domenica 21 luglio 2019

La Città a immagine dell'Uomo, di Paolo Soleri



Paolo Soleri


La Città a immagine dell'Uomo

    

La città dell'uomo compassionevole, l'uomo che per definizione evolve se la vita è vista come la trasformazione della materia nello spirito, la città amabile, è la Civitas Dei se è dal suo intercedere che l'uomo mutante è a pieno titolo l'uomo che agisce per amore. Inoltre, poiché la città amabile non è una cosa arida e assopita, essa è anche la città della "visione".
La città amabile è allora l'unica città promettete per la specie, dal momento che è l'unica città che può offrire la realizzazione personale. Se, inoltre, la città è la culla delle spinte culturali e di civilizzazione, come pare ci dica la storia, allora la desiderabilità della Civitas Dei diviene un imperativo. L'unico sentiero nella foresta del futuro che condurrà l'uomo nella luce della grazia.
La Civitas Dei , la " Città dell'Amore ", non può ignorare nessuna delle due marchiature, quella genetica e culturale. In un caso il religioso tenderebbe a influenzare il genetico, nel senso che c'è un campo in cui una tendenza può diventare un "istinto" e l'uomo diverrebbe istintivamente più compassionevole, trasformando se stesso in una specie più amorevole. Il secolare tenderebbe al culturale, procurando più conoscenza e creatività all'uomo.
La risultante del compassionevole e del "visionario" sarebbe l'estetogenesi del mondo esistente, la creazione trans-biologica della realtà risultante dalla fiducia combinata della spiritualizzazione genetica (amore, teleologico) e della metamorfosi culturale (conoscenza, ontologico).
C'è qualche differenza tra lo scopo della città e lo scopo della Chiesa cattolica (universale)? Essi coincidono. In un senso molto fisico, la città è la Chiesa, un luogo di venerazione perché essa è il luogo in cui l'evento più alto di questa terra, l'uomo, sta combattendo il prezzo della paura, dell'ignoranza, dell'inganno, dell'odio, della disperazione e dell'indolenza.
C'è una contraddizione, e se c'è dove è, tra il carattere austero della sopravvivenza del più adatto, che raffigura l'animale vincente come il più forte, il massimamente astuto, ma non certo il più amabile, e il mutante più adatto a risiedere e alimentare la Civitas Dei ?
Dal punta di vista economico l'uomo potrebbe dovere inchinarsi a Homo Sapiens e all'Homo creator e mantenere l'Homo oeconomicus nella sua posizione strumentale, di supporto.
Politicamente l'uomo potrebbe dover calibrare il suffragio universale così da realizzare l'unica vera società democratica in cui l'autorità è totalmente separata dal potere, e il potere è esercitato sotto la guida della conoscenza su cui l'autorità è basata. (Autorità come potere persuasivo non come potere coercitivo).
Moralmente, noi potremmo dover raggiungere una chiara comprensione della differenza tra l'essere pio e l'essere compassionevole e del perché uno potrebbe contraddire l'altro. Ontologicamente, noi ci schieriamo meglio nella lotta tra ciò che alimenta la vita dello spirito e ciò che non lo fa, in quanto uno si muove con l'estetogenesi del reale, mentre l'altro è oscurantismo.

TRASFIGURAZIONE
A tutti i livelli, lo stimolo per la sopravvivenza e l'idoneità non è l'acquiescenza ma l'intensità e l'impegno, e la sopravvivenza-idoneità deve contare non sulla conservazione (scorpione) ma sulla trasfigurazione (uomo-spirito). Inoltre, fallire in una di quelle significa contaminare il mutante che può spiritualizzare l'universo fisico, non significa realizzare la Civitas Dei. Riuscire è in ogni caso un viaggio quasi senza fine nel futuro, una volta che tale futuro è almeno indicato dall'oscuro brancolare della biogenesi e dai primi passi incerti dell'omogenesi.

ASSUNTI
1. Conseguente al fortuito o divino innescarsi della vita, l'universo di massa-energia è nel processo di effemeralizzare se stesso nello spirito.
2. Intrinseca a questa metamorfosi di massa-energia in spirito è la sempre crescente complessità dei sistemi che proseguono la trasformazione.
3. Il meccanismo spaziale di mettere di più nel meno tenendo conto dell'incremento di complessità, è il processo di miniaturizzazione.
4. Su questa terra, la struttura più comprensiva che incarna il divenire della spiritualizzazione è la città.

CONSEGUENZE
A. Di conseguenza la città, "macchina" di spiritualizzazione, è rigorosamente governata dalle regole fisiche energetiche di complessità-miniaturizzazione.
B. Tra le molte alternative offerte all'uomo contemporaneo, la città complessa miniaturizzata è la meno facoltativa, essendo obbligatoria per lo spirito della terra.
C. Questa città è un imperativo sociale, politico, economico, morale, culturale e sotto la pressione demografica è anche una necessità di sopravvivenza.
D. Ciò contraddice la maggior parte delle nostre priorità e demitizza l'uomo pratico, in quanto i suoi paradigmi sono fallimentari. L'uomo reale è l'uomo dello spirito.

QUINDI, PER L'UOMO REALE, LA CITTA' E' LA CIVITAS DEI .



       


FONTE : Itinerario di Architettura . Antologia dagli scritti di Paolo Soleri , a cura di Kathleen Ryan , Jaca Book , Milano 2003.
Vedi anche sul Portale l'articolo sull'Autore :  Paolo Soleri (1919) , Architettura come Ecologia Umana  

















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