sabato 20 luglio 2019

IL SISTEMA DELL'ORNAMENTO ARCHITETTONICO SECONDO LA FILOSOFIA DEI POTERI UMANI, di Louis Henry Sullivan



Louis Henry Sullivan

 
IL SISTEMA DELL'ORNAMENTO ARCHITETTONICO
SECONDO LA FILOSOFIA DEI POTERI UMANI
(testo del 1924)  




Il germoglio: la sede del potere

Sopra è disegnato lo schema di un tipico seme con due cotiledoni. I cotiledoni sono foglie rudimentali specializzate contenenti una riserva di nutrimento sufficiente per la fase iniziale di sviluppo del germoglio.
Il germoglio è l’oggetto reale; la sede dell’identità. Nei suoi delicati meccanismi risiede la volontà di potere: la funzione che deve cercare ed eventualmente trovare la sua piena espressione nella forma.
La sede del potere e la volontà di vivere costituiscono la semplice idea operante sulla quale si fonda tutto ciò che segue - come lo sbocciare.



L’inorganico e l’organico

Con la parola inorganico si intende di solito ciò che è senza vita o che appare tale: come la pietra, i metalli, il legno stagionato, l’argilla o simili. Ma niente è realmente inorganico per la volontà creativa dell’uomo. Il suo potere spirituale domina l’inorganico e lo fa vivere in forme che la sua immaginazione produce da ciò che non ha vita, che è amorfo. Egli trasmuta così nell’immagine della sua passione ciò che di per se stesso non avrebbe tale potere. Così l’uomo nel suo potere fa nascere ciò che fino ad allora non esisteva.
Perché l’uomo è potere, e questo potere si genera in natura insieme al potere del germe del seme. Così egli domina a piacere il regno organico o vivente, e anche in questo crea a suo arbitrio; poiché il potere di volere è uno dei molti che egli ha. Da ciò deriva che, per il germoglio del tipico seme con i suoi insiti poteri, egli possa sostituire, nel pensiero, il suo proprio volere quale sede di un potere vitale in un simbolico o immaginario seme-germoglio che sarà la semplicissima energia-base di una teoria dell’infiorescenza che comporta di conseguenza una teoria del controllo plastico dell’inorganico. Questi due elementi della nostra premessa non devono essere considerati come due concezioni separate da armonizzare, ma come due fasi dell’impulso unico dell’immaginazione e della volontà creativa dell’uomo – la volontà di creare a somiglianza delle sue emozioni e del suo intelletto; la passione di creare ad immagine del suo stesso potere; l’impulso di creare una compagnia ai suoi più reconditi pensieri.



L’uomo identifica l’inorganico e l’organico con se stesso

Il potere dell’uomo di creare è intimamente basato sulla sua capacità di simpatizzare; poiché la simpatia è fra i poteri dell’uomo.
Nel discutere i poteri dell’uomo si postula adesso che essi sono congeniti: non sono “doni” ricevuti da una fonte esterna, ma sono, più semplicemente, e riflettendovi, più ovviamente, fasi o sottoattività di quell’integrale solitario ego, che, e da solo, è l’indice dell’identità razziale e individuale. Questo ego, precisamente, rappresenta per l’uomo, come essenza di principio, ciò che la sede del potere nel germoglio rappresenta per la futura forma della pianta; poiché esso è il potere della iniziativa. Tutti i poteri gli sono inerenti. Questi poteri congeniti dell’ego sono così numerosi, così multiformi, così vari, e le loro delicate azioni e interazioni così nascoste a un occhio distratto o prevenuto, che si ignora la loro integrità. Essi non suscitano alcun particolare commento; non ci sorprendono come sensazionale evidenza del potere dell’uomo come tale, poiché noi li consideriamo come virtù separatamente conferite, facoltà, talenti, doni, o cose di poca importanza, senza una più chiara idea rispetto ad una loro possibile irradiazione comune da un centro spirituale definito di Essere e di Potere.
Ora l’ego non è soltanto la sede della coscienza intellettuale, ma, e ciò è di ben maggiore importanza, è primariamente la sede dell’istinto: è l’istinto – l’intelletto non è che una delle sue facoltà.
Così, gradualmente, andiamo rivelando i poteri dell’uomo, e li andiamo chiarendo all’intelligenza; ma certamente uno dei maggiori è la simpatia. Essa implica una squisita visione; il potere di ricevere quanto di dare; un potere di entrare in comunione con le cose animate e quelle inanimate; di essere all’unisono coi poteri ed i processi della natura; di osservare – in una fusione di identità – la Vita operante ovunque -– incessante e silenziosa – insondabile nel suo significato, mistica nel suo impulso creativo nell’innumerevole pullulare di identità e delle forme esterne. La simpatia così intesa come un potere, è l’inizio della comprensione; poiché il sapere, da solo, non è comprensione.

Da questo deriva che non può esservi una genuina comprensione della natura di un’arte creativa di qualsiasi genere, o di una attività creativa di qualsiasi genere, senza una chiara visione degli innati poteri umani e della loro latente intensità evocata e incitata all’azione dal potere del suo desiderio – il quale è emozione e perciò istintivo.



Qualcosa di più sui poteri dell’uomo

Abbiamo parlato, in modo piuttosto rapido, dei poteri dell’uomo come originati ed insiti in lui; cioè non “donati” dall’esterno o dall’“alto” attraverso un processo di magica, benevola distribuzione o una speciale scelta selettiva. In altre parole, si desidera che sia compreso che tali poteri sono naturali. Anche se sopiti, soppressi o inarticolati, essi sono latenti. <Si insiste ora sul fatto che il genio è potenzialmente universale>.
Un serio, dispendioso, veramente reazionario, rovinoso e repressivo difetto nella educazione di noi tutti, salvo gli spiriti veramente liberi, è che la recente scoperta dell’uomo come potere normale e autoregolantesi, è stata considerata poco meno che una eresia; laddove, di fatto, la verità di tale affermazione potrebbe condurre realmente più che idealisticamente alla libertà, ed è il fattore principale nel programma: “Uomo, conosci te stesso”.
Ora, con la mente ragionevolmente libera dalle superstizioni correnti, dalla sopravvivenza di una tradizionale fede nelle multiformi formule magiche insieme all’omaggio pagato a fantasmi e miraggi, consideriamo semplicemente e senza formalità i poteri dell’uomo. Cerchiamo di vedere con chiarezza, in certa misura, l’uomo naturale <la sede del genio>.
Per comodità gli integrali poteri dell’uomo, intercambiabili tra loro, possono essere raggruppati separatamente ed isolati, come gruppo fisico, emotivo, intellettuale, morale e spirituale, come se tale fosse la realtà. Ma nel perseguire un tal metodo bisogna sempre imprimersi nella mente che si tratta di un potere vivo, non di una idealistica astrazione o di una cosa inesistente.
A questa parte del nostro discorso porremo la premessa che la parola negativo è priva di un valido significato naturale; che la parola positivo è un universale simbolo di potere che tutto permea.
Riguardo ai gruppi di poteri ai quali abbiamo alluso, essi possono essere delineati come segue:

Gruppo i
I poteri fisici sono ben noti. Essi sono principalmente, al nostro fine, la crescita e la conservazione del corpo, controllo
muscolare e motilità, il potere di operare, di effettuare cambiamenti,
di creare situazioni.

Gruppo ii
Il gruppo intellettuale comincia col potere della curiosità e termina con manipolazioni estremamente sofisticate. In questo gruppo si trovano i poteri dell’osservazione, della memoria, della riflessione e del ragionamento; e per ragionamento intendiamo la costruzione di un diagramma o di un modello che intenda mostrare come la curiosità lavora per soddisfare il suo desiderio di una forma ordinata.

Gruppo iii
Il gruppo emotivo abbraccia ogni impulso, ogni capacità di sentimento; un enorme complesso vulcanico, la base dell’azione, specialmente dell’azione spettacolare, privata o pubblica, segreta o scoperta. È l’istinto. È il grande potere che muove i popoli del mondo - anche se essi si affannano a negarlo - anche se esaltano l’Intelletto <al rango di feticcio>.

Gruppo iv
Il gruppo morale: il grande potere stabilizzante! Molto frainteso e poco usato dagli uomini – da loro ridotto a banalità; ignorando che il suo potere centrale della libera scelta è l’asse del vivere umano, quello che determina il suo carattere, e che, a seconda della saggezza della sua scelta individuale e collettiva, egli continuerà ad essere tirannizzato dal Fato oppure rivendicherà e renderà stabile la propria libertà, la propria integrità, e così creerà e controllerà il suo destino.
Affrontare questo compito è la principale grande avventura del nostro tempo e dei tempi a venire. È la speranza del mondo: l’appassionato desiderio che ora si agita nel cuore degli uomini. Oltre ad essere libero, lo spirito umano deve liberare ed organizzare i suoi poteri istintivi. Il suo intelletto li ha tenuti troppo a lungo in servitù. Egli deve riconoscere e utilizzare l’ovvia verità che il Fato è sempre stato lui stesso, che il destino ora è in lui. Da qui che sia la scelta la più possente delle sue facoltà morali. La più profonda verità morale è questa: il potere di scelta è presente in tutti gli uomini.

Gruppo v
Il gruppo spirituale adempie ad una funzione di super-qualità nella chiarezza della visione. Vede come in un sogno; sente come  nelle profondità dell’istinto. È un potere nascosto, calmo, che riposa nel deserto dello spirito, sereno nella sua vasta solitudine, vigile nelle sue penetranti intuizioni; totalmente conscio della vita, in contemplazione del mistero, aperto al potere della vita; pago e consenziente che la vita sia un sogno in un più grande sogno, e che l’uomo sia lui stesso un sognatore nel sogno della vita. Allora, come in un sogno, lo Spirito contempla lo Spirito, la Vita contempla la Vita, l’Uomo contempla l’Uomo.
Specialmente lo spirito contempla il suo stesso ampio potere, poiché esso è il vero ego.
Ugualmente esso concentra la sua visione sull’umanità, sull’uomo stesso – uomo fisico, intellettuale, emotivo, morale, spirituale; per ridestare l’uomo come col richiamo di uno straordinario gallo, nell’ora in cui spunta l’alba, alla coscienza di se stesso, ad una realizzazione della propria natura e dei propri poteri; per evocare la sua gentilezza, la sua fede ed il suo coraggio - per disperdere i suoi timori.

 

Il potere dell’uomo in azione

Lo scopo di questa esposizione per gruppi dei poteri dell’uomo è di mostrare il loro potere congiunto nelle questioni pratiche – il mutuo rafforzarsi di ogni potere con gli altri. Perciò:
l’uomo fisico può essere chiamato l’operaio, l’artefice;
l’uomo avido di sapere diviene lo scienziato;
l’uomo emotivo drammatizza le attività: egli colora la vita;
l’uomo contemplativo, speculativo diviene il filosofo;
il potere morale dell’uomo spinge verso la democrazia (il grande sogno).
Il sognatore diviene il veggente, il mistico, il poeta, il profeta, il pioniere, colui che afferma, l’orgoglioso avventuriero. Egli sogna il suo sogno ad occhi aperti, con una chiara visione della realtà, un profetico modo di vedere, una intensa e persistente concentrazione su un’idea, uno scopo. Il suo potere utilizza e maneggia tutti gli altri poteri concentrando i loro scopi in un programma di reale conseguimento.
E così l’uomo fisico, l’artefice, si fa più forte in virtù della ricerca-scienza; più forte ancora con l’aggiunta dell’emozione drammatizzazione; più forte ancora attraverso lo stimolo e il sostegno della filosofia; più forte ancora mediante il tonico dell’equilibrio morale come si trova espresso nell’impegno e la responsabilità umana; così egli raggiunge l’apice dei suoi poteri quando tutte queste facoltà incrementatrici sono avvolte nel suo sogno di potere creativo, ed egli assurge all’altezza di quell’artefice semplicissimo, quel super-manipolatore che materializza i suoi sogni nel mondo di ogni giorno - per il bene dell’umanità.
Perché i poteri dell’uomo non vanno considerati come astrazioni, come sostantivi separati o figure del discorso nei libri o nel parlare, ma come una irresistibile evidenza della vera natura dell’uomo. Poiché, in questa situazione intimamente drammatica, riflettendo, ci troviamo di fronte al fatto sbalorditivo che dal principio alla fine della storia l’uomo non è mai stato realmente cercato né veramente trovato.
Cercare e trovare l’uomo è la moderna avventura – una impresa del tutto accessibile se il metodo è semplice e lo spirito è libero.
La pista verso gli autentici poteri dell’uomo serpeggia con molte curve attraverso la giungla di complessità che chiamiamo civiltà. Si allarga e si spiana man mano che seguiamo la traccia di ciò che l’uomo ha lasciato dietro di sé in pensieri ed azioni, e noi improvvisamente intravediamo l’uomo di oggi e ciò che egli pensa e fa (l’uomo di oggi nell’uomo del passato – l’uomo del passato nell’uomo di oggi) e mentre ci spingiamo faticosamente in avanti attraverso il fantasmagorico oscurantismo dei nostri preconcetti, perché stimolati dall’impulso dei fatti scoperti (o forse avidamente – se con la mente sgombra e ostinata) e mentre ci abbandona un’illusione dopo l’altra, ed un velo dopo l’altro si alza dinanzi all’apparire dei nostri timori, l’uomo della realtà ci appare improvvisamente  a nostra totale costernazione o a nostra grandissima gioia, poiché l’uomo non è ciò che la nostra razza ha così a lungo creduto che fosse e ancora crede sia.
al midollo, è la quintessenza del potere, il sognatore di sogni, il creatore di realtà, il più grande degli artefici – il Maestro Artigiano.
Il sogno moderno (malgrado sia ancora oscuro, inarticolato) è quello di fondare, sulla realtà dell’uomo e dei suoi poteri, una civiltà che sia conveniente a lui ed ai suoi poteri.
Così la luce moderna sorge sull’arte del mondo. Essa rivela che tutti gli uomini nei loro innati poteri sono artigiani il cui destino è creare, coraggiosamente, saggiamente e degnamente, un luogo idoneo e stabile; un mondo sano e bello.
E così la natura dell’arte universale comincia ad emergere nello splendore della luce moderna.







       


FONTE :  www.unipa.it/~estetica/download/Sullivan.pdf   .       
Per la traduzione si è fatto riferimento al testo riportato nel facsimile pubblicato nel 1990 con introduzione di J. Zulowsky e S. Glover Godlewsky. Sono state anche confrontate le traduzioni in francese e tedesco, nonché la precedente traduzione in italiano pubblicata in appendice a . Autobiografia di un’idea e altri scritti, cit., pp. 387-97.  














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