sabato 20 luglio 2019

INDIVIDUALISMO E COLLETTIVISMO, di Alvar Aalto



Alvar Aalto



INDIVIDUALISMO E COLLETTIVISMO

 

Brano tratto da una Conferenza tenuta a Vienna, presso l'Associazione degli architetti viennesi nel 1955.


La soluzione di problemi architettonici è un necessario processo di umanizzazione , la questione della forma e della monumentalità resta attuale per gli architetti. Tutti i tentativi per cancellarle sono destinati al fallimento come è destinata al fallimento l'idea di cancellare il concetto di "paradiso" dalla religione.
Anch'io credo che la salvezza del "piccolo uomo" sia quasi impossibile; qualunque cosa si tenti di fare, resta pur sempre compito primario dell'architetto rendere un po' più umana questa nostra età della macchina; e ciò non deve essere fatto a scapito della forma.
La forma è un mistero che sfugge a ogni definizione, ma procura all'uomo una sensazione di piacere diversa dal semplice aiuto di natura sociale. Concludo quindi con qualche considerazione su tale argomento.
Il mattone è un elemento importante dal punto di vista formale.  Qualche anno fa ero a Milwaukee, dal mio vecchio amico Frank Lloyd Wright.  Fece una conferenza cominciando: " Egregi Signore e Signori, sapete cos'è un mattone?  E' un piccolo e modesto oggetto, che costa forse 11 cent, ma che ha una caratteristica tutta particolare: datemi un mattone e ne trasformerò il valore in quello di un lingotto d'oro dello stesso peso ".   E' stata credo l'unica volta che ho sentito definire l'architettura in pubblico in modo tanto chiaro e incisivo: si potrebbe cioè definire la possibilità di trasformare una pietra priva di valore in un lingotto d'oro.  In Finlandia tale processo di trasformazione incontra non poche difficoltà.
Ho voluto costruire una casa sperimentale per studiare tale processo.  Ho fatto muri sperimentali con differenti tipi di mattoni e, durante la mia permanenza in questa casa, ho imparato a conversare con queste pietre, scoprendone le caratteristiche e vivendo a contatto con un ambiente intatto.  Ho studiato l'effetto della vegetazione sul materiale: è incredibile per un architetto vedere d'improvviso come miriadi di licheni gialli si arrampichino sulla superficie della pietra e come questi fiori microscopici abbiano un effetto gradevole.
Un giorno mi han chiesto: " Perché non fate più cose dalle forme libere come nel padiglione di New York? ". La signora che mi poneva la domanda era una critica.  Risposi: " Non ho più trovato materiale adatto ".  Non è possibile realizzare architetture libere con elementi standardizzati.  Un mattone rettangolare non fa allo scopo.  Il mattone conserverà la sua linearità fin quando non inventeremo un mattone che permetta libertà di forme.  Sono convinto che è possibile trovare per il mattone una forma con cui si possano fare muri concavi, convessi, rotondi e rettangolari.  Parlando qui, nel Centroeuropa, dove il mattone si è diffuso, è forse opportuno concludere affermando che siamo ben lungi dal poter disporre di tutti i materiali che ci occorrono per le nostre architetture.  Ma bisognerebbe trovare una forma universale non solo per i mattoni, una forma adatta a tutte le evenienze, discorso che vale per la standardizzazione in genere.
Quando saremo in grado di ottenere risultati diversi e differenziati con la stessa unità standardizzata, adattabile a compiti differenti con l'elasticità che le è propria, saremo allora passati tra Scilla e Cariddi, tra l'individualismo e il collettivismo.


       


FONTE : dal libro  Alvar Aalto , Idee di architettura , scritti scelti 1921-1968 , Zanichelli, Bologna, 1987.     
















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