URBAN FORESTRY, un appello
Stefano Boeri Architetti
Noi, progettisti del primo Bosco Verticale a Milano, invitiamo
architetti, urbanisti, botanici, agronomi, forestali, arboricoltori, paesaggisti, geografi, etologi, studiosi del paesaggio, tecnici, ricercatori ed esperti in cura del verde e forestazione urbana, operatori immobiliari, amministratori e rappresentanti delle istituzioni locali e della società civile, membri e rappresentanti di organizzazioni internazionali, di agenzie di finanziamento, di università e enti di ricerca e ONG
a considerare che:
– nel 2030, il 60% della popolazione mondiale vivrà nelle città.
– già oggi le città consumano il 75% delle risorse naturali e sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni globali di CO2.
– le emissioni cumulative di CO2, insieme a quelle di metano e di altri gas serra, determinano il surriscaldamento globale del pianeta, che è causa dello scioglimento dei ghiacciai, della perdita di biodiversità e dell’innalzamento crescente del livello degli oceani.
e considerare inoltre che:
– foreste e alberi, a rischio di continua erosione in tutto il mondo, assorbono ogni anno quasi il 40% delle emissioni di combustibili fossili prodotte in larga parte dalle nostre città .
– le foglie e le radici di un albero maturo assorbono CO2 attraverso la fotosintesi e aiutano a ridurre le sostanze inquinanti presenti nell’aria (responsabili di un’altissima percentuale di malattie respiratorie e morti premature).
– se un unico albero può portare notevoli benefici alla città e ai suoi abitanti, un bosco o una foresta urbana possono essere un aiuto straordinario per migliorare la qualità della salute e della vita in una città.
noi crediamo che:
– le città, in gran parte responsabili del problema del cambiamento climatico, hanno l’opportunità di diventare parte integrante della soluzione, aumentando il numero di foreste e alberi che possono “combattere il nemico” sul suo stesso campo (la città), utilizzando la CO2 come fertilizzante.
– incrementare le foreste e gli alberi nelle città del mondo può aiutare ad assorbire CO2, ridurre drasticamente l’inquinamento, il consumo energetico e l’effetto “isola di calore urbano”, migliorando la biodiversità delle specie viventi e rendendo le città più sicure, piacevoli e salubri.
– un movimento globale sulla forestazione urbana potrà aiutare a impedire che la temperatura globale nel pianeta cresca sopra il tetto dei 2°C, considerata la soglia massima accettabile dagli accordi formulati dalla COP 21 a Parigi nel 2015.
quindi:
abbiamo il dovere di impegnarci per lanciare una campagna globale sulla forestazione urbana che moltiplichi la presenza di foreste e alberi nelle nostre città.
Una campagna che dovrebbe iniziare con queste principali azioni:
– proteggere e aumentare le superfici permeabili e verdi nella città,
– creare nuovi parchi e giardini,
– trasformare i tetti della città in prati e orti urbani,
– trasformare i muri di cinta e le barriere urbane in facciate verdi,
– trasformare cortili e vuoti urbani in oasi verdi,
– promuovere ovunque orti urbani e potenziare l’agricoltura urbana,
– utilizzare le radici degli alberi per bonificare i suoli inquinati,
– creare una rete di corridoi verdi (viali alberati, filari…) per connettere parchi, boschi e architetture verdi,
– moltiplicare il numero di edifici verdi e boschi verticali,
– creare nuove foreste orbitali e boschi intorno alle nostre città.
perciò:
se vogliamo invertire il cambiamento climatico,
se vogliamo favorire la sopravvivenza delle specie viventi,
se vogliamo che le nostre città siano più verdi, salubri e piacevoli,
la forestazione urbana deve diventare una priorità nell’agenda internazionale dei governi e delle istituzioni internazionali e locali.
architetti, urbanisti, botanici, agronomi, forestali, arboricoltori, paesaggisti, geografi, etologi, studiosi del paesaggio, tecnici, ricercatori ed esperti in cura del verde e forestazione urbana, operatori immobiliari, amministratori e rappresentanti delle istituzioni locali e della società civile, membri e rappresentanti di organizzazioni internazionali, di agenzie di finanziamento, di università e enti di ricerca e ONG
a considerare che:
– nel 2030, il 60% della popolazione mondiale vivrà nelle città.
– già oggi le città consumano il 75% delle risorse naturali e sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni globali di CO2.
– le emissioni cumulative di CO2, insieme a quelle di metano e di altri gas serra, determinano il surriscaldamento globale del pianeta, che è causa dello scioglimento dei ghiacciai, della perdita di biodiversità e dell’innalzamento crescente del livello degli oceani.
e considerare inoltre che:
– foreste e alberi, a rischio di continua erosione in tutto il mondo, assorbono ogni anno quasi il 40% delle emissioni di combustibili fossili prodotte in larga parte dalle nostre città .
– le foglie e le radici di un albero maturo assorbono CO2 attraverso la fotosintesi e aiutano a ridurre le sostanze inquinanti presenti nell’aria (responsabili di un’altissima percentuale di malattie respiratorie e morti premature).
– se un unico albero può portare notevoli benefici alla città e ai suoi abitanti, un bosco o una foresta urbana possono essere un aiuto straordinario per migliorare la qualità della salute e della vita in una città.
noi crediamo che:
– le città, in gran parte responsabili del problema del cambiamento climatico, hanno l’opportunità di diventare parte integrante della soluzione, aumentando il numero di foreste e alberi che possono “combattere il nemico” sul suo stesso campo (la città), utilizzando la CO2 come fertilizzante.
– incrementare le foreste e gli alberi nelle città del mondo può aiutare ad assorbire CO2, ridurre drasticamente l’inquinamento, il consumo energetico e l’effetto “isola di calore urbano”, migliorando la biodiversità delle specie viventi e rendendo le città più sicure, piacevoli e salubri.
– un movimento globale sulla forestazione urbana potrà aiutare a impedire che la temperatura globale nel pianeta cresca sopra il tetto dei 2°C, considerata la soglia massima accettabile dagli accordi formulati dalla COP 21 a Parigi nel 2015.
quindi:
abbiamo il dovere di impegnarci per lanciare una campagna globale sulla forestazione urbana che moltiplichi la presenza di foreste e alberi nelle nostre città.
Una campagna che dovrebbe iniziare con queste principali azioni:
– proteggere e aumentare le superfici permeabili e verdi nella città,
– creare nuovi parchi e giardini,
– trasformare i tetti della città in prati e orti urbani,
– trasformare i muri di cinta e le barriere urbane in facciate verdi,
– trasformare cortili e vuoti urbani in oasi verdi,
– promuovere ovunque orti urbani e potenziare l’agricoltura urbana,
– utilizzare le radici degli alberi per bonificare i suoli inquinati,
– creare una rete di corridoi verdi (viali alberati, filari…) per connettere parchi, boschi e architetture verdi,
– moltiplicare il numero di edifici verdi e boschi verticali,
– creare nuove foreste orbitali e boschi intorno alle nostre città.
perciò:
se vogliamo invertire il cambiamento climatico,
se vogliamo favorire la sopravvivenza delle specie viventi,
se vogliamo che le nostre città siano più verdi, salubri e piacevoli,
la forestazione urbana deve diventare una priorità nell’agenda internazionale dei governi e delle istituzioni internazionali e locali.
Fonte: Stefano Boeri Architetti
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