Rolando Scarano: Il processo generativo organico dell'architettura
di Carlo Sarno
Rolando Scarano scrive nel suo testo fondamentale per una rifondazione scientifica, umana e organica dell'architettura "Processi di Generazione della Configurazione Architettonica": "...Affinché l'oggetto/progetto soddisfi i bisogni, quali sostanza del suo essere architettura, del suo farsi spazio delle attività umane, la pratica dell'architettura deve poter rispondere all'esigenza di una teoria, quale definizione di una idea, e di un processo conseguente, compatto, coerente ed inclusivo di tutti gli attributi e le caratteristiche della pratica scientifica... Il processo di produzione dello spazio architettonico sussume il processo di costruzione della forma architettonica e in questo realizza il principio della trasformazione, che è coscienza del dinamismo e del progresso della conoscenza scientifica ed acquisizione dei valori significanti dei comportamenti e delle espressioni ...".
Rolando Scarano è un teorico e metodologo dell'architettura italiana contemporanea di altissima levatura culturale che ha operato una vera rivoluzione copernicana nel modo di concepire l'architettura; è stato allievo di Giovanni Michelucci, da cui comprende la lezione dell'umanizzazione dell'architettura, è paragonabile alla figura storica di Leon Battista Alberti ma, purtroppo, è incompreso e quasi sconosciuto agli architetti di oggi (è la solita storia che si ripete per chi ha idee geniali!).
Ma vediamo ora le analogie con il famoso architetto e teorico del Rinascimento italiano. In sintesi, si legge sul Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica, diretto da Paolo Portoghesi: "Leon Battista Alberti ... alla eredità degli antichi come strumento di riconquista della razionalità del fare architettonico... sostituisce il proposito di "superare gli antichi" ... Frutto di un impegno intellettuale vastissimo, che spazia dalla letteratura alla filosofia, alla riflessione morale, l'architettura albertiana acquista il valore di "filosofia pratica", in cui si esaltano le più alte qualità umane e rifluiscono i frutti di una meditazione etica ed estetica per cui il "fare" si identifica con il "conoscere"... Il problema centrale affrontato dall'Alberti è quello di stabilire i fondamenti di un linguaggio capace di riassorbire le esperienze divergenti ...".
Per Rolando Scarano si tratta oggi di rifondare l'architettura su di un nuovo modello simbolico, non più statico ma dinamico: "Il Processo Generativo dell'Architettura", con al centro l'uomo sia come individuo particolare che come essere sociale. Non più un "fare" architettura astratto e separato dalla vita, ma strettamente legato ai bisogni naturali, sociali e spirituali dell'uomo, alla ottimale espressione della sua completa umanità in uno spazio esistenziale organico completamente idoneo al suo sviluppo, alla sua trasformazione, alla sua libertà.
Con l'idea del processo generativo come base e fondamento della configurazione architettonica si ribalta tutta l'ottica ancora puro-visibilista della gran parte della pratica architettonica di oggi. Non più l'oggetto feticistico e artistico come risultato di un'architettura cristallizzata e legata a stili, seppure indicatori di una pseudo-libertà, frutto di una concezione dell'architettura lontana dalla vita reale.
Il grande iconologo Erwin Panofsky, rifacendosi alla teoria delle "forme simboliche" di Ernst Cassirer e applicandola alle arti figurative, scrive nel suo libro "La prospettiva come forma simbolica" che l'invenzione della "prospettiva" come modo nuovo di vedere la realtà ha condizionato ed espresso una tendenza generale ed essenziale della mente umana dell'epoca rinascimentale.
Oggi, con la "teoria dei processi generativi della configurazione architettonica" formulata negli anni ‘70/'80 da Rolando Scarano, con la particolare collaborazione della moglie Antonietta Piemontese, abbiamo la nascita di una formulazione sistematica di un nuovo modo di cogliere la realtà e di conseguenza l'essenza del fare architettura oggi, la nascita del "processo generativo" come nuova forma simbolica dell'architettura.
Scrive Scarano: "...il problema centrale di una semiologia dell'architettura... risiede... nella spiegazione coerente ed esauriente del processo di trasformazione dei bisogni e delle intenzioni semantico-referenziali espressi da un certo sistema sociale, in una forma ad essi congruente... una corrispondenza profonda tra il processo di generazione delle strutture significanti di una lingua, delle strutture di un sistema di pensiero e di espressione, e il processo di costruzione della forma architettonica... ". E Paolo Portoghesi nel suo libro "Le inibizioni dell'architettura moderna" dice a proposito: "...possibilità che si riscontra in opere lontanissime nel tempo e nello spazio, ma legate da una sotterranea continuità, di esprimere un processo che si svolge nel tempo...".
Nello sviluppare la sua concezione tipologica dell'architettura, Aldo Rossi dice, nel suo famoso libro... "L'architettura della città": "...Io penso quindi al concetto di tipo come a qualcosa di permanente e di complesso, un enunciato logico che sta prima della forma e che la costituisce... il tipo è dunque costante e si presenta con caratteri di necessità... il tipo è l'idea stessa dell'architettura; ciò che sta più vicino alla sua essenza. E quindi ciò che, nonostante ogni cambiamento, si è sempre imposto "al sentimento e alla ragione", come il principio dell'architettura e della città...".
Con la nuova teoria e metodologia di Rolando Scarano i termini sono completamente ribaltati: il divenire, la trasformazione, il processo generativo organico diviene la costante. In altri termini, l'invariante è il mutamento generativo come fondamento della vita dell'architettura.
Tale concezione della rilevanza del mutamento e del divenire pone l'architettura scientifica (nel senso moderno del termine) di Scarano all'interno del paradigma dell'architettura organica, dove, a dire di Frank Lloyd Wright e del suo famoso allievo Paolo Soleri, l'arte e la scienza convergono per la realizzazione di un'architettura intensamente derivata dalla vita, dove il processo realizzativo ed esistenziale dell'uomo è il fondamento. Inoltre il processo generativo della configurazione architettonica postulato da Scarano converge sul principio di Wright e anche di Giovanni Michelucci, e cioè che la vera architettura organica, quella realmente legata alla vita, non ha stile ma è sempre legata alla diversità del sistema complesso ambiente-tempo-uomo e, quindi, ai suoi bisogni specifici. L'architettura secondo Scarano si genera dall'interno all'esterno, seguendo strettamente il principio fondamentale dell'architettura organica. Alcuni esempi applicativi di tale teoria sono riscontrabili nelle opere di architettura realizzate dallo studio Sarno Architetti. In particolare Carlo Sarno (autore dell'articolo) ha sviluppato nel libro "Arte, tempo e simulazione" la teoria dei processi generativi applicata all'arte e alla struttura antropologico-simbolica del tempo per una liberazione sovrastorica della creatività dell'uomo.
Un altro momento rilevante della teoria dei processi generativi in architettura è la possibilità di "azzeramento", vedasi Bruno Zevi sul linguaggio moderno dell'architettura, che viene compiuta nella fase iniziale del processo progettuale. In altre parole, non esistono forme o tipi già preconfezionati, ma tutto parte dai bisogni e dai comportamenti delle persone che dovranno abitare quel particolare ambiente e che originano un particolare processo progettuale che genererà una particolare e differenziata ed originale architettura. Diceva Bruno Zevi parlando del suo metodo storiografico: "...l'attenzione va concentrata più sul processo che sul risultato...".
Scrive Scarano: "...L'atteggiamento limitato, empirico e pragmatico, spesso presente nel lavoro dell'architetto, che tende a definire una "teoria", post festum, partendo dalla base delle sue peculiari esperienze e delle sue naturalmente limitate conoscenze metodologiche, è stato gradualmente sostituito da una impostazione scientifica sempre meno empirica, orientata alla caratterizzazione di un approccio al problema della progettazione che fosse chiaramente esplicitato e deduttivamente controllabile... Il singolo atto progettuale è legato al processo di costruzione del pensiero, dell'idea, della conoscenza, della forma del contenuto correlata alla sua corrispondente sostanza, di una determinata configurazione architettonica: quest'ultima risulta dunque una totalità (testo) che l'operatore deve comprendere e spiegare operando attraverso l'analisi e la sintesi e utilizzando strumenti concettuali specifici il più possibile adeguati... Ma ogni progettazione è anche un processo di simbolizzazione, di rappresentazione di un concetto attraverso un mezzo materiale, di certe proprietà e di certe informazioni registrate in un substrato (concettuale), ad un altro (sensibile). Gli strumenti dell'operatore dovranno dunque consentire l'interpretazione, la rappresentazione e la comunicazione delle operazioni del processo di progettazione e dei loro prodotti. La correlazione tra "struttura profonda" di una configurazione, cioè del modello di organizzazione comportamentale e referenziale corrispondente ad un determinato sistema di bisogni, ed una "struttura superficiale", scelta in una classe praticamente infinita di possibili alternative, supporto delle qualità sensibili e veicolo "significante" di tutte le informazioni inerenti al processo di costruzione della forma, assume un valore peculiare, perché è in tale correlazione che risiede il "rapporto di significazione" della forma architettonica, il significato culturale, sociale, economico, artistico e scientifico della configurazione e del suo processo di generazione... Solo in tale reciproca relazione di corrispondenza e di adattamento è possibile intendere i principi, le intenzioni, l'effetto (nel senso dell'efficacia della retorica) e l'adeguatezza al contesto ambientale, sociale, fisico-naturale e costruito, che l'operatore-architetto e la comunità intendono realizzare nel progettare una determinata configurazione... La costruzione di un adeguato modello del processo di costruzione della forma architettonica diviene dunque la premessa di qualsiasi pratica progettuale...".
Nel pensiero dell'architettura organica-scientifica di Rolando Scarano, che si sviluppa dall'interno all'esterno, è gia implicita la connessione dell'architettura con la rivoluzione informatica, un'architettura vista in maniera sistemica mediante metodi di simulazione, modellizzazione e rappresentazione configurazionale con ampio utilizzo di computer e CAD. Il discorso critico attuale di Antonino Saggio sulla "IT Revolution", sull'importanza delle conseguenze della rivoluzione informatica per l'architettura, trova nella teoria dei processi generativi di Scarano la sua radice culturale, scientifica e organica. Infatti per Antonino Saggio la simulazione e la metaforizzazione dell'architettura sono momenti cardini della rivoluzione architettonica-informatica di oggi.
Concludendo, qui si è voluto soltanto introdurre per grandi linee la importante e rivoluzionaria teoria e metodologia architettonica elaborata da Rolando Scarano (1941, architetto e professore alla Facoltà di Architettura dell'Università di Napoli) che ha il suo sviluppo centrale nel libro "Processi di generazione della configurazione architettonica", fondamentale per un nuovo modo di vedere e comprendere l'architettura. La teoria fondata sui bisogni reali dell'uomo che lega l'architettura intensamente alla vita, tra le migliori che la cultura architettonica italiana abbia mai prodotto, culmina nell'ipotesi di una grammatica trasformazionale del processo di progettazione che amplifica notevolmente le potenzialità di messaggio di un progettista che si trova oggi ad operare in un mondo molto più complesso e pluralistico.
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Fonte : articolo pubblicato sul portale web BUILDLAB nel 2002 http://buildlab.it/rolando-scarano-il-processo-generativo-organico-dell-architettura.html