domenica 21 luglio 2019

Attualità di Giovanni Michelucci nella Chiesa di Larderello, di Renzo Marrucci



Renzo Marrucci

Attualità di Giovanni Michelucci nella Chiesa di Larderello




 
Chiesa di Larderello (1956-58), di Giovanni Michelucci 


La chiesa di S. Maria di Larderello è  un’opera non molto nota  di Giovanni Michelucci  che consente di comprendere in modo semplice ma chiaro, senza alcuna elucubrazione intellettualistica, il rapporto tra architettura,  uomo e territorio che è tipico della ricerca organica e filosofica del maestro toscano  e che  costituisce  oggi, più che mai, un tema di grande attualità .
Il complesso religioso  apre il cantiere nel maggio del 1956, a dieci anni dalla fine della seconda guerra mondiale e viene terminato alla fine del mese di aprile 1958. L’architettura della chiesa  e della canonica vengono completate, mentre non sono mai state ultimate una  parte di quelle opere esterne che ne definivano l’integrazione al sito.  L’opera conclude il ciclo degli interventi residenziali all'interno della zona boracifera della comunità industriale di Larderello   curato da Michelucci insieme ad altri architetti toscani di rilievo.
Lo spazio architettonico della chiesa è progettato dal maestro rispondendo alle attese della comunità, di cui interpreta il bisogno di identità e connotazione al luogo, elaborando una soluzione che si è rivelata in grado di esercitare uno stimolante riferimento emozionale non solo per i residenti della estesa zona boracifera ma anche per gli abitanti dei centri limitrofi.    
L'architetto è consapevole delle problematiche  che pesano sulla difficile condizione del territorio in cui viene inserito il villaggio residenziale e studia una soluzione che non aggravi la mancanza di quelle stimolazioni emozionali che rientrano nella qualità di un organismo religioso, per la sua importanza culturale e sociale.  Infatti nella chiesa di Larderello Michelucci,  mette alla prova la sua natura di sincero interprete di istanze sociali ed umane, e semmai se vi è qualche preoccupazione, questa, è più che altro impegnata nel tentativo di attuare una ricerca verso una progettazione  capace di qualificare la natura del luogo e innestarvi, sempre  con aspetti e gradienti presi da quella realtà, i contenuti di una architettura accogliente e  viva. 
Il maestro giunge ad un interessante confronto con la natura del territorio che non nega e tantomeno contrasta, semmai evolve  attraverso un forte senso percettivo che gli consente di entrare in sintonia tra le intime esigenze di vita e  l’ambiente con le sue caratterialità.
Michelucci  comprende che la natura e la realtà del luogo deve essere integrata  con i contenuti artistici che l’architettura può dare quando segue una naturale fiducia dell’uso dei materiali, con riflessioni concrete e aderenti, lasciando emergere di questi il senso più vero e diretto . 
A mio personale giudizio la  “magia” della chiesa di S.ta Maria a Larderello è nel fatto che l’esperienza progettuale svolta su quel territorio difficile porta l’autore oltre l’assunto poetico personale, che caratterizzò la chiesa a Collina di Pontelungo, per  temperarsi verso istanze  più oggettive e sociali e rispondenti ad esigenze oggettive, contingenti.
La scoperta che il messaggio poetico di un architetto deve passare anche nell’interpretazione dei bisogni psicologici della popolazione locale è un aspetto fondamentale della ricerca che Michelucci svolge in modo esemplare nella chiesa di Larderello, dove le stringenti ragioni di un luogo assoluto impongono risposte  idonee a equilibrare il tono aspro del paesaggio industriale della zona boracifera. 
Infatti Michelucci lavora ancora su di una geometria chiara (come fece sulla chiesa della vergine a Pistoia) ma ora plasma la struttura, la depura in modo da far filtrare la luce  all’interno di un organismo architettonico  mettendo  in gioco il valore del materiale con il colore  e producendo una emozione fiduciosa e viva dello spazio sacro, che si riverbera all’esterno.
Il tono chiaro e scansionato dei volumi con cui il maestro pistoiese propone la struttura del tiburio produce il senso di una spazialità collettiva, ariosa e articolata. L’aula è interpretata in modo nuovo, e stimolante è il rapporto interno esterno dell’architettura. Il deambulatorio prelude e corona l’aula,  mentre l’avvolge svolge  il luogo dell’assemblea e prepara lo scatto della struttura in cemento del corpo trasparente ed elevato del tiburio come  luogo della luce. Il deambulatorio è anche  mediato dall’intreccio sapiente delle vetrate che dilatano estendendo la spazialità dell’aula mentre scandiscono un autonomo percorso visivo e simbolico.
Le vetrate sul deambulatorio e i vari accostamenti cromatici del tiburio sono stati  studiati con la collaborazione sensibile del pittore volterrano Mino Rosi. Un altro volterrano, il mestro Raffaello Consortini, scolpisce  una intensa Pietà lignea e di Jorio Vivarelli è la scultura della Madonna di Montenero a cui la Chiesa di Larderello è dedicata.
All’esterno il corpo della chiesa è interessante nella articolazione dei volumi e la soluzione del campanile a traliccio, ubicato dietro al tiburio, in asse con il corpo della chiesa, è l’elemento architettonico che esplicitamente richiama, con la sua matrice strutturale, al panorama industriale della zona boracifera..  Il Battistero sulla sinistra con il suo ellittico e agile volume entra a qualificare l’ansa spaziale (una sorta di corte aperta su due lati) che la canonica, con il suo portico, suggerisce nel suo lieve ripiegarsi sul fianco della chiesa.   
     
"...la Chiesa di Larderello rientra nell'architettura come luogo...all'interno del quale non ci sente soli perché identifica uno spazio che traspare di luce come un'anima...ed è pensato con quella grazia particolare per cui non ci si sente soli e... "se pare una canestra fiorita " si sente che quei fiori sono pensati per l'uomo...sia dall'interno che dall'esterno..." Renzo Marrucci.
In definitiva la risposta di Michelucci fornisce  un chiaro riferimento architettonico e artistico che dialoga con il contesto operativo e sociale della zona boracifera, pensando una architettura di valore spirituale e culturale nel paesaggio inquieto in cui sorge. Il maestro elabora i segni tipici di quel paesaggio industriale e li introduce in modo organico sul territorio sviluppando equilibrio emozionale  e  originando il carattere nell’insediamento residenziale del villaggio industriale di Larderello. 
Tutto ciò è stato possibile grazie al desiderio di equilibrare l’ostilità psicologica dell’ambiente  nella sua realtà, compiendo una profonda riflessione di natura prettamente organica, usando materiali e colori armonicamente studiati nei loro accostamenti e collegamenti materici, superando problemi di delicatezza complessa e risolvendoli coerentemente in aderenza alle necessità dell’uomo locale.
La complessità realizzata, nel suo insieme di colore e materia e funzione sociale è in grado di sviluppare quel senso di accogliente ed umano che è la condizione primaria del raccoglimento spirituale.
Naturalmente è necessario, come per ogni architettura, la visita in luogo: l’architettura non la si può leggere solo teoricamente occorre la verifica concreta e  nel caso di questa chiesa soltanto ma quando ci si trova nella zona boracifera, si è in grado di comprendere la qualità di questa architettura che se, in questo caso, si rimane sinceramente perplessi è solo per lo stato di degrado in cui irresponsabilmente versa la chiesa.
 La nota grave da porgere all’attenzione di tutti, e massimamente agli addetti della tutela, e delle autorità morali e culturali, è il fatto che  oggi  la chiesa versa, specialmente  nelle strutture e nelle vetrate, in un pessimo stato di conservazione che rischia di compromettere la qualità dell’intera architettura e del suo messaggio artistico filtrato  in una poetica di  sincera matrice organica che oggi richiede  urgenti restauri .  

Renzo Marrucci            Milano, 12-11-2007


       



Fonte :  si ringrazia l'architetto Renzo Marrucci che ha cortesemente inviato un suo scritto sull'opera di  Giovanni Michelucci alla Redazione del Portale.  
    

Per approfondimentiwww.michelucci.it 

















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