NUOVA ARCHITETTURA UCRAINA
Connubio di identità e innovazione
di Carlo Sarno
Introduzione
Dopo secoli e secoli di influssi e propaganda di popoli dominatori, dopo l’ultimo periodo sovietico di sottomissione e totalitarismo, a partire dall’Indipendenza dell’Ucraina del 1991 ancora si stenta a voler definire e praticare una nuova architettura ucraina che sappia interpretare i valori socio-culturali, storici e personali di una Ucraina libera e indipendente.
Esempio valido per tutti di cosa è successo è la città di Kyiv, che da città conosciuta come la terza Gerusalemme dalle mille cupole d’oro, è stata trasformata nell’attuale città moderna russificata da una pianificazione autoritaria e da una edificazione di aspetto totalitario che ancora prevale sugli sforzi di un rinnovamento urbano e morfologico. Particolarmente significativo è che non ci si accorge ancora oggi che edifici istituzionali, di rappresentanza, ecc. ospitano in spazi e forme sovietiche la nuova vita della indipendente Ucraina, influenzandola dannosamente. Si sono abbattute le statue di Stalin, Lenin, come simboli di un passato nefasto, eppure gli edifici edificati dai sovietici continuano a permanere come simboli e spazi di un potere che sembra non cedere allo scorrere del tempo.
L’attuale conflitto bellico con la Moscovia che vorrebbe cancellare l’esistenza del popolo ucraino richiede con urgenza un momento di discernimento: occorre inquadrare storicamente la vera e buona radice del popolo ucraino; raccogliere spunti significativi che provengono dalla identità della civiltà socio-culturale ucraina; ritrovare principi ed esempi di un’autentica architettura ucraina del passato e di oggi; dare nuove indicazioni per un buon sviluppo della nuova architettura ucraina.
La radice dell’architettura ucraina: la antichissima civiltà ucraina Trypillia-Scita.
Pochi popoli possono vantare un passato millenario come il popolo ucraino. Le antichissime origini di questo popolo risalgono infatti alla Civiltà Trypillia-Cucuteni di oltre 7000 anni fa. Questa civiltà presenta insediamenti abitativi in cui la struttura urbana di tipo circolare non esprime una società organizzata rigidamente e prettamente militare, con fortificazioni e sistema di difesa, ma evidenzia un modo di vivere democratico e agricolo, aperto agli scambi commerciali e alla condivisione.
In seguito, circa quattromila anni fa e per oltre due millenni abbiamo la fusione dell’antico popolo Trypillia con gli Sciti, dapprima nomadi poi stabilizzatosi nelle terre fertili dell’Ucraina (Sciti Reali) che apportarono novità tecnologiche e una mentalità intraprendente e creativa, oltre ad avere una capacità militare ed una cavalleria notevole.
Mentre l’impero romano inizia a espandersi per tutto il mediterraneo insieme alla cultura greca, il popolo originario ucraino Trypillia-Scita si scinde in vari sottogruppi, assimila altri popoli come i Greci, i Sarmati, i Roxolani, i Goti, ecc., accoglie la Parola di Dio rivelata da Gesù Cristo e annunciata al popolo ucraino dall’Apostolo Andrea, che pose una croce sulla montagna dove poi sorgerà la città di Kyiv.
Alcuni secoli dopo, a partire dal V secolo d. C. abbiamo popoli che a causa del cambiamento climatico scendono dal Nord, prima gli Slavi dall’area baltica, poi i Variaghi dalla Scandinavia e si fondono con il popolo antico ucraino Trypillia-Scita dando origine intorno al mille d. C. ad un nuovo regno cristiano: la Rus’ di Kyiv.
Questo regno durerà circa un paio di secoli, poi si frantumerà sotto le ingerenze dei popoli limitrofi che cercheranno di appropriarsi di questo territorio ricco e fertile,
Lo spirito di identità ucraino di origine Trypillia-Scita rinasce e si rinnova nell’epoca cosacca XVI-XVIII sec. e nel XIX secolo raggiunge piena maturazione con l’opera di Taras Schevchenko, Ivan Franko, ecc. e gli studi storici, etno-culturali e antropologici ucraini.
Proclamata la Repubblica Ucraina nel 1918, che riuniva i territori orientali e occidentali in una unica nazione, fu dopo un anno soffocata dai sovietici.
Rinasce finalmente nel 1991, sotto la spinta di Chornovil e altri dissidenti, lo stato ucraino indipendente, erede dell’antico popolo Trypillia-Scita, che ancora purtroppo deve lottare per la sua esistenza e affermazione.
Identità della civiltà socio-culturale ucraina.
I numerosi studi etnologici e antropologici nel territorio dell’Ucraina hanno dimostrato che in questo luogo, intorno al grande e navigabile fiume Dnipro, ha origine una delle più antiche civiltà dell’umanità, Trypillia, che ha prodotto nuove tecnologie, migliorato i metodi di agricoltura, inventato linguaggio e scrittura, sviluppato cultura materiale e spirituale, organizzato vita sociale e commerciale.
Fin da allora questa civiltà si caratterizzava per una sensibilità all’arte decorativa, alla tessitura, allo scambio commerciale, alla edificazione funzionale alla vita degli abitanti, al rispetto dell’ambiente naturale e della fertile terra che consente una agricoltura varia e fruttuosa. Una particolare attenzione i Trypilliani rivolgono al contesto naturale, alla ricerca di un rapporto armonico con la natura sullo sfondo di un panteismo naturalistico che attraverso riti e miti cerca di inquadrare le incontrollabili forze della natura e il succedersi delle stagioni. La ricchezza di questo territorio dona benessere alla popolazione, sicurezza, capacità di accogliere e rispettare l’altro, di dialogare anche con lo straniero, crea momenti di socialità che rinforzano i legami umani e affettivi.
Tutte queste caratteristiche costituiscono la struttura originaria della identità ucraina. Nel tempo questa struttura originaria si arricchisce di nuovi contributi.
Dagli Sciti acquisisce la capacità tecnica e metallurgica, la precisione, la innovazione scientifica e creativa, l’audacia e valore militare, la sinergia con il cavallo e quindi con la natura.
Dal Cristianesimo viene plasmato il “cuore” degli ucraini, a partire dalla prima evangelizzazione di Sant’Andrea e san Clemente I nel primo secolo d.C., e da allora sempre più questo popolo ha incarnato i principi del Vangelo. Con San Vladimir intorno all’anno 1000 d.C. il cristianesimo diviene religione ufficiale in Ucraina, poi vivrà i contrasti scaturiti dalla scissione tra Chiesa Cattolica e Chiesa Ortodossa, ma sempre il popolo ucraino dimostrerà nei secoli una grande fede e devozione a Cristo.
Nell’epoca Cosacca (XVI-XVIII sec.) il popolo ucraino matura il desiderio indomabile di libertà personale e indipendenza politica, la ricerca di una autonomia linguistica e socio-culturale, che pur se sottoposta a restrizione è sempre pronta a riemergere con fierezza e determinazione.
Nel XIX-XX sec. abbiamo le persecuzioni, sofferenze, tentativi di genocidio socio-culturale, ma si ergono a contrastare ciò personalità ucraine eccezionali che non solo impediscono il triste epilogo (Schevchenko, Franko, Hrusevsky, Lesia Ukrainka, Semenko, Kostenko, Stus, Chornovil, ecc.), ma costruiscono in maniera indistruttibile l’identità della nuova Ucraina che si proclamerà indipendente nel 1991.
Principi di un’autentica architettura ucraina.
Quartiere Comfort Town a Kyiv, studio Archimatika.
A partire dal periodo Trypillia-Scita già troviamo nell’abitare di questo popolo una attenzione per un equilibrato rapporto con l’ambiente naturale, un rispetto e valorizzazione della natura e della sua bellezza. La fertilità del territorio ucraino con una varietà di ecosistemi, dal tipo fluviale a quello costiero sul mar Nero, dalla steppa a quello montuoso dei Carpazi, comportava una necessità per le abitazioni di adeguarsi ai vari contesti ambientali e alla diversa reperibilità dei materiali per la costruzione.
Nell’antica epoca prevalevano le foreste e quindi il legno era un materiale disponibile e facile da utilizzare, al massimo si costruiva un basamento in pietra e su questo sorgeva poi la casa in legno. Dove poi mancava anche la foresta si edificava con fango e paglia, o con murature a sacco oppure a elementi modulari tipo mattone.
I luoghi degli insediamenti abitativi venivano scelti in base alla loro salubrità, al tipo di microclima favorevole alla vita e all’agricoltura.
In sostanza, il primo principio originario dell’architettura ucraina è la ricerca di un rapporto armonico tra l’uomo e la natura, tra insediamento urbano, abitazione e ambiente naturale, coincide con l’architettura organica.
Il popolo ucraino nel suo rapporto con la natura però non si ferma all’aspetto funzionale ma contempla e gode della bellezza della natura e della sua varietà: dal panorama infinito al piccolo fiore miracolosamente sbocciato nella roccia di una montagna, dallo scorrere sinuoso del fiume alla varietà dei pesci, dalla coloratissima farfalla alla cicogna che fissa il suo grande nido sugli alberi più alti, dalle foglie giallo-rosse autunnali ai prati primaverili con una miriade di fiori spontanei, dalle distese di grano agli indorati campi di girasoli, ecc.
Questa contemplazione della bellezza e varietà della natura sviluppa nel popolo ucraino una sensibilità per l’ornamento e la decorazione, che è facile riscontrare già all’origine del popolo Trypillia-Scita ed è visibile nei reperti archeologici, ma ancora oggi sussiste in maniera anche popolare e diffusa dall’artigianato tradizionale alle abitazioni, maggiormente dove la globalizzazione non ha cancellato lo spirito decorativo originario.
L’esigenza di decorazione sulla abitazione si manifesta in vario modo: con superfici colorate, con veri e propri disegni e affreschi (motivi floreali, geometrici, ecc), con elementi scultorei o morfologici, con volumetrie complesse, con pluralità di materiali di finitura e quanto altro è possibile con la fantasia e creatività.
Quindi, il secondo principio originario dell’architettura ucraina è la necessità di decorazione e ornamento della propria abitazione e di ogni edificio rappresentativo.
Il popolo ucraino nel corso dei secoli, applicando questi due principi ha sviluppato un proprio modo di rapportarsi con la vita, l’arte, l’architettura creando motivi stilistici che vengono applicati a tutta la complessità del vivere: dai vestiti ai tessuti, dagli oggetti ceramici a quelli in legno, dalla lavorazione del ferro all’oreficeria, dall’arredamento interno alla decorazione esterna, ecc. L’identità ucraina è profondamente legata a questi motivi stilistici, cromatici e compositivi, che pur rinnovandosi nel tempo conservano sempre la loro matrice simbolica e formale.
Pertanto un terzo principio originario dell’architettura ucraina è l’utilizzo di motivi ornamentali e compositivi ispirati dalla antica matrice simbolica e formale ucraina.
Indicazioni per un buon sviluppo della nuova architettura ucraina.
Per chiarezza riepiloghiamo i tre principi di un’autentica architettura ucraina:
1) Armonia tra architettura e ambiente, tra uomo e natura, architettura organica.
2) Decorazione e ornamento come riflesso della bellezza della natura;
3) Identità ucraina dei motivi ornamentali, cromatici e compositivi.
Questi tre principi costituiscono il fondamento per una architettura ucraina autonoma e indipendente.
Nel passato riscontriamo in ucraina l’arrivo di vari stili e architetti provenienti dall’estero, ma sempre si è ricercato una inflessione stilistica particolare che fosse capace di caratterizzare una architettura autoctona ucraina. Così è stato per esempio nell’epoca barocca e così anche oggi l’architettura contemporanea ucraina guarda a ciò che si costruisce nel mondo, però gli architetti più sensibili progettano con elementi compositivi propri alla identità ucraina.
I problemi per un buon sviluppo della nuova architettura ucraina, in questo periodo particolare in cui si dovrà affrontare la ricostruzione post-bellica, sorgono sia quando ci si affida a professionisti ucraini che non avvertono la necessità di produrre una urbanistica e architettura autoctona, sia quando ci si rivolge a professionisti stranieri che pur avendo notevoli competenze in ambito eco-tecnologico non conoscono l’identità ucraina né comprendono il linguaggio compositivo autoctono.
Il rischio che si corre in questa ricostruzione dell’Ucraina è di edificare una nuova Ucraina estranea a se stessa, in cui il popolo non si identifica, in cui modelli provenienti da altre nazioni cancellano i riferimenti culturali esistenti. Inoltre, occorre considerare che ancora non si parla di rigenerare urbanisticamente e architettonicamente i luoghi pianificati ed edificati dal totalitarismo sovietico, ed in cui si continua a vivere o ad amministrare il bene pubblico in spazi frutto di una mentalità repressiva e coercitiva che sicuramente non corrisponde all’identità ucraina.
Un primo rimedio a tutto questo, e già fortunatamente se ne parla, e l’utilizzo di una procedura progettuale partecipata, in cui anche i futuri abitanti contribuiscono con loro proposte all’attuazione di un progetto più realistico, integrato e funzionale.
Un secondo rimedio importante può essere per gli “attori” della ricostruzione, dagli amministratori ai tecnici, di svolgere un percorso di apprendimento etno-culturale e antropologico per acquisire maggiore consapevolezza sulla identità originaria ucraina, e quindi appassionarsi alla realizzazione di una nuova urbanistica e architettura ucraina in sintonia con le sue origini.
Un terzo rimedio è la costituzione di gruppi di pianificazione e progettazione misti, in cui professionisti competenti dall’estero si uniscono con professionisti ucraini sensibili alla identità ucraina, e quindi lavorando insieme possono produrre soluzioni significative ed efficaci.
Bisogna considerare anche che la ricostruzione post-bellica ha tempi differenziati, pur essendoci necessità urgenti non si deve rinunciare ad una visione più ampia e a lunga scadenza che nel tempo può dare migliori risultati per il futuro e l’identità dell’Ucraina.
In tal senso per avere nel tempo una continuità e coerenza progettuale è prioritario inserire i giovani nei gruppi di lavoro della ricostruzione, a tutti i livelli, dalla cantieristica alla assistenza tecnica, alla progettazione, alla pianificazione e anche nella amministrazione e gestione dei finanziamenti.
Infine, occorre coordinare a livello politico tutte le forze per la realizzazione di una nuova architettura ucraina che sappia interpretare i valori socio-culturali, storici e personali di una Ucraina libera e indipendente, connubio di identità e innovazione.
Un esempio valido di Nuova Architettura Ucraina come armonia di identità e innovazione è il progetto dell'architetto Andrew Holub di una moderna Casa del Vasaio per il villaggio ucraino di Opishnya presentato con il seguente articolo sul sito RUKOTVORY : https://rukotvory.com.ua/en/info/andriy-holub-has-designed-a-modern-potters-house-for-opishnya/ (Il progetto è stato visualizzato da Olexandr Vovk).
Andrew Holub, un architetto, ha presentato il progetto di una casa di un vasaio che si intende costruire nel villaggio di Opishnya nella regione di Poltava. Secondo l'autore, il suo progetto ha accumulato le caratteristiche dell'architettura popolare, dell'architettura Trypillya, del neomodernismo e dell'architettura organica.
"L'idea principale dell'edificio è quella di utilizzare materiali naturali ecologicamente compatibili in una nuova forma moderna in modo che rispecchino la globalizzazione del processo architettonico mondiale moderno, inserendosi allo stesso tempo in modo armonioso nell'ambiente. Ecco perché il tetto dell'oggetto è fatto di paglia, che è il materiale di copertura più ecologicamente compatibile e che non richiede attività aggiuntive (su isolamento idraulico o a vapore). Anche il cob e il pise sono ampiamente utilizzati per la realizzazione di pareti e, naturalmente, sono anche materiali ecologicamente sicuri e convenienti" — sottolinea l'autore.
Il progetto prevede un'abitazione per la famiglia del vasaio e i suoi apprendisti; un'area laboratorio per la creazione della ceramica insieme a un magazzino; una biblioteca, un piccolo negozio, una sala espositiva e uno spazio dietro l'ingresso principale per allestire esposizioni durante le stagioni calde.
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Note biografiche autore articolo arch. Carlo Sarno sul sito: https://carlosarno.blogspot.com