domenica 21 luglio 2019

Dell'interpretazione dello "spazio" architettonico, di Bruno Zevi



Bruno Zevi


Dell'interpretazione dello "spazio" architettonico


    

... Qual è il contenuto dell'architettura ? Qual è il contenuto dello spazio ?  Nelle fotografie non c'è nessun contenuto, ma nella realtà dell'immaginazione architettonica e nella realtà degli edifici, il contenuto c'è: sono gli uomini che vivono gli spazi, sono le azioni che in essi si estrinsecano , è la vita fisica, psicologica, spiritual che in essi si svolge.
Il contenuto dell'architettura è il suo contenuto sociale...

...Se incentriamo l'attenzione sugli spazi interni dell'architettura e dell'urbanistica, apparirà manifesta l'indissolubilità del problema sociale e del problema estetico. E' bella una autostrada senza automobili? E' bella una sala da ballo senza coppie che danzino?...

...L'interpretazione spaziale non è una interpretazione che contende il passo alle altre, perché non si svolge sullo stesso piano. E' una super-inerpretazione o, se volete, una sotto-interpretazione; più esattamente, non è un'interpretazione specifica come le altre, perché dello spazio si possono dare interpretazioni politiche, sociali, scientifiche, tecniche, fisio-psicologiche, musicali e geometriche, formalistiche... L'interpretazione spaziale costituisce l'attributo necessario di ogni possibile interpretazione, se questa vuol avere un senso concreto, profondo, comprensivo in tema di architettura.  Offre perciò l'oggetto, il punto di applicazione architettonico ad ogni possibile interpretazione dell'arte, e ne condiziona la validità...

...In architettura contenuto sociale, effetto psicologico e valori formali si materiano tutti nello spazio.  Interpretare lo spazio significa perciò includere tutte le realtà di un edificio... 
Ogni interpretazione che non parta dallo spazio è costretta a stabilire che uno almeno degli aspetti dell'architettura sopra elencati non ha valore, a lasciarlo fuori, a scegliere a-priori un settore su cui fissare l'attenzione; in particolare, le interpretazioni volumetriche e decorative, quali si conducono abbondantemente tuttora, escludono dalla critica tutto il contenuto sociale dell'architettura.
A questo punto, non interessa di stabilire i rapporti di identità o di distinzione che intercorrono tra contenuto sociale, effetti psicologici e valori formali.
Chi ragiona dell'uomo in termini di sezionalismo intuitivo, logico, pratico, etico senza poi passare dalla utile distinzione teoretica all'unità vivente ed organica, alla circolarità tra questi elementi nella cui simbiosi si esalta la vitalità umana ed artistica, potrà accontentarsi di constatare l'identità dell'oggetto spaziale delle tre classi interpretative, e poi continuare nel campo prescelto - sociale, tecnico, fisio-psicologico, formalista - con l'unica avvertenza di ricordare la gerarchia dei valori architettonici, in nome della quale queste interpretazioni divengono anzitutto sociale-spaziale, tecnico-spaziale, fisio-psicologico-spaziale, formalista-spaziale.
Chi invece si inoltra nella più complessa indagine dell'unità organica dell'uomo e dell'architettura, sa ormai che il punto di partenza di una visione integrata, comprensiva dell'architettura è quello dell'interpretazione spaziale, e giudicherà ogni elemento che va nell'edificio sul metro dello spazio...



       


FONTE : Saper Vedere l'Architettura , di Bruno Zevi , Einaudi, 1948. Tratto dal capitolo "Dell'interpretazione dello spazio" pag. 147-151.  

















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