domenica 21 luglio 2019

GIOVANNI MICHELUCCI "Dove si incontrano gli Angeli", recensione di Renzo Marrucci



GIOVANNI MICHELUCCI

"Dove si incontrano gli Angeli"


recensione di Renzo Marrucci


 
Giovanni Michelucci "Dove si incontrano gli angeli" , a cura di Giuseppe Cecconi, introdotto da Corrado Marcetti e Nicola Risaliti, Edito da Carlo Zella con Fondazione G. Michelucci.
 
E' un libretto agile di circa cento pagine e ottantadue brani raccolti tra interviste e riflessioni secondo una se quenza che ha il pregio di fare entrare subito nel mondo di Michelucci uomo e architetto. Mondo che caratterizza una identità complessa e ricca, espressa con semplicità nei contenuti, come conferma la sua lunga e appassionata ricerca, lunga un secolo intero. Questi brani testimoniano nella loro varietà che gli stimoli convergono verso un interesse unico, fondamentale: l'amore per la vita nelle sue manifestazioni.
L'uomo e l'architetto insieme maturano la propria visione in un rapporto attento con la natura del territorio di origine e della propria storia, di cui avverte la compenetrazione come una intima e organica espressione di vita.
Prendiamo ad esempio il concetto di bellezza che l'architetto pistoiese esprìme e su cui è interessante riflettere: "La bellezza non è ciò che gli occhi vedono, ma ciò che lo spinto vede senza gli occhi". Ma non dice ciò come innamorato, cioè come colui che perde il rapporto al le cose no!, semmai ricercando oltre la forma sente che "...lo spirito della ricerca esaurisce la verità che si cerca." In ciò, come del resto in altre riflessioni, emerge una visione singolare specialmente per un toscano figlio di noti artigiani pistoiesi, legati per tradizione è ambiente alla cultura della forma.
E rapporto tra forma e contenuto per Michelucci si sviluppa secondo un itinerario che va oltre i canoni esteri ori del "bello".  A proposito del disegno di una grande quercia che non lo soddisfaceva, troviamo una riflessione: "...mi limitavo ad esaminare il profilo, le superfici, senza rendermi conto della vita che palpita, che circo la dentro..." In tutti questi scritti si percepisce, rigo dopo rigo, la dimensione del suo credere intensamente nel mestiere dell'architetto, e come da questo mestiere egli tragga poi la chiave di osservazione dei fenomeni della natura,   del territorio, della vita, arrivando per assurdo a dichiarare di non aver avuto nessuna vocazione a questo mestiere di architetto, a cui è però arrivato credendo "nella felicità possibile", attratto da "un lega me misterioso e profondo" con la realtà. Cioè, partendo da una intima consapevolezza ed esperienza dei materiali   e del loro territorio, Michelucci realizza la sua tensione, che diviene passione nella grande avventura in cui l'architettura gli da la valvola di espressione, sempre preoccupato nella considerazione del presente come un attimo del futuro. Considerazione che lo rende ipercritico del suo lavoro e lo fa apparire un diverso tra chi invece stabilisce con esso atteggiamenti virtuosi o narcisistici.
Tanti brani dai quali emerge chiaramente un vivo e acuto senso del personaggio Michelucci, e si leggono una volta e poi si ritorna a leggeri! per indagarne più profondamente il senso, che è reale anche quando sembrano sogni e ci portano li per lì ad una condizione dello spirito che ci rimanda alla realtà per aspetti interessanti ed interiori.
Se prendiamo il primo brano che introduce, cioè "L'angelo", si sente come la vena interpretativa di Michelucci coglie e riconosce nella realtà la ricchezza, divenendo filtro sensibile della vita che si realizza nel l'aspetto "magico" delle possibilità che si creano nell'organizzazione dello spazio. In quella piccola capanna nel bosco appare "l'angelo" inteso come equilibrio raggiunto nell'idea che porta alla bellezza, come un risultato semplice e misterioso, scaturito dall'armonia naturale delle cose con la vita.
Capire questo è già un grande risultato! L'Angelo è meta e anche senso di equilibrio che si rivolge al mondo. Sono le riflessioni di un uomo intimamente legato al suo mestiere che esige molto da se stesso e si mette sempre alla prova, aiutato da un attaccamento alla vita incredibile, della quale coglie la complessità e la bellezza, e la soffre mentre la vive nella costante ricerca di continuità.
Si può prendere uno qualsiasi di questi scritti e ragionarci sopra, tanto sono scritti di una sostanza cosi palpa bile e autentica che non vi è alcun bisogno di commentare. Dopo averli letti si ha la sensazione di avere un libricino prezioso e utile, sia per i giovani che studiano e sia per chi di mestiere fa l'architetto o l'artigiano o comunque qualsiasi mestiere che si fa con la passione, che ci fa sentire il dono della vita.
"Dove si incontrano gli angeli" è stampato nel mese di novembre del 1997 dall'editore Carlo Zella (Firenze tel.055.602259) e si richiede alla Fondazione Giovanni Michelucci oppure alla Libreria Feltrinelli. L'edizione del 1997 costa It. 18.000 ed è prevista una ristampa.  MILANO, 30-04-2002. RENZO MARRUCCI



       



Fonte :  si ringrazia l'architetto Renzo Marrucci che ha cortesemente inviato una sua recensione su di uno scritto di Giovanni Michelucci alla Redazione del Portale.  
    
   Per approfondimentiwww.michelucci.it   














Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari