valida una determinata relazione , stabilisce che tipo di elementi dovranno essere relazionati .  Il campo è uno spazio che presenta alcune caratteristiche costanti in ogni suo punto ed in cui si svolgono determinate operazioni .  Il campo agisce su queste operazioni , ma a loro volta le operazioni agiscono sul campo : da questa interazione nasce la tensione , il movimento , la continua trasformazione .
In Architettura il " campo " è definito dalla topologia categoriale .  Infatti , la topologia categoriale può rappresentare soltanto l'ossatura degli eventi architettonici che sono possibili in un determinato spazio di vita .  Le categorie agiscono a livello mentale ed emotivo , le topologie a livello costruttivo-architettonico .  L'interconnessione di categoria e topologia determina il " modo " di fare architettura .
Nell'epoca classica operavano le categorie mentali che ritroviamo in Vitruvio : distributio , statio , dispositio , ordinatio , symmetria , eurytmia , decor , ecc. , categorie che si possono racchiudere nella famosa triade vitruviana di " firmitas - utilitas - venustas " .
Oggi , e le opere dell'architettura contemporanea lo confermano , operano altre categorie .  Bruno Zevi nel suo libro sul " linguaggio moderno dell'architettura " , ha tentato una prima classificazione di queste nuove categorie .  Esse sono : 1) L'elenco come metodologia progettuale e risemantizzazione ; 2) Asimmetria e dissonanze ; 3) Tridimensionalità antiprospettica ; 4) Sintassi della scomposizione quadridimensionale ; 5) Strutture in aggetto , gusci e membrane ; 6) Temporalità dello spazio ; 7) Reintegrazione edificio-città-territorio .
Comunque , sia le categorie di Vitruvio che quelle ipotizzate da Zevi sono soggette ad influssi epocali ed a remore storiche e tecnologiche .
Una liberazione dell'Architettura dal tempo storico della produzione alienata può avvenire soltanto con l'introduzione del tempo sovrastorico all'interno della topologia categoriale .  Soltanto una visione sovrastorica potrà condurre ad un libero pensiero architettonico e ad un vero e profondo " fare " in Architettura .
L'unica soluzione pensabile per la liberazione del fare architettonico è l'introduzione consapevole e cosciente della categoria sovrastorica dell'amore cristiano , la cosiddetta " agape " , nell'ambito della topologia categoriale .




La fusione della teoria delle categorie e della teoria sovrastorica con la topologia architettonica , all'insegna dell'amore , risulta attualmente la prassi e la ricerca più seria e proficua per ottenere una buona ed armoniosa Architettura .





MATERIA , ENERGIA , UOMO
 
Materia ed Energia
 
Uomo e Architettura energetica
 
Teoria dei Pulsori

 



Materia ed Energia

"  Una volta riconosciuta l'equivalenza tra massa ed energia , la divisione fra materia e campo appare artificiosa e non chiaramente definita... Ciò che fa impressione sui nostri sensi come materia è in realtà una grande concentrazione di energia in uno spazio relativamente limitato . Sembra quindi lecito assimilare la materia a regioni spaziali nelle quali il campo è estremamente forte " ( da Einstein - Infeld : L'evoluzione della fisica ) .
Questo punto di arrivo a cui è pervenuta la fisica contemporanea non deve essere confuso con l'Energetismo e con la riduzione assoluta della materia all'energia .  L'Energetismo come propria ideologia di fondo sostiene il monismo dell'energia e la riduzione di ogni sostanza ad energia ; tesi questa che fu sostenuta da Helmoltz , Rankine , Ostwald a partire dall'ottocento e che tutt'oggi vanta molti sostenitori .
La differenza tra l'Energetismo e il punto di vista della fisica teorica odierna è molto chiara : mentre il primo riduce tutta la materia , il mondo sensibile , all'energia ,  la fisica contemporanea sostiene che i due concetti di materia ed energia sono riducibili a quello di " campo " .
La materia , secondo le ultime scoperte di fisica , è costituita da particelle infinitesime ( elettroni , protoni , ecc. ) che a loro volta sono costituite da entità ancor più infinitesime ed incontrollabili che vengono chiamati " quark " .  A questo livello di realtà argomentare sulla materia e sull'energia come di cose distinguibili risulta impossibile .  Il ponte , la connessione tra materia ed energia è data dalla " densità di campo " .
Einstein ha spiegato che oggi il termine materia significa per il fisico solo una forte concentrazione di energia , cioè quelle regioni dello spazio caratterizzate da un campo particolarmente intenso .  Come la massa è una forma di energia così ad ogni energia compete una certa massa .
La domanda che sorge a tutti spontanea dopo queste considerazioni preliminari è la seguente : in quale maniera e misura l'architettura contemporanea risulta influenzata da tali rivoluzionarie teorie e scoperte della fisica ?
Personalmente io credo che , come per tutte le cose , ogni nuova teoria non fa altro che dare consapevolezza a ciò che già esiste , si vive , ma di cui non si ha ancora una piena coscienza . Fin dalle prime abitazioni dell'uomo esistevano peculiari rapporti tra materia ed energia che ne determinavano l'Architettura in funzione dell'ambiente .
Adesso è necessario , per motivi di chiarezza , dare una prima definizione architettonica di materia ed energia .
MATERIA ARCHITETTONICA : sostanza di cui è fatta l'Architettura sensibile e che dà ad essa estensione e peso .
ENERGIA ARCHITETTONICA : capacità o forza atta a produrre un particolare effetto ( climatico , estetico , ecc. ) in Architettura .
Queste due definizioni di materia ed energia , grazie alla loro generalità , consentono la correlazione dell'Architettura a tutto il progresso scientifico contemporaneo .  Le leggi della fisica contemporanea valgono , per analogia , anche per l'Architettura : ciò comporta un notevole ampliamento dell'orizzonte architettonico .
Per Materia-architettonica si intende la tecnologia , i materiali ( legno , pietra , acciaio , ecc. ) presi in sé , indipendentemente da qualsiasi correlazione e finalizzazione sistemica ambientale e funzionale .
Per Energia-architettonica si intende le prestazioni che la tecnologia ( particolarmente nel settore impiantistico ) e le proprietà dei materiali ( colore , conduttività termica , tessitura , ecc. ) consentono nella trasformazione di spazi e realizzazioni di particolari ambienti con peculiari effetti microclimatici , estetici e simbolici .
Precisati , benché molto sinteticamente , la materia e l'energia architettonica veniamo ora al nodo cruciale di questa feconda analogia tra l'Architettura e la fisica atomica contemporanea : si tratta di determinare il concetto di " campo " in Architettura , concetto generatore delle possibilità osmotiche tra materia ed energia .
L'ipotesi fondamentale è la seguente : " è la funzione a creare in Architettura la ' densità di campo '  " .
Ma che cosa significa : la funzione crea la densità di campo ? e che si intende in tale contesto per funzione ?
Per Funzione-architettonica si intende ciò che condensa , agglutina , concentra la Materia-architettonica per consentire lo svolgimento di una particolare attività dell'uomo , finalità realizzabile solo con un uso appropriato e corretto dell'Energia-architettonica .
Da ciò risulta palese che la " densità di campo " è riferita al concetto di Funzione-architettonica : quante più Funzioni-architettoniche si concentreranno in un identico spazio , tanto più " densità di campo " si potrà riscontrare in Architettura .
Il " campo " , o Funzione-architettonica , risulta determinato quantitativamente dalla Materia-architettonica e qualitativamente dalla Energia-architettonica .
Con l'ausilio dei concetti operativi qui sopra esposti e delle analogie a cui si accenna , chiaramente , un nuovo territorio dell'Architettura si manifesta in attesa di più approfondite esplorazioni .  Una nuova dimensione teorica illumina l'Architettura : la Funzione-architettonica dell'Amore attende che un'Energia-architettonica adeguata ad essa sprigioni la sua forza infinita , plasmando la Materia-architettonica con un inconfondibile e sereno aroma .  Alle future generazioni di architetti l'ardito compito .







Uomo e Architettura energetica

L'uomo è un sistema aperto che interagisce biunivocamente con il sistema ambientale ed energetico circostante .  Uomo come microcosmo che scambia mediante le leggi di natura con il macrocosmo ambientale .  La biosfera dell'umanità non può prescindere per la sua sopravvivenza da una corretta visione ecosistemica .  Mai come oggi i problemi ecologici sono stati così rilevanti e preoccupanti .
L'uso schizofrenico dell'energia , nelle sue varie forme , finalizzato ad inseguire un processo industriale che pur di raggiungere i suoi traguardi dimentica troppo spesso i reali bisogni dell'uomo , fisiologici e psicologici , crea sempre più sovente quei famosi tumori urbani che ormai investono e colpiscono le maggiori città del mondo , conducendole al soffocamento e ad una agonia lenta ed incessante .  La superficiale ricchezza prodotta dal denaro sta distruggendo la profonda ricchezza che proviene dalla vita .
L'Architettura non può mancare a questo appuntamento difficile e impegnativo che oggi l'attende : il ristabilimento di un equilibrio tra l'uomo e la natura .
" I rapporti dell'uomo con l'ambiente esterno sono stati regolati nel tempo principalmente dai seguenti fattori :
  • elementi oggettivi dell'ambiente : morfologici ( altimetria , clinometria , ecc. ) , naturalistici ( popolazione di piante e di animali ) , climatologici ( temperatura , umidità , piovosità , ventosità , insolamento , ecc. ) ;
  • esigenze soggettive dell'uomo per svolgere le proprie attività , dalle più semplice ed elementari alle più complesse e sofisticate : abitare , produrre , difendersi dagli agenti aggressivi esterni , svagarsi , coltivare attività religiose e spirituali , ecc. , attività che discendono dalle forme di organizzazione sociale e culturale del momento ;
  • mezzi tecnici a disposizione , derivanti sia dalla disponibilità effettiva in senso stretto ( energia , materiali , tecnologie , conoscenze od intuizioni scientifiche o metascientifiche ) sia delle invenzioni , scoperte , processi di connessione , di conoscenza , di deduzione , singoli o collettivi   " (da Progetto ed Energia , V. Bacigalupi / C. Benedetti , ed. Kappa , 1980 , pag. 16)
Il rapporto dell'uomo con la natura si presenta quindi delicato e complesso ; in particolare il problema delle fonti energetiche e di un loro uso appropriato è determinante per un corretto approccio con l'ambiente .  Attualmente la civiltà capitalistica si regge su fonti di energia non rinnovabili : petrolio , gas , carbone , che tendono irreparabilmente ad esaurirsi , essendo necessari per rinnovarle i milioni di anni occorsi per trasformare in carbone o petrolio gli organismi viventi .  Inoltre queste fonti di energia sono estremamente inquinanti e minano sempre più pericolosamente l'equilibrio ecologico della natura . La loro convenienza nella realtà industriale è soltanto la loro monopolizzazione .
Esistono , però , delle fonti alternative di energia che presentano una disponibilità superiore , una impossibilità ad essere monopolizzate , una possibilità a dare una parziale o totale indipendenza da ogni struttura centralizzata o coercitiva , una maggiore libertà ed iniziativa creativa per l'individuo .
" Le caratteristiche determinanti delle fonti alternative di energia devono essere infatti la disponibilità in ogni momento e per chiunque ; la economicità , in termini di energia prodotta rispetto all'energia impiegata per il loro utilizzo ; il minimo impatto con l'ambiente circostante e soprattutto la rinnovabilità ( essere create , cioè , dalla natura in un ciclo continuo e in quantità tali da soddisfare la richiesta ) "  (da L'energia alternativa , P. Cella , ed. Longanesi , 1979 , pag. 7) .
Alcune fonti di energia rinnovabile alternativa sono : il vento , il sole , le serre , l'acqua , i rifiuti , il legno , ecc...
Una breve digressione è da farsi per l'agricoltura , attività che è sempre dipesa da fonti di energia e che oggi si trova al bivio , nella scelta tra l'energia nucleare o le energie alternative ( solare , idrica , eolica , ecc. ) .  Speriamo che l'agricoltura ritorni all'attività che le è propria : la trasformazione delle energie naturali .  Altrimenti avverrà che l'accelerazione del monopolio industriale condurrà inevitabilmente ad un tragico sfruttamento delle terre per fini industriali , con ingenti danni per l'ecosistema .
E se lo scopo dell'Architettura è di aiutare l'insediamento dell'uomo nella natura , creando delle condizioni favorevoli ed adeguate all'adempimento dei propri bisogni ed attività , se sua finalità è di ottimizzare e soddisfare le esigenze fisiologiche e psicologiche dell'individuo , allora non si può ritenere il problema energetico ed ecologico come trascurabile ed inconsistente per l'Architettura.   Certo , come i vestiti sono per noi un intermediario tra l'interno e l'esterno al pari della pelle che mantiene un equilibrio termico , così anche l'Architettura , l'involucro edilizio , può essere considerato come una membrana permeabile selettiva capace di filtrare , selezionare , proteggere dai diversi e mutevoli fattori ambientali .
Ma ciò non basta , l'Architettura è anche altro .  L'Architettura è energetica e stabilisce un rapporto attivo con tutte le forze della natura .  L'Architettura energetica opera alle diverse scale , dall'unità abitativa alla dimensione urbanistica , territoriale , per giungere poi gradatamente fino alla dimensione cosmica : è lì che l'Architettura ritrova il suo intimo legame con la Natura , la sua ragione di essere .   Pensare ad una Architettura energetica significa credere in una Architettura cosmica , l'Architettura stessa che ha dato origine all'universo .
E' solo con questo grandioso respiro che si può ritrovare la forza di ricondurre l'Architettura e l'uomo ad un equilibrato ed armonico rapporto con la Natura che ci circonda e di cui siamo parte .   La parte sta al tutto come il tutto sta alla parte .





Teoria dei pulsori

Partendo dai concetti operativi di " Materia-architettonica " , " Energia-architettonica " , " densità di campo " , " Funzione-architettonica " , e tenendo conto dei presupposti di una Architettura energetica fondata su fonti di energia rinnovabili , si perviene ad una nuova visione dell'Architettura .
Il " campo architettonico " è attraversato da fenomeni di condensazione e rarefazione , interazioni di forze , che danno origine a processi morfogenetici . Questo morfismo strutturale dello spazio avviene alle diverse scale : da quella urbanistica fino alla cellula abitativa .  Assialità e centralità orografiche , economiche , sociali , generano sul territorio le situazioni ambientali ed urbane che è facile riscontrare in tutti i paesi del mondo .
In sintesi , si può dire che questi campi di forza di origine antropologica determinano nello spazio/tempo dei " pulsori " , ovvero delle condensazioni di materia/energia architettonica e dei luoghi intermedi di connessione tra i diversi " pulsori " distribuiti nello spazio . Con " pulsore " si intende una entità-architettonica-animata , vibrante di vita molto attiva , piena di attività .
Per i primi uomini il pulsore per eccellenza del loro abitare era il fuoco , il centro della comunità che serviva a molteplici funzioni : riscaldare , cucinare , illuminare , difendere , ricordare il sacro , celebrare , sacrificare , ecc...
Il pulsore è un condensatore di funzioni e di conseguenza di materia/energia .   Oggi un pulsore in una abitazione potrebbe essere dato da un polo energetico ove confluiscano le seguenti attività :  vedere la televisione , ascoltare musica , cucinare , riscaldarsi , ecc...  I pulsori determinano la vitalità del sistema architettonico .
Fino ad ora la polarizzazione dell'Architettura è avvenuta in modo indistinto e informe , e quando la si è attuata in un modo più consapevole e razionale è rimasto un evento isolato e dimenticato (si pensi alla città dell'Aurora fondata in India da Sri Aurobindo) .
Al contrario bisogna invece individuare una " teoria dei pulsori " , attuare le sue premesse , applicare i concetti pulsionali all'Architettura energetica .  Tenterò qui di delineare un primo schema teorico per l'individuazione di una teoria architettonica dei pulsori .
Dunque , in Architettura sia in fase progettuale che a livello empirico , reale , si possono distinguere due tipologie molto generali di gruppi morfologici : i gruppi plastici ed i gruppi elastici .
I gruppi plastici sono caratterizzati da una prevalente stabilità , staticità ed una accentuata avversione alla trasformazione : corrispondono a sistemi di materia/energia/funzione-architettonica fondamentali per il compimento delle attività da soddisfare nel sistema architettonico .
I gruppi elastici sono caratterizzati da una prevalente flessibilità , mutabilità ed una spiccata predisposizione alla trasformazione : corrispondono a sistemi di materia/energia/funzione-architettonica variabili per il compimento delle attività da svolgersi nel sistema architettonico .
Ai gruppi plastici appartengono i pulsori : coaguli spaziali non solo formali ma anche funzionali .   I pulsori possono anche essere chiamati " donatori " perché forniscono di molteplici prestazioni lo spazio circostante ad essi . Si può ben dire che nell'intorno del pulsore si attua una condensazione di attività , di vita e quindi di amore .  E' nei pressi dei pulsori che si riunisce la famiglia , è nei pressi dei pulsori-urbani che si incontrano le persone e si scambiano parole e gesti affettuosi , è nei centri urbani equilibrati ed armonici che la campagna e la natura trovano la loro corretta sublimazione antropomorfica .
Noi stessi come persone , come esseri biologici , costituiamo delle " densità di campo " , siamo dei pulsori senzienti dotati di spiritualità , delle concentrazioni mobili estremamente efficienti di materia/energia .  Noi e l'Architettura energetica interagiamo come componenti omogenei nella stessa natura , fondati entrambi sulla concentrazione e condensazione di materia/energia .   Pulsione vitale è l'essenza dell'uomo e pulsione energetica è l'essenza dell'Architettura .
Progettare con la  " teoria dei pulsori " significa dotare l'uomo fruitore dello spazio di una grande libertà .  Infatti , una volta stabiliti i pulsori , e quindi assicurata la funzionalità dello spazio e la sua stabilità , sta all'uomo di variare e di sfruttare la poliedricità funzionale dei pulsori per svolgere liberamente e comodamente le sue molteplici attività nello spazio/tempo disponibile .
Architettare non significa più creare e determinare soltanto un contenitore formale e delle strutture funzionali asettiche di supporto .   Architettare significa oggi determinare i campi di energia funzionale architettonica , stabilire la topologia dei " pulsori " , e lasciare grande libertà al pulsore dinamico uomo che potrà fruire di questi spazi estremamente funzionali ed esteticamente validi .
Cade , in tal maniera , l'arredamento che cristallizza lo spazio vitale dell'abitazione in una sala da museo . Non più il disagio dell'uomo e della civiltà in spazi repressivi e totalitari !  L'Architettura torna alla naturalità concettualmente : al pari delle fresche sorgenti che vitalizzano i verdi prati montani abbiamo in Architettura " vitali pulsori " che attraversano armonicamente l'infinito orizzonte della flessibilità dello spazio .




Ma , una sistematica ed efficace " teoria dei pulsori " congruente con il progresso tecnologico odierno è ben lungi dal poter essere delineata in queste mie brevi note ed osservazioni .  Inoltre un approccio scientifico al rapporto materia/energia in Architettura richiede lunghi studi ed approfondite analisi e molta intuizione nel ricercare le analogie con le diverse discipline scientifiche .   Al lettore lungimirante auguro un buon prosieguo in questa direzione .






 



LA STILISTICA ARCHITETTONICA
 
Fondamenti di Stilistica Architettonica
 
Elocuzione e Amore
 
Linguaggio figurato e figure retoriche




Fondamenti di Stilistica Architettonica

La Stilistica Architettonica è il complesso delle regole che servono ad esprimere artisticamente il pensiero architettonico per mezzo della forma .
La Grammatica dell'Architettura insegna a comporre e costruire correttamente .
La Stilistica insegna invece a comporre e costruire artisticamente .  La Stilistica studia le forme architettoniche come mezzo per esprimere il pensiero ed il " pathos " in modo bello ed efficace .
La Composizione Architettonica è l'espressione delle idee collegate formalmente intorno a una data funzione o tipologia .
La FORMA è data dalle idee , dai sentimenti e dalle esigenze che bisogna ricercare e collegare insieme con ordine .
La FORMA ARCHITETTONICA è lo spazio vissuto antropologicamente .
Nella percezione della forma concorrono :
  • l'Osservazione : applicazione dello spirito a qualche cosa che si vuole conoscere meglio ;
  • la Riflessione : sforzo del pensiero per rendersi ragione di ciò che si è osservato .
Lo Stile è la particolare maniera che ciascuno usa nell'esprimere in forma i propri pensieri .
Le Doti di un buon stile sono :
  • Chiarezza - l'esprimere il pensiero in modo nitido e preciso .
  • Brevità - lo sfrondare il concetto degli accessori inutili .
  • Evidenza - il rappresentare le immagini nella forma più sensibile ed efficace .
  • Nobiltà - il temperare il proprio pensiero e dargli una attraente dignità .
  • Semplicità - l'evitare le ricercatezze e le gonfiezze di concetto e di forma .
  • Varietà - l'adattare la materia , la geometria , la forma alla diversità dei contesti .
Lo " stile " si acquista con un lungo e costante studio .  Chiunque vuole acquistarselo cerchi , nel disegnare , di secondare la propria natura , di progettare con sincerità quello che pensa e che sente profondamente nell'animo suo , e di mettere in pratica , specialmente per la forma , le varie doti dell'elocuzione in rapporto all'amore che tutto compenetra .

( Nota : Nel capitolo sulla Stilistica Architettonica si fa preciso riferimento al libro " Stilistica metrica e letteratura " di Emilio Garro da cui , in particolare , sono state ricavate alcune definizioni , al testo sopra citato si rimanda per ulteriori approfondimenti ).





Elocuzione e Amore

L'Elocuzione  è l'espressione delle idee e dei sentimenti , trovati e ordinati , fatta artisticamente con forme adatte.
Un uso corretto dell'eloquenza, finalizzato ad un miglioramento della comunicazione e quindi alla facilitazione della trasmissione dei significati riposti nell'opera architettonica, è sinonimo di amore.
Le Doti  dell'elocuzione sono principalmente: la Chiarezza , l'Armonia , l'Eleganza ; queste  possono scaturire soltanto da una luminosa sorgente di amore. L'amore è il fondamento per una buona elocuzione , il principio vitale dell'eloquenza architettonica .
 


LA CHIAREZZA


La 'chiarezza' dell'elocuzione architettonica consiste nel fare in modo che i pensieri componenti l'Architettura siano compresi subito e pienamente da chi percepisce e fruisce. (L'ambiguità, ossia il doppio senso, è contraria alla chiarezza).
La chiarezza dell'elocuzione architettonica si ottiene usando Purezza e Proprietà di linguaggio .

Purezza
Per 'purezza' dell'Architettura si intende che le forme architettoniche devono appartenere all'uso vivo e buono dell'ambiente/contesto in cui si progetta e costruisce. La purezza è offesa da: barbarismi, arcaismi, neologismi, provincialismi e solecismi.
Barbarismi : sono forme di architetture straniere usate senza bisogno nel proprio contesto (i latinismi e gli ellenismi sono più propriamente classicismi , provenendo da architetture classiche = eccellenti , perfette );
Arcaismi : ( da arcàios = antico ) sono forme antiche non più usate o usate adesso con diverso significato;
Neologismi : sono forme nuove introdotte nella nostra Architettura senza necessità, essendovi già la forma corrispondente; se la forma non vi è ( quando si tratta di nuove funzioni o tecnologie ) il neologismo è buono e conviene usarlo;
Provincialismi : o idiotismi , sono forme proprie dell'architettura di qualche provincia in falsa imitazione;
Solecismi : ( ( da Sòloi , città della Cilicia dove il greco veniva parlato scorrettamente ) errore , grave improprietà di morfologia e sintassi .

Per quanto riguarda le forme architettoniche che cambiano di significato occorre dire che la geometria è il corpo della forma , l'anima è il significato , ed entrambi risentono dell'azione del " tempo " .
Ad esprimere cose ed idee nuove il popolo crea di rado forme nuove ; comunemente ricorre a quelle in uso modificandone il contenuto .
Proprietà
Per 'proprietà' del linguaggio architettonico si intende che le forme devono ' significare esattamente ' il nostro pensiero. Essa si ottiene evitando ciò che la offende e osservando ciò che la favorisce. La " proprietà " dell'elocuzione architettonica si offende :
per Difetto ,  quando si adopera per esprimere il pensiero architettonico una forma generica o un sistema formale che non traduce pienamente il concetto, risultando così manchevole;
per Eccesso , quando ci si esprime in maniera complicata senza ragione;
per Contraddizione , quando si usano forme che indicano idee discordanti.
La proprietà è favorita dal buon uso dei Sinonimi e dallo studio della " nomenclatura " e delle Etimologie .
I Sinonimi  sono forme che hanno un significato fondamentale comune , ma differiscono nei particolari;
Gli Omonimi  sono forme uguali come significanti ma diverse nel significato;
I Doppioni  sono forme di due significati , l'uno di uso dotto , l'altro più popolare;
La Nomenclatura  è il complesso delle forme proprie di una scienza costruttiva, di uno stile o delle parti di un oggetto architettonico;
L'Etimologia di una forma architettonica ( da ètymos = vero , Logos = discorso ) è la scienza che ricerca l'origine ed il vero senso delle forme.
La Convenienza  ( dote affine alla proprietà )  consiste nell'adattare le forme ed i sistemi formali alla materia, al tempo, al luogo, alle persone del componimento architettonico. 


L'ARMONIA


L'armonia nell'elocuzione architettonica è quel gradevole aspetto che le forme, unite bellamente in schemi compositivi, danno a chi fruisce ed osserva  l'opera.   L'amore è la legge dell'armonia.

Fin dall'antichità l'uso della simmetria , dei rapporti geometrici , dei sistemi proporzionali e di innumerevoli accorgimenti visivi hanno consentito la realizzazione euritmica ed equilibrata dell'Architettura .
L'armonia scaturisce da una visione sistemica dell'Architettura, per cui la parte sta al tutto come il tutto sta alla parte, al pari di un organismo vivente della natura. 

L'ELEGANZA


L'eleganza dell'elocuzione architettonica consiste in una speciale grazia o leggiadria che rende bello , nobile , attraente  un'opera architettonica .  Rifugge dall'artificio, volendo spontaneità e trasparenza . 

La cura delle doti dell'elocuzione può concorrere ad ottenere l'eleganza, ma essa dipende in massima parte dal ' buon gusto ' e dal ' buon senso ' dell'architetto .  
In particolare si acquista eleganza con l'usare nella progettazione , malgrado l'utilizzo di computer e tecnologie , " naturalezza " ,  " varietà " e " semplicità " .  






Linguaggio figurato e figure retoriche

Il Linguaggio proprio esprime semplicemente e direttamente il pensiero , quello figurato lo esprime per mezzo di immagini (figure) .
Il linguaggio figurato è di due specie : traslati e figure :
  • i Traslati (o Tropi) sono modi figurati in cui le forme trasportano ( transfero , translatum ) il loro significato naturale ed un altro di relazione :
  • le Figure sono modi di espressione in cui le forme mantengono il significato naturale ma esprimono , secondo la collocazione e le permutazioni dei sistemi formali , i sentimenti e la commozione dell'animo .
I principali traslati sono tre :
  • la Metafora : ( meta = oltre e fero = trasporto ) figura retorica per la quale si trasporta una forma dal senso proprio a un senso figurato ; si fonda sopra una relazione di " somiglianza " ;
  • la Metonimia : ( metonumia = sostituzione di nome ) si ha quando si sostituisce la forma della causa a quello dell'effetto o viceversa , e si fonda sopra una relazione di dipendenza ;
  • la Sineddoche : ( sun-ek-dochè = compressione ) si ha quando si usa una forma che comprende un significato maggiore o minore di un'altra con cui ha relazione di ' contenenza ' .
Esistono inoltre altri traslati , tra cui l'Allegoria risulta affine alla metafora e l'Antonomasia , l'Iperbole e la Litote risultano affini alla sineddoche :
  • l'Allegoria  ( àllo = altro e agorèo = parlo , dico un'altra cosa ) è una metafora continuata , sotto un significato ne adombra un altro ;
  • l'Antonomasia ( antonomasìa = scambio di nome ) consiste nell'adoperare una forma comune invece di una forma propria , o viceversa ;
  • l'Iperbole ( uperbolè = esagerazione ) si ha quando si accresce l'idea oltre il verosimile ;
  • la Litote ( litòtes = attenuazione ) è l'opposto dell'iperbole e si ha quando si mitiga l'idea formale .
Può essere considerata un translato anche l'Ironia ( eironèia = derisione ) con la quale si intende significare il contrario di quanto si raffigura .  Più acre dell'ironia è il Sarcasmo ( sarkàro = strappo le carni ) che aggiunge lo scherno .
Le figure retoriche sono espressioni di particolari atteggiamenti del pensiero in certe condizioni di animo .  Differiscono dai traslati perché in esse non cambia il significato delle forme architettoniche .  Le principali figure retoriche possono dividersi in vari gruppi :
  1. Interrogazione , Esclamazione , Imprecazione ;
  2. Dubitazione , Preghiera , Apostrofe ;
  3. Personificazione ( prosopopèa ) , Ipotiposi ( da upotùposis = rappresentazione ) ;
  4. Antitesi , Perifrasi , Similitudine o Paragone ;
  5. Sospensione , Reticenza , Preterizione ;
  6. Ripetizione , Raddoppiamento , Gradazione ( progressione di idee ) , Polisindeto ( legato molteplicemente , ripetizione della stessa congiunzione ) , Asindeto ( mancanza di collegamento , soppressione della congiunzione ) ;
  7. Parallelo , Chiasmo ( incrocio , due espressioni concettualmente parallele si dispongono in ordine inverso ) ;
  8. Eufemismo ( da euphèmi = dico bene , buona espressione ) .
Esistono inoltre altre figure retoriche che per motivi di completezza preferisco enumerare , benché molto sinteticamente . Esse sono : Anacoluto ( sconnesso , non corrispondente ) , Anastrofe ( inversione ) , Antistrofe ( il voltarsi dalla parte opposta ) , Apocope ( troncamento ) , Crasi ( mistura ) , Diallage ( conciliazione ) , Diastole ( dilatazione ) , Dieresi ( separazione ) , Elisione ( l'atto e l'effetto dell'elidere ) , Ellissi ( mancamento ) , Enallage ( permutazione ) , Ipallage ( cambiamento ) , Iperbato ( trasposizione ) , Paragoge ( derivazione , indugio ) , Sillessi ( compartecipazione ) , Sistole ( contrazione , anche sineresi ) , Tmesi ( il tagliare ) , Zeugma ( aggiogamento ) .
Risulta chiaro che un adeguato ed opportuno approfondimento dei significati delle figure retoriche consentirà agli architetti il recupero , per analogia , di molteplici concetti operativi da utilizzare consapevolmente durante la morfogenesi dell'opera architettonica e durante l'intervento nella progettazione computerizzata della topologia categoriale sovrastorica .
In tal maniera sarà più facile rendere esatta e coerente l'espressione architettonica all'insegna dell'amore .





CONCLUSIONI




Conclusioni

Malgrado la schematicità e semplicità del discorso qui presente in riferimento al rapporto tra architettura e amore , spero che il messaggio della rilevanza di tale rapporto sia balzato all'attenzione del lettore .
L'architetto non può prescindere dal principio dell'amore né può rifiutarsi , in tale società capitalistica , di assumere un ruolo attivo di lievito per la costruzione di un nuovo modo di concepire la coesistenza e la vita .
Un'architettura , impregnata di amore , nel suo processo di liberazione non può fare a meno di considerare i contributi provenienti dalla teoria sovrastorica e dalla teoria categoriale .  Inoltre , a tale apporto teorico bisogna abbinare uno studio scientifico sull'interazione tra materia ed energia in architettura .  Infine , è necessaria una stilistica dell'architettura fondata sull'amore .
Spero che con la consapevolezza di tale prospettiva cristiana non tardino a manifestarsi positive trasformazioni in questa complessa ed importante attività progettuale dell'uomo .
Carlo  Sarno




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Fonte : libro " Architettura e Amore " di Carlo Sarno ,  pubblicato con STE edizioni a Napoli nel 1988 .

















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