FRANCESCO D'AYALA VALVA (1928)
Architettura Organica Italiana, allievo di Frank Lloyd Wright
Francesco D'Ayala Valva, vinto il concorso Fulbright di
architettura per l'Italia, ha lavorato con Frank Lloyd Wright - maestro
dell'Architettura Organica - in Arizona e Wisconsin; in Messico con Mario Pani
ed in proprio; a Roma come socio della Building design Partnership di Londra, ad
attualmente in proprio.
Progetta case, complessi, fabbriche, chiese, ristrutturazioni,
con giardini e/o sistemazioni nell'ambiente, in Italia, Belgio, Regno Unito,
Liechtenstein, America Latina, Medio Oriente, Sudan, Gabon.
Le sue linee guida nella progettazione sono: il carattere dei
committenti, le difficoltà del terreno (che considera la sua ricchezza
fondamentale), i limiti economici e amministrativi e la continuità con
l'ambiente, naturale o costruito con cui ricerca contrasto o accordo.
Attinge dallo Zen, soprattutto nei giardini, e dalla sua
trasposizione nel giardino cosiddetto inglese, ma soprattutto dal paesaggio
toscano e dall'integrazione in esso delle case coloniche, manifestazione
esemplare e inconsapevole della capacità di trascendere povertà di materiali e
cultura in sincerità, movimento e leggerezza.
Francesco D'Ayala Valva mentre modella la testa di Frank Lloyd Wright,
Taliesin West, USA, 1953.
"...Perché ogni costruzione deve essere come un quadro (o nel
migliore dei casi un volume, una scultura), un insieme di quadri, un insieme di
facciate, senza rapporto con l'interno, o con la vita, senza cura o rapporto con
l'orientamento, il cielo o con l'esterno ? Le finestre buchi in fila curandone
solo la composizione in facciata ?
Il guaio è che, tra l'America recentissima e gigante, dagli spazi
immensi e il cielo lontanissimo e l'Europa vecchissima e presepe leonardesco con
cielo a portata di mano c'è un'enorme differenza di gratitudine. E'
un'adorazione esclusiva per le due dimensioni... (mentre l'America vive dovunque
nelle tre dimensioni. O forse quattro e più).
Da noi, quindi, sembra dimenticata la lezione dell'Agorà e
dell'Eretteo, del medioevo, del Borromini e del Bernini e della loro volontà di
creare spazi, quello che la gente vive. Ignorato Hassan Fathy. Dimenticato il
compito dell'architettura di esaltare l'individuo, non di solo ospitarlo.
(L'abbraccio del colonnato di San Pietro dà valore a ogni individuo della folla,
l'Aula Nervi schiaccia tutti, anche il Papa, per non parlare dell'ignobile
antireligioso complesso di Padre Pio).
Dimenticato la gioia del passare del tempo, della patina. Anche
quello della cristallina calce, così luminosa ed economica, così capace di
arricchire, cambiando con gli anni, con i venti e la pioggia e con il sole, le
superfici che ricopre, modulandole nel corso della giornata. Ignorata la
fondamentale importanza dei rapporti, dei legami - con la natura - con gli altri
edifici, presenti e possibili futuri, con il terreno tra di loro (di risulta!),
che spesso è quello che la gente vive di più.
Ogni costruzione sembra voler essere un monumento, è fine a se
stesso. Quanti dei disordini degli ultimi anni dipendono dallo squallore delle
facciate unite sembra a caso nemica ciascuna della comunicazione, mentre Siena,
i cui abitanti possono identificarsi fortemente con gli spazi, quartieri in cui
vivono, le contrade (e da queste, tra l'altro è nato il Palio e quel magnifico
terreno "di risulta" intorno al sale che è Piazza del Campo), non conosce un
fatto di sangue da decine d'anni.
Tutto questo è ignorato o dimenticato. (Senza nessuna "scusa"
economica: le facciate di Piazza del Campo sono di semplici mattoni). E pure
questo è il pensiero dell'Architettura Organica, già presente dovunque,
nell'architettura detta "classica", che noi ammiriamo appunto per le sue
facciate, colonne e trabeazioni, il nostro linguaggio da "salotto buono" da
duemila anni. Insieme con il risparmio energetico, ad essa connaturato. Basta
lavorarci con un minimo di gratitudine.
Questo ho imparato dal "grido" di Mr. Wright. E dal contatto con
il materiale, struttura e natura e con il pensiero dovunque nel mondo io abbia
lavorato e lavori, della luce, dell'orientamento, dello spazio che devono
creare, la forma viene da se.
"Take care of the terminals for the rest will take care of
itself..." (prenditi cura delle finalità, per il resto si prenderà cura da sè...)
Francesco D'Ayala Valva
Foto della Casa alla Olgiata, Roma, progetto di Francesco D'Ayala Valva.
Inaugurazione Mostra su Frank Lloyd Wright a Villa
Palagione,
Volterra, 29 settembre 2007
Da sinistra (from left): Carlo Sarno
(Presidente ADAO), Carmine Sarno (ADAO), Franco d'Ayala Valva (allievo di Wright
a Taliesin), Kamal Amin (allievo di Wright a Taliesin), Giovanni Del Drago
(allievo di Wright a Taliesin), Giulianno Chelazzi (curatore della Mostra e
Presidente dell'Associazione Amici di Frank Lloyd Wright), Ivo Gabellieri
(Vice-Presidente della Fondazione della Cassa di Risparmio di Volterra).
Fonti :
- Rivista
CONTINUITA' DELL'ARCHITETTURA ORGANICA , N°1 - Aprile 2009, a cura
dell'Associazione "Amici di Frank Lloyd Wright".
-
Articolo su Sito web di Margarita Guarderas:
www.margaritaguarderas.com/?q=taxonomy/term/137
-
DVD "La Casa del Padre", il documentario su suo padre l'architetto
organico
Franco d'Ayala Valva, di Sebastiano D'Ayala Valva (2010).
Un ritratto dell’architetto italiano Franco d’Ayala Valva realizzato da
suo figlio, che tenta di capire il padre immergendosi nel sua vita e nel suo
lavoro. Padre di sei figli e sposato tre volte, questo discepolo ottantenne
del genio americano Frank Lloyd Wright, ha passato più di 50 anni a
costruire case nel mondo e non ha nessuna intenzione di fermarsi, neanche
durante un ricovero in ospedale. Il figlio segue la vita tumultuosa del
padre sia al lavoro sia in famiglia, esplorando un’esistenza dove il confine
fra la vita privata e la vita professionale è confusa. Dalle colline
tondeggianti del Chianti, dove sta costruendo la sua casa da più di
vent’anni, al deserto dell’Arizona, dove ha vissuto nella singolare comunità
di Wright - “Taliesin” , alle città del Messico dove scopriremo se le sue
prime opere sono ancora in piedi, “La Casa del Padre” documenta la ricerca
d’identità di un figlio e l’ultimazione delle ultime opere architettoniche
di suo padre.
Il
DVD è
disponibile sul sito di E-bay:
http://cgi.ebay.it/ws/eBayISAPI.dll?ViewItem&item=120638641798&ssPageName=ADME:L:LCA:IT:1123
Sebastiano
d'Ayala Valva
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