Hugo Haring
IL MONDO NON E'
ANCORA TUTTO FINITO
La creazione formale è però guidata dal processo genetico, mediante il quale l'umanità è parte della creazione cosmica del mondo. E' questo processo che stimola la progressiva evoluzione creativa, che pone incessantemente nuovi temi, che incide sia sullo sviluppo del mondo tecnico, sia sui problemi inerenti alla creazione formale.
Ogni forma creata dall'uomo è immagine simbolica della natura. La creazione di nuove forme è una sorta di apprendistato a cui è sottoposto l'uomo per poter essere introdotto ai segreti della creazione naturale. La conoscenza delle leggi geometriche e aritmetiche segnò una fase nuova di apprendistato. sino ad allora la creazione formale era un'estensione della creazione naturale continuata dall'uomo, che nel suo operare si fondava sulla pura intuizione: la geometria gli offrì invece un cosciente strumento creativo. L'insieme delle creazioni formali, iniziate a quel punto, assume l'aspetto di un grande manuale nel quale si intrecciano tendenze tecniche e spirituali. La geometria offre all'uomo uno strumento di lavoro col quale egli impara a dominare lo spazio: lo spazio e il tempo ai quali viene introdotto dal manuale.
Le principali figure geometriche, il triangolo, il quadrato, il rettangolo, il cerchio e i corrispondenti tridimensionali, con le loro qualità formali indicano all'uomo le leggi ordinatrici su cui fondare il dominio dello spazio. non offrono, però, soltanto l'apparato tecnico per il dominio dello spazio e del tempo, la cui conoscenza ci è stata mediata dal pensiero storico, ma racchiudono anche valori espressivi di carattere spirituale che erigono nel pensiero umano una struttura spirituale, vale a dire il pensiero astratto. Le figure elementari della geometria posseggono forza simbolica, raccolgono configurazioni fondative di ordine cosmico, che rappresentano il primo stadio della costruzione del mondo terreno: il mondo dei cristalli. La conoscenza della geometria condusse l'uomo al primo livello della creazione formale della natura. I risultati sono visibili nell'intera area mediterranea; teniamo inoltre presente che ancora oggi ci serviamo di leggi geometriche.
Nel frattempo, però, il processo di sviluppo mirava al raggiungimento del successivo livello della creazione regolata da un ordine: il mondo organico, in cui la configurazione si definisce in rapporto ai principi della creazione organica. La natura organica è ricca di proprie idee configurative, crea organismi che servono al compimento di un processo vitale e non s'accontenta degli astratti ordini spaziali della geometria. In quest'ambito nasce un nuovo concetto di creazione formale: ciò che vive è un fenomeno attivo e non uno stato, riceve e imprime movimento, non è rigido e morto. E' un qualcosa di legato ai segreti della vita creativa, segue le nascoste energie vitali del mondo spirituale. La creazione formale segue a questo punto l'insegnamento dei principi vitali sul piano spirituale; è così che iniziano ad operare le popolazioni germaniche del Nord, poiché una simile forma creativa è conforme alle loro qualità spirituali. Il suo spazio è intessuto di dimensioni spirituali e non di coordinate geometriche.
Esplode ora il dissidio con una geometria che esercita dispoticamente il suo potere su tutto ciò che si manifesta nello spazio e nel tempo. Il conflitto mira al superamento del pensiero tecnico e dei limiti che esso pone alla creazione simbolica di forme. La distruzione del mondo tecnico, del mondo di una totalità oggettiva non originata dallo spirito, ha inizio nel momento in cui le forze espressive, alla fine del periodo di apprendistato organico, irrompono nel campo creativo formale. Il processo di atomizzazione ha inizio nelle plaghe nordiche, ma già durante il rinascimento si infrange l'antico dominio della geometria, mentre il barocco coinvolge le forme creative classiche nella struttura organica. L'ellisse è ancora geometria, ma è già uovo. Il processo d'atomizzazione prosegue inarrestabile la sua marcia: la nostra epoca ignora ormai il totalitarismo formale, per ricevere, invece, la figura vitale, quella originata dallo spirito.
Un altro elemento d'origine nordica, che rivendica la propria urgenza formale, è l'autonomia della configurazione: questo è un tema dibattuto da secoli e a cui non è rimasta estranea neppure Roma. Autonomia significa costruire una forma secondo le esigenze del proprio essere e non in base a norme formali preesistenti; dunque, configurare dall'interno e non dall'esterno. Anche questo contrasta le pretese di supremazia che la geometria esercita mediante coercizioni formali. L'azione volta a definire l'autonomia individuale, che fa parte del patrimonio trasmesso dalla struttura organica, ha liberato l'architettura dai vincoli geometrici. Contro la supremazia della geometria si ribella la tendenza oramai generalizzata a dar forma in base all'individualità dell'oggetto da configurare. A quest'ultimo si attribuisce ora una propria entità personale, elevandolo dallo stadio inanimato a quello animato.
La ribellione è ancora in corso. Nel nostro campo di lavoro fu guidata ai primi del secolo dal Werkbund tedesco, sostituito poi dal movimento del Neue Bauen , impegnato ad imporre le esigenze formali della struttura organica.
Il mondo della tecnica è un mondo oggettivo, governato dalla geometria, che domina sulla massa e opera massificando. Il mondo dello spirito, invece, conferisce alle cose entità e individualità. Siamo al principio di un nuovo cammino, irto di problemi, ma a cui la creazione formale non può assolutamente sottrarsi.
Il processo in atto è di natura genetica. Il nostro operare obbedisce alle sue imposizioni: l'obiettivo è la nostra posizione all'interno dello sforzo per sviluppare le forze creative dell'uomo. Noi non abbiamo scelto questo impegno, lo abbiamo dovuto semplicemente affrontare, dal momento che le nostre energie creative erano alla ricerca di un tema. Il mondo, ed anche l'uomo che ne è parte, non è ancora del tutto finito.
FONTE : dal libro Hugo Haring, Il segreto della forma, a cura di Sergio Polano, Jaca Book, Milano, 1984 - articolo di Hugo Haring che risale al 1947.
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