Tecnologia,
innovazione e sostenibilità
di Filippo Arpaia
La tecnologia comprende quei processi con
cui si trasformano lavoro, capitale, materia e informazione in prodotti
e servizi, con valore aggiunto. Ad esempio se le aziende utilizzano ed
incorporano innovazioni nella propria produzione di rubinetti, caldaie,
dadi da brodo, abiti, programmi televisivi, ecc. - ciò significa che
si opera sul processo non solo produttivo, ma anche per creare beni più
attraenti. Possiamo dedurre che, dalle innovazioni di carattere
semplicemente incrementali, scaturiscono e si affermano le tecnologie
subentranti.
I clienti, dei principali mercati,
apprezzano i prodotti ed i processi innovativi e se ciò rafforza anche
il business, possiamo affermare che ci troviamo di fronte a mutamenti
intrinsecamente sostenibili. Succede, però, che alcune innovazioni non
sono gradite e accettate dalle “Imprese dominanti” e capita che, anche i
mercati non sono interessati. Esse riguardano generalmente prodotti meno
appariscenti, più semplici, più piccoli e convenienti ma graditi
soltanto da particolari clienti; offrono margini di profitto inferiori a
quelli dei prodotti dominanti e nessuno è disposto ad investire nel loro
sviluppo. Cambiando le regole del gioco, può succedere che le vecchie e
solide posizioni delle Tecnologie Dominanti vengano sopraffate dalle
“Tecnologie Innovative”, nel qual caso si affermano a danno delle prime,
distruggendole.
Le Tecnologie Innovative (subentranti), utilizzano i mercati che valorizzano la loro forza avvalendosi di Compagnie che, operano in spazi ristretti; i messaggi che essi lanciano sono difficili da apprezzare, perciò inizialmente si devono accontentare di margini esigui e del solo vantaggio del primo arrivato.
Le Tecnologie Innovative (subentranti), utilizzano i mercati che valorizzano la loro forza avvalendosi di Compagnie che, operano in spazi ristretti; i messaggi che essi lanciano sono difficili da apprezzare, perciò inizialmente si devono accontentare di margini esigui e del solo vantaggio del primo arrivato.
Clayton Christensen ed altri analisti
dell’Università Harvard, per primi approfondirono il fenomeno delle
tecnologie subentranti, nelle attività più diverse. E’ facile dedurre il
ruolo distruttivo assunto dalle tecnologie subentranti, contro le
dominanti (incumbent = oppressive), gli utenti meno esigenti
sono attratti da cose meno sofisticate, considerano, con maggiore
interesse, i prodotti più semplici ad alta affidabilità e numero basso o
nullo di avarie, facile riparazione, durata garantita, minor costo di
produzione e più qualità del prodotto risultante.
A titolo d’esempio possiamo citare: la cura
dell’ulcera gastrica, la chirurgia endoscopica, l’avvento dei
supermercati (centri commerciali), le carte bancomat, i telefonini, i
“pc portatili”, la fotografia digitale, i “dvd” che in breve tempo hanno
soppiantato le video cassette, ed ora le nanotecnologie ecc. Un esempio
importante è rappresentato dal motore a benzina: inquinante, rumoroso,
con basso rendimento ed alti costi di manutenzione (tecnologia
insostenibile); rispetto al motore elettrico Fuel Cell, non inquinante,
silenzioso ad alto rendimento e con il vantaggio di generare E.E. per
usi diversi (tecnologia sostenibile).
E' difficile prevedere a priori se una
Tecnologia Innovativa resterà tale, oppure si trasformerà in vincente;
molte volte occorrono anni se non secoli prima che possa affermarsi. La
prima Fuel Cell risale alla metà dell’ottocento: Sir William Robert
Grove, avvocato e fisico inglese (1811 -1896), si occupò anche di
elettricità e di magnetismo. Nel 1839 inventò una pila a gas con un
elettrodo di platino dalla quale poi realizzò la prima pila H2/O2 a
elettrolita acido. Le ricerche proseguirono saltuariamente nel corso
degli anni, senza peraltro risultati significativi. La prima pila di
interesse pratico venne realizzata da Francis Thomas Bacon nel 1959 con
elettrolita alcalino. Le pile H2/O2 hanno contribuito in modo
determinante al successo delle imprese spaziali Gemini e Apollo fornendo
l’energia necessaria e l’acqua per gli astronauti, prodotta durante il
funzionamento e resa quindi potabile. Dopo vari decenni d’esperienza, in
gran parte sostenuti dai budget dell’industria spaziale americana, la
tecnologia è decollata con produzione e utilizzo preferenziale di Fuel
Cells fino a dominare il mercato dei nuovi impianti di microgenerazione
di E.E..
Sono anni che rifletto e mi aggiorno sul
cambiamento che l'introduzione del vettore idrogeno determinerà
sull'economia mondiale, condividendo la tesi ribadita alla COP9 del
09.12.'03, da Jeremy RIFKIN. L'effetto serra determina urgente ed
inderogabile necessità di energia pulita, gli USA non negano di volerlo
e noi italiani possiamo giocare un ruolo determinante: - essere la prima
nazione al mondo priva di energia nucleare a realizzare impianti
dimostrativi integrati ad energia rinnovabile, secondo le regole dettate
dal Protocollo di KYOTO, con la possibilità di accedere ai contributi
previsti dalle leggi per lo sviluppo sostenibile. (non occorrono nuove
Centrali E.E., basterebbe adeguare e potenziare soltanto quelle già
esistenti).
In occasione di una conferenza
sull'innovazione in Europa, tenutasi nel dicembre 2003 (svoltasi a
Bruxelles in contemporanea con le cerimonie di consegna dei Premi Nobel
a Stoccolma e Oslo), alti responsabili politici di Svizzera, Norvegia,
Svezia, Stati Uniti presentarono le loro strategie con una
manifestazione, dal titolo: 'Rilanciare l'innovazione dalla ricerca al
mercato”.
Il segretario di Stato norvegese per l'Istruzione e la ricerca, Bjorn Haugstad, illustrò le strategie: 'Abbiamo bisogno di politiche e prassi d'innovazione valide e mirate, che potremo acquisire attraverso un processo di apprendimento reciproco, non solo a livello europeo ma anche transatlantico". Sottolineando ugualmente la necessità di un 'processo d'innovazione “bottom up” con un sufficiente sostegno per le piccole imprese e con il consenso di tutte le componenti della società. Aggiunse: "dobbiamo migliorare, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, gli strumenti a sostegno dell'innovazione regionale e favorire la creazione di partenariati solidi e duraturi fra società private, istituti di ricerca, università e settore pubblico".
La tecnologia è l'ambito multidisciplinare di ricerca e sviluppo di soluzioni, legate soprattutto ai processi produttivi. Il termine deriva dal greco "tekhnologhia" (τεχνολογία), letteralmente "discorso sull'arte", dove con arte si intende il saper fare. Nell'accezione più classica, solo in parte "deformata" dall'avvento dell'informatica, la tecnologia si occupa dello studio dei procedimenti e delle attrezzature necessarie per la trasformazione di una data materia prima in un prodotto industriale, partendo dai principi della scienza, per arrivare alla tecnica, che invece si occupa specificatamente delle modalità pratiche della lavorazione; insomma, nell'ottica della realizzazione di un prodotto, la scienza mette a disposizione tutto quello che si può sapere in merito, la tecnologia dice quello che serve sapere per fare, la tecnica spiega come si fa.
Il segretario di Stato norvegese per l'Istruzione e la ricerca, Bjorn Haugstad, illustrò le strategie: 'Abbiamo bisogno di politiche e prassi d'innovazione valide e mirate, che potremo acquisire attraverso un processo di apprendimento reciproco, non solo a livello europeo ma anche transatlantico". Sottolineando ugualmente la necessità di un 'processo d'innovazione “bottom up” con un sufficiente sostegno per le piccole imprese e con il consenso di tutte le componenti della società. Aggiunse: "dobbiamo migliorare, sotto il profilo quantitativo e qualitativo, gli strumenti a sostegno dell'innovazione regionale e favorire la creazione di partenariati solidi e duraturi fra società private, istituti di ricerca, università e settore pubblico".
La tecnologia è l'ambito multidisciplinare di ricerca e sviluppo di soluzioni, legate soprattutto ai processi produttivi. Il termine deriva dal greco "tekhnologhia" (τεχνολογία), letteralmente "discorso sull'arte", dove con arte si intende il saper fare. Nell'accezione più classica, solo in parte "deformata" dall'avvento dell'informatica, la tecnologia si occupa dello studio dei procedimenti e delle attrezzature necessarie per la trasformazione di una data materia prima in un prodotto industriale, partendo dai principi della scienza, per arrivare alla tecnica, che invece si occupa specificatamente delle modalità pratiche della lavorazione; insomma, nell'ottica della realizzazione di un prodotto, la scienza mette a disposizione tutto quello che si può sapere in merito, la tecnologia dice quello che serve sapere per fare, la tecnica spiega come si fa.
Nel corso degli ultimi 20 anni, la
tecnologia ha avuto come unico scopo quello dell'automazione totale del
processo di produzione e di fare convergere i modi di lavorare dell'uomo
e della macchina, in modo da preparare così la sostituzione dell'uomo
con i computer ed i robot. Il lavoratore si limita a seguire le
procedure rigide definite a priori, ed in particolare si è arrivati a
studiare processi lavorativi che, sono sempre più vicini ai linguaggi
dei computer, al fine di facilitare la sostituzione delle persone con le
macchine, non solo per nei processi di assemblaggio e meccanici, ma
anche in quelli di elaborazione e di lavoro mentale.
Nelle imprese si è assistito ad una
"meccanizzazione" dei metodi di lavoro, ivi compreso il settore
terziario, infatti i dipendenti hanno sempre meno discrezionalità nelle
decisioni da prendere. Grazie alla robotizzazione, all'informatica, ed
all'intelligenza artificiale, la produzione ed il trasporto dell'energia
e delle merci, si realizzano quasi interamente mediante sistemi
automatici. Grazie all'evoluzione dell'automatizzazione e della
virtualizzazione dei processi produttivi, il numero di persone realmente
necessarie al buon funzionamento degli stessi, è largamente inferiore al
numero di salariati disponibili, ci stiamo avviando verso una sempre
maggiore disumanizzazione dello sviluppo,
ciò provocherà una diffusa disoccupazione se non vi sarà una sorta di
riconversione e rinascita industriale più aderente alla missione
dell'uomo.
Questo scenario è già reale, in quanto
tutti, con i nostri occhi vediamo che le grandi multinazionali, il più
delle volte, hanno una struttura virtuale o comunque hanno basato il
loro impero economico sull'automazione dei processi industriali e su
quelli amministrativi.
Ciò che invece sfugge alla nostra
osservazione è quel processo di disumanizzazione nel vero senso della
parola, ossia di stravolgimento della stessa natura umana e del suo
pensiero, questi due effetti saranno esaltati dalla nanobiotecnologia,
come i chip e molecole artificiali, e con la proiezione della vita umana
nel mondo virtuale. In realtà i videogiochi che, in questi anni abbiamo
sviluppato e testato ci hanno proiettato in questa dimensione virtuale e
sono serviti alle sperimentazioni dell'intelligenza artificiale,
esistono già infatti dei software in grado di svolgere le funzioni di
polizia e di controllo, di elaborazione dei dati, o di consulenza.
È chiaro dunque che vi è un processo di
disumanizzazione che è ha l'obiettivo di bloccare l'evoluzione dell'uomo
e di appropriarsi della sua intelligenza, mercificandola al punto da
divenire l'oggetto di processi automatizzati.
Tale processo diventa poi evidente con la
creazione degli androidi, degli umanoidi costituiti da uno scheletro
metallico, di tessuti artificiali dotati di sensori nanometrici, di un
cervello che costituisce il computer centrale: le cellule artificiali
localizzano il movimento umano, le macchine fotografiche e le
videocamere scannerizzano e riconoscono i visi e i gesti, mentre
mediante dei microfoni riescono a sostenere un discorso. Jules, della
Hanson Robotics o lo Geminoid, dello giapponese Ishiguro, sono tra gli
esempi più popolari di umanoide che clona l'uomo, sia nell'aspetto che
negli atteggiamenti. Il ruolo ruolo principale dei Robot nel nostro
futuro è di interagire naturalmente con le persone, grazie ai loro
software di emulazione dei comportamenti a alla loro struttura
antropomorfica e bipede, in modo che possano lavorare in ambienti umani
con caratteristiche architettoniche munite di gradini. Ormai vengono
considerati dai loro creatori come delle persone vere, in grado di
suscitare così la più naturale comunicazione.
Fonte :
DG Power R&D -
Filippo ARPAIA
Tecnologo Risorse Energetiche
Consulente ISO 9000/2000 e Sicurezza
Via G. Stampa,1
20063 Cernusco s/N (MI)
T/F 02-9249896 Cel.338-2102708
filippo.arpaia@tiscali.it
www.energoclub.it
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